Alberto Iglesias nasce il 21 ottobre del 1955 a San Sebastián (città situata nella comunità autonoma dei Paesi Baschi, nella Spagna nord-orientale). Sin da giovane si accinge subito allo studio della musica in tutte le sue forme, tra cui: pianoforte, chitarra, contrappunto e armonia nella sua città d’origine con Blanca Burgaleta e Francisco Escudero. Consegue ancora gli studi on il compositore Francis Schwartz, a Parigi.
Nel corso degli anni, Iglesias ha collaborato con diversi artisti di ampia fama, tra questi ricordiamo: Carlos Saura, Bigas Luna, Julio Medem e Iciar Bollaín.
Il compositore afferma sin da subito, con la pellicola Il fiore del mio segreto (1995), la sua collaborazione con il regista Pedro Almodóvar. Di qui parte un’intensa amicizia e legame professionale tra i due artisti, dando vita così ad un grande sodalizio.
Oltre ai lavori nel campo cinematografico, possiamo annotare con importanza anche la composizione di musica sinfonica e da camera, in aggiunta a vari balletti per la Compañía Nacional de Danza.
Alberto Iglesias inizia il suo lavoro nel mondo cinematografico partendo dal 1980, anno in cui collabora per due cortometraggi: Paisaje e Ikusmena, entrambi diretti da Montxo Armendáriz. Sempre negli anni Ottanta compone le musiche per diversi lavori, ricordiamo tra questi: Guipuzkoa Donostia: Costa guipuzcoana (di Imanol Uribe, nel 1983); La conquista de Albania (diretto da Alfonso Ungría, 1984); La morte di Mikel (La muerte de Mikel) (di Imanol Uribe, 1984); Fuego eterno (di José Ángel Rebolledo, nel 1985); Luces de bohemia (di Miguel Ángel Díez, 1985); Memoria universal (cortometraggio diretto da José Luis Iglesias, nel 1986); il cortometraggio Iniciativa privada (di Antonio A. Farré, 1986); Adiós pequeña (di Imanol Uribe, 1986); Las seis en punta (cortometraggio di Julio Medem, nel 1987); Balada da Praia dos Cães (di José Fonseca e Costa, del 1987); Martín (cortometraggio di Julio Medem, 1988) e Lluvia de otoño (diretto da José Ángel Rebolledo, nel 1989).
Il compositore di San Sebastián non blocca la sua ascesa, ma anzi continua la sua strepitosa scalata al successo. Il ventaglio di collaborazioni aumenta sempre di più, proprio come aumenta il suo successo agli occhi del pubblico. Tra i nuovi lavori, di grande importanza abbiamo: El sueño de Tánger (di Ricardo Franco, 1991); La vida láctea (diretto da Juan Estelrich Jr., nel 1992); Vacas (di Julio Medem , sempre nel 1992); La ardilla roja (di Julio Medem , nel 1993); Spara che ti passa (¡Dispara!) (di Carlos Saura, ancora nel 1993); La mujer de tu vida 2: La mujer gafe (di Imanol Uribe, 1994); Una casa en las afueras (di Pedro Costa Musté, 1995). Il grande successo arriva, come accennato, con la collaborazione per la pellicola Il fiore del mio segreto (La flor de mi secreto), di Pedro Almodóvar nel 1995). Tierra (diretto da Julio Medem, 1996); Pasajes (di Daniel Calparsoro, sempre nel 1996); nel 1997 collabora ancora una volta con il regista Pedro Almodóvar con la composizione della colonna sonora per la pellicola Carne trémula (Carne trémula). Sempre nel 1997, scrive le musiche per il film L'immagine del desiderio (La camarera del Titanic/La femme du chambre du Titanic), diretto dal regista Bigas Luna.
Negli ultimi anni Novanta, collabora ancora con Julio Medem per la composizione delle musiche per Gli amanti del circolo polare (Los amantes del Círculo Polar), nel 1998. Nel 1999 lavora nuovamente con Pedro Almodóvar per la composizione della colonna sonora della pellicola: Tutto su mia madre (Todo sobre mi madre). Sempre nel 1999 compone la musica per il cortometraggio La part de l'ombre, diretto da Yvon Marciano e Olivier Nakache.
Ancora ricordiamo: Lucía y el sexo (di Julio Medem, nel 2001); Danza di sangue - Dancer Upstairs (The Dancer Upstairs) (diretto da John Malkovich, 2002); sempre nel 2002 collabora ancora con Pedro Almodóvar per la pellicola cinematografica Parla con lei (Hable con ella); Comandante (sotto la regia di Oliver Stone, 2003); Terror in Moscow (di Dan Reed, nel 2003); Ti do i miei occhi (Te doy mis ojos) (di Icíar Bollaín, 2003); nel 2004 firma ancora un lavoro per il regista Pedro Almodóvar, La mala educación; The Constant Gardener - La cospirazione (The Constant Gardener) (di Fernando Meirelles, 2005); Volver – Tornare (diretto da Pedro Almodóvar, 2006); nel 2007 firma la colonna sonora del capolavoro cinematografico, Il cacciatore di aquiloni (The Kite Runner), diretto da Marc Forster. Nel 2008 compone la colonna sonora di Che – Guerriglia (Guerrilla) e Che - L'argentino (The Argentine), diretti entrambi da Steven Soderbergh; segue con Musik und Meer (cortometraggio diretto da Georg Riha, 2008). L’anno seguente collabora ancora con Pedro Almodóvar per la meravigliosa colonna sonora della pellicola Gli abbracci spezzati (Los abrazos rotos); También la lluvia (diretto da Icíar Bollaín, nel 2010); José e Pilar (di Miguel Mendes, sempre nel 2010); nuovo lavoro nel 2011 a fianco di Pedro Almodóvar con la composizione delle musiche per il film La pelle che abito (La piel que habito); Le Moine (diretto da Dominik Moll, sempre nel 2011); firma ancora la colonna sonora per la pellicola La talpa (Tinker, Tailor, Soldier, Spy), diretto da Tomas Alfredson, nel 2011); arriva una nuova collaborazione con Pedro Almodóvar nel 2013, per la pellicola Gli amanti passeggeri (Los amantes pasajeros); I due volti di gennaio (The Two Faces of January) (diretto da Hossein Amini, nel 2014); Exodus - Dei e re (Exodus: Gods and Kings) (sotto la regia di Ridley Scott, 2014); Ma ma - Tutto andrà bene (Ma ma) (diretto da Julio Medem, 2015); Julieta (nuovo lavoro con il regista Pedro Almodóvar nel 2016); Il presidente (La cordillera) (di Santiago Mitre, nel 2017); Tutti lo sanno (Todos lo saben) (diretto da Asghar Farhadi, 2018); Dolor y gloria, un nuovo lavoro con il regista Pedro Almodóvar nel 2019 e nel 2021 Madres paralelas, sempre del regista Pedro Almodóvar per cui ha ricevuto la candidatura all’Oscar per la miglior colonna sonora.
La nota di Iglesias è forte, emoziona in toto lo spettatore e colpisce. Il lavoro del compositore pervade lo spazio circostante e rende empatico l’incontro tra lo schermo, la scena messa in azione e lo sguardo del pubblico. La magia della composizione non ha eguali, il suo compito, come quello del compositore è di invadere e travolgere, e in questo ci riesce benissimo.