Leggo dalla cronaca locale:
Una missione umanitaria lanciata dalla presidente onoraria di Ravenna Festival, Cristina Mazzavillani Muti, ha permesso di salvare una sessantina tra artiste, artisti e tecnici, dipendenti del Teatro dell'Opera di Kiev... Il 4 aprile 2022 due pullman sono partiti da Ravenna in direzione Ucraina per accogliere i profughi a Przemysl, cittadina polacca sul confine, a 1.400 km da Ravenna.
Parto da qui.
A Cristina, le immagini della guerra tolgono il sonno, deve rispondere, deve fare quello che può, ma anche quello che non può, subito, prende la decisione, telefona, organizza e parte. Il suo modo di fare resistenza alla guerra è un fiume di potenza vitale. Abbandona discorsi, letture, immagini, commozione impotente, organizza e parte. Subito. Sente che non può perdere tempo.
Si allea così a tutte quelle donne che nella storia e nel presente si sono messe in cammino per portare cibo e si sono opposte e si oppongono ora alla guerra con un agire diametralmente opposto all'agire della guerra.
L'azione di Cristina è rapida e immediata, sembra guidata esclusivamente dall'istinto, invece parte da lontano e porta con se il coraggio del senso delle nostre vite. Si pone, così, in opposizione alla ripetizione meccanica del gioco maschile nella sua forma più cruenta e crudele. In lei entrano in azione contemporaneamente il corpo, la psiche e l'anima; questo è il salto grande tra teoria e quella pratica che mette in luce coscienza e libertà. Cristina con autenticità, coerenza e amore parte con due pullman vuoti e dopo aver toccato con mano l'inferno, ritorna con sessanta persone le cui vite vanno ricostruite.
C'è chi la chiama “la natura inquieta dell'io invisibile”; cosi è Cristina quando si mette a rischio e le capita spesso.
L'io inquieto
Cristina, 8 aprile 2022.
E io fragile come te questa sera avevo voglia di buttarmi giù dalla finestra.
Ho improvvisamente sentito tutta la responsabilità del gesto fatto.
Cioè quella del dopo.
Una volta qui cosa si aspettano da noi.
È adesso che viene il difficile!!!!
Mi sento impotente.
Domani quando andrò a trovarli e quei bambini mi guardano come la Madonna, cosa gli racconto io???
Mi hanno raccolto fiorellini blu dai praticelli degli autogrill...
Tu capisci Mariella ???? Mi butto giù dal terzo piano!!!!
Poi mi dico che non basta nemmeno quello… in più mi presenterò al giudizio finale senza alcun appello!!!! Domani è un altro giorno! Mi sveglierò con un'idea migliore.
Anche io ho bisogno di te
Si mette a rischio perché realizza i desideri da cui dipende, segue l'inclinazione della sua mente e ne avverte tutta la responsabilità che non si esaurisce nel viaggio della salvezza, ma continua nell'impegno di riorganizzare vite di chi non ha più niente.
Ancora, contrappone alla morte e alla distruzione della guerra, l'impegno grande di ridare vita, di colmare vuoti disperati.
Nella rigenerazione, la paura di perdersi di non farcela dura una notte perché "domani è un altro giorno! Mi sveglierò con un'idea migliore."
E le artiste e gli artisti del teatro dell'opera di Kiev, per il Ravenna Festival, hanno donato nuova luce perfino alla Basilica di San Vitale.
Le origini
Tanta forza e tanta determinazione non nascono per caso. Come ci vuole tanto tempo per preparare gli uomini alla guerra, così, ce ne vuole altrettanto per educare alla pace e Cristina fin dall'infanzia, nella sua famiglia, ha ricevuto doni in abbondanza.
Cristina, 2 maggio
Mia madre… ospitò tanta di quella gente in casa alla pari con i suoi figli, 5 figli… e in casa non c'era niente di più di ciò che bastava. Tutti coloro che sono passati da casa nostra ci hanno arricchito della coscienza di che cos'è la fratellanza, la condivisione, la complicità immediata, lo spezzare il pane insieme, il maturare insieme per sempre anche dopo che ognuno di noi ha preso la propria strada. Per sempre. Sperimenti che si può fare e maturi anche il bisogno di farlo.
Ti abbraccio mia sensibilissima Mariella.
Quando l'ascolto o quando leggo i suoi messaggi vedo le mie sorelle e tutte le amiche che ho avuto, a Cesena, nell'adolescenza e nella prima giovinezza quando facevo parte dell'associazione delle e degli scout. La guardo e rivedo Marina, Teresa, Bona, Simonetta, Rita, Gabriella, Giovanna, Viri, Antonietta e tutte le altre. La ritrovo nella mia squadriglia, nei campeggi all'Isola D'Elba o negli Appennini, sotto le tende. La vedo, alla sera attorno al fuoco, nel cerchio, ad ascoltare don Lino e i suoni della terra. Poi la testa rivolta al cielo che con tante stelle così brillanti e così vicine non l'ho più visto. La rivedo fare le buone azioni della giornata e ridere e scherzare e cantare, e confidarci sottovoce le prime "cotte" e prendere in giro "le cape" e i capi e nel gioco e nell'ascolto e nella visione imparare "a seminare la buona pianta".