Otto mesi fa, Natalia, da Ravenna è partita per il Perù. Se ne è andata anche lei a seminare quella buona pianta che sostiene il mondo facendolo germogliare.
Ha lasciato Valentina la più dolce delle mamme, Federico, un fratello troppo saggio per essere vero, e la piccola – grande - Allegra, figlia per età, sorella e madre per ingegno e creatività.
Se ne è andata lasciando le amiche di sempre. Se ne è andata e noi a pensare "tanto tornerà presto!"
Se ne è andata dall'altra parte del mondo per continuare il lavoro del vento e del sole iniziato da suo nonno Franco e ora nelle mani di Andrea, suo padre.
I famigliari erano indecisi se affrontare il grande riordino dei suoi oggetti abbandonati, sparsi, occultati così per caso, per distrazione, nei luoghi più impropri; perché Natalia lascia tracce. Questo desiderio di seminare lo esprime anche nei luoghi chiusi, soprattutto nelle case che ha abitato e che abita.
Semina oggetti e soprattutto capi di abbigliamento nei posti più improbabili.
Tra amiche, credo, anzi sono sicura, che sia in uso scambiarsi abiti, soprattutto alcuni capi firmati di sua mamma e così Valentina ritrova maglioni e altro anche sotto il sedile dell'auto.
Sì. Natalia magari crea confusione, ma in cambio regala una quantità non calcolabile di simpatia, di intelligenza, di vitalità gratuita. Anche queste doti non hanno regole. Arriva, si rende indispensabile, ti suggerisce che la vita può essere gradevole, interessante, può essere una grande avventura. E poi se ne va. Quasi un miraggio. Così ho l'impressione che Natalia sia, lei tutta intera, un dono. La vedo camminare - avanzare - come solo una regina può fare.
Come la Primavera del Botticelli, come tante sapienti che l'hanno preceduta è destinata a mantenere in vita la vita.
La sua passione viene da lontano. Credo che da suo nonno Franco abbia ereditato una mente scientifica rivolta allo studio del benessere della terra e di tutte le creature che la abitano.
Lo avevo capito da quella volta che Valentina la riprese perché non studiava. E lei rispose: "Ma che colpa ne ho io se capisco le cose un po' prima degli altri?". E si mise a ridere. Ecco, una frase simile la può dire una ragazzina presuntuosa, detta da Natalia, invece, era una semplice constatazione. Una riflessione ad alta voce.
Anche la passione per i viaggi, l'ha dimostrata fin da piccola. Con estrema disinvoltura, non ancora adolescente, se ne è andata a Londra per approfondire lo studio della lingua. E si muoveva in quella città con familiarità. Come ci fosse sempre stata.
La vita è piena di imprevisti che superano di gran lunga l'immaginazione. E sono arrivate anche per Natalia le tempeste. Un po' di tempo per curare le ferite ed eccola pronta e determinata a riprendersi nelle mani e nella mente, la vita.
Natalia ha ripreso strada e se ne è andata.
Se ne è andata dove la Tozzi Green - il nonno prima, il padre ora - ha illuminato il Perù. È l'ultima arrivata, E come ultima arrivata sta. Con umiltà e impegno impara.
Impara a vivere da sola. Impara a non lasciare tracce, impara lo spagnolo, impara a riempire il vuoto delle assenze con il pieno del fare. Ha fatto amicizia con tre ragazze che lavorano nell'impresa del padre. E con loro condivide le giornate.
Condivide le giornate fino al venerdì. Le nuove amiche nel fine settimana si ritirano in famiglia e Natalia deve reinventarsi le giornate in una grande città.
Sola, cammina per strade sconosciute. È qui, in questa solitudine, che Natalia si fa grande e io condivido i suoi giorni.
Si fa grande e vola in Argentina. Ancora una volta riprende strada.
Se ne va, con il suo incedere ineguagliabile, ad organizzare l'inaugurazione di un parco fotovoltaico lunare e la mia paura è che, cammina, cammina, sia arrivata davvero sulla Luna.
Non sarà arrivata sulla Luna, ma sicuramente sta imparando a costruire un mondo dove sarà ancora possibile vivere senza distruggere l'umanità intera, e senza distruggere la vita sulla terra. Non solo l'umanità quindi, ma tutto quello che la circonda e la comprende.
Cara Natalia,
sei, in ordine di tempo, la mia prima nipotina e sappiamo che nelle nonne e anche in qualche nonno si scatenano, nei confronti di e delle nipoti passioni difficili da governare. Tu hai segnato l'inizio di questa mia nuova esperienza in un periodo dove erano in atto cambiamenti difficili da governare; anche smettere di fumare quando per quaranta anni si è vissute aggrappate alle sigarette è una mutazione difficile da superare.
Per riguardare le cose del mondo con i tuoi occhi mi sono inchinata alla tua altezza. E qui mi sono abbandonata e ho sentito e visto e ascoltato la tua azione potente.
Ti ho vista conquistare con disarmante innocenza, cura, affetto, collaborazione e aiuto da tutti noi. Sei stata una creatura potente e libera. Libera di non volere scarpe e calzettoni, libera di toglierti il costume in riva al mare, libera di offrire cibo e saluti alle persone, agli animali e alle cose che incontravi.
Per riguardare le cose del mondo, Natalia cara, credo che ora sia proprio necessario inchinarsi all'altezza della terra per ascoltarne il grido e comprendere che non è la cornice nella quale viviamo. In realtà ci invia, in continuazione, messaggi: in qualche modo si emoziona, agisce, soffre e come te, cerca altre vie di sopravvivenza.
Ecco, nel tuo lavoro ci vuole quella passione condivisa che faceva di te - e di tutte e tutti noi - creature irripetibili. Una passione che comprende l'eco sistema del pianeta che ci ospita.
E grinta perché gli uomini che si sentono proprietari, despoti, tiranni di ogni cosa che abita la Terra - Terra compresa - continuano a non capirlo. Sono stupidi. Semplicemente.
Mi piacerebbe vedere un esercito di ragazze e ragazzi non in armi, ma impegnati a prendersi cura del mondo intero attraverso lo studio, la ricerca, l'ascolto, per realizzare produzioni collegate tra di loro e in armonia con il macrocosmo, che non separano, ma si mettono in relazione. Lo sappiamo che sono in atto queste esperienze, ma sono ancora esperienze legate all'eccezione. C'è in circolo molta teoria, ma chi ci governa è muto, assente, distratto.