Se mi avessero detto che il sogno di bambino si sarebbe avverato, Ci avrei mai creduto? O realizzarlo da adulto è forse ancora meglio del sogno originale?
Si può tornare col respiro a quando si giocava, tornando ad immaginare un mondo così lontano ma bellissimo da inseguire e ancora più bello forse perché proprio irraggiungibile?
Ora tutto questo è realtà, una realtà che concretizzandosi supera l’immaginazione della mente fervida e curiosa del bambino chiuso dentro di noi, quel bambino che con i suoi occhi spalancati assorbe tutto il mondo e forse anche di più, se solo l’universo ci potesse entrare.
Le parole oggi si strozzano nella gola e quasi mi soffocano, mentre gli occhi mostrano tutto il loro stupore per un treno così bello è finalmente così reale! Gli occhi litigano - per così dire - con le mille parole che ancora strette in gola non riescono ad esprimere e a descrivere tanta bellezza.
Finalmente lo posso toccare! Davvero mi sento bimbo che tocca per la prima volta il suo regalo, il suo giocattolo più nuovo e desiderato da così tanto tempo.
Oggi il treno è una vera opera di una realtà industriale italiana del tutto particolare: ci vuole trasmettere un significato profondo che nella sua complessità cercherò di illustrare così come lo sento.
Il primo aspetto è quello della “dolce vita”, ma cos’è in fondo la dolce vita?
È così dolce perché solo noi italiani innanzitutto sappiamo come farla, ovvero come vivere ogni momento con intensità. È così dolce perché vuole e si esprime solo con un ritmo lento, al suono impercettibile del vento che scalfisce pigramente i vetri del finestrino, dolce perché si attiva col ticchettio sommesso del treno che corre - pardon - scorre sinuoso sui binari lasciando una scia di stupore e gratitudine al paesaggio appena attraversato.
È dolce perché è un mezzo speciale per dare modo di guardarci negli occhi mentre sorseggiamo una bevanda fresca insieme ai nostri amici, insieme alla persona amata.
A volte questa immagine me ne evoca un'altra: Marcello Mastroianni che sugli scogli di fronte a Napoli insegna a Jack Lemmon il dolce far niente e perdere tempo...
Ma la parola “dolce” è anche legata strettamente, come un vagone tira l'altro, alla parola “vita”; sì quella vita che solo scendendo dal treno puoi assaporare.
I profumi della terra meravigliosa e straordinaria, in una parola l’Italia, solo questa vita, dal ritmo sommesso, al di fuori del caos delle città, là dove scorrono fiumi e dove si arrampicano vallate verdissime, là dove c'è la nebbia, là dove ci sono colline gialle che solo qui esistono, là dove tutto questa natura così diversa benedice il cielo che l'ha creata, ebbene qui, nella nostra meravigliosa Penisola, solo qui si può scendere e far sì che anche noi, sì proprio noi, possiamo ingannare il tempo, dicendogli e facendogli credere che lui, il tempo, non esista più.
Dolce è l’atmosfera del treno e dolce è il viaggiare mentre credo che - allo stesso modo - tutto sia fermo e irripetibile, come in un grande quadro a olio… sì, che mi porta lontano… ma sempre più inesorabilmente vicino a te…
Le immagini dai finestrini scorrono avanti o indietro.
In avanti gli occhi aguzzano la vista, guardando ansiosi per cercare di scoprire cose nuove, paesaggi nuovi, che sì, immaginavamo esistessero ma che non eravamo mai stati in grado di avere il tempo per apprezzarle.
Le immagini che scorrono dal nostro posto all'indietro ci danno invece ancora un altro regalo; quello di serbare un dolce ricordo dentro di noi… questa volta per sempre.