Una voce calda che trasporta in un mondo femminile sensibile e intimo quello di Greta Fornasari, cantautrice pop folk emiliana trapiantata nel mantovano uscita con un nuovo Ep Cosa più bella per l’etichetta Maieutica Dischi. Un lavoro frutto di una collaborazione tra Fornasari e la fondatrice di Maieutica, Veronica Marchi, cantautrice e autrice a sua volta.
Dopo anni di silenzio, quest’anno la cantautrice mantovana decide finalmente di condividere le sue canzoni per una necessità di espressione, prendendo coraggio con fierezza. Le canzoni sono state scritte da Greta Fornasari con la collaborazione in alcuni brani di Veronica Marchi, cantautrice e produttrice veronese, con la quale ha anche arrangiato e prodotto l’Ep. Cosa più bella è il brano che dà il titolo a questo lavoro. “L’ho scelto - racconta l’artista - come chiusura della scaletta perché è come se riassumesse i diversi concetti affrontati negli altri brani. Li concentra in un unico intimissimo finale. É stato scritto alcuni anni fa, in un momento molto introspettivo, nel brano parlo di me e del momento in cui ho trovato finalmente il mio posto, per essere me stessa. Le esperienze passate non si dimenticano ma c’è un posto oggi, cercato e trovato. Il nido di carta e di foglie per passare la notte, di cui parlo nel brano, sono il posto in cui di nuovo è importante la presenza di elementi naturali, connessi alla mia anima in cerca di casa”.
L’amore da curare è un brano di una sensibilità acuta e di un ritmo che regala momenti di introspezione magica. La cifra identificativa di Greta Fornasari è nel testo giocato su registri poetici ma anche quotidiani, ma soprattutto su una voce calda e potente che si sposa con una contemporaneità che ha richiami al cantautorato migliore. In Bellissima, invece, Greta rivela un taglio intimista e delicato che apre un orizzonte al suo vissuto personale, così in Lasciami andare dal ritmo cadenzato e in Un passo alla volta, che sfocia nella bellezza di Cosa più bella dove il fraseggio del testo viene amplificato dalla tessitura ruvida della voce di Fornasari. Un testo maturo che ha un ritornello che si imprime immediatamente nella mente e che non risulta mai scontato.
La voglia di scrivere canzoni per Greta Fornasari, classe 1978, viene da lontano. Prende in mano la chitarra la prima volta casualmente a circa 6 anni. Impara a suonarla da autodidatta, come una cosa innata, naturale, come lo è stato cantare e successivamente suonare altri strumenti. “Ero una bambina molto timida - spiega Greta Fornasari - ma la musica mi dava modo di esprimermi”. All’età di 14 anni entra a far parte di un gruppo di ragazzi e da lì non si è più fermata. Suonare e cantare erano le cose più naturali al mondo, per lei. In quel periodo inizia a scrivere canzoni, perdendosi per ore dentro le emozioni, mettere in musica il suo mondo interiore era una forte esigenza. Verso la fine degli anni ‘90 è arrivata la formazione di un gruppo con il quale per alcuni anni ha girato i locali del mantovano, in questo gruppo suonavano ragazzi che ora sono diventati professionisti nel campo della musica, tra cui Alberto Pavesi che ha registrato per lei la batteria del suo ultimo singolo.
Nel 2000 inizia una lunga collaborazione con altri musicisti, tra cui i Trama Sonora, con cui ha suonato il basso, cantato e prodotto un concept album di pezzi originali. Sono arrivate, poi, altre situazioni musicali tra cui i Matelda, gruppo formato da Gigi Cavalli Cocchi (batterista CCCP/Clandestino/Ligabue) e Fabrizio Varchetta, cantautore (autore anche per i Nomadi quelli originali), con Leonardo Sgavetti (Modena City Ramblers). Il progetto ha dato alla luce anche un album chiamato Leggende, nel quale hanno collaborato diversi artisti, tra cui Mara Redeghieri (Ustmamò) e Flaco Biondini, chitarrista di Guccini. Negli anni successivi ha continuato a suonare dal vivo e a produrre dischi, uno di questi con il gruppo Witko, capitanato dal cantautore Fabrizio Varchetta, con il quale ha avuto la possibilità di suonare in tutta Italia e in Svizzera.
Qualche anno fa arriva la decisione di concentrarsi di più sulla produzione, forte di quanto imparato negli anni. È un periodo fervido di composizioni ma rimangono tutte chiuse in un cassetto. Lavorare sulle cose degli altri le è risultato sempre molto più semplice che mettersi in gioco completamente, senza avere una direzione precisa, ma è proprio questa opportunità a farla crescere e a convincerla che sia arrivato il momento di uscire allo scoperto, fare ciò che sente, esprimere se stessa nel migliore dei modi. Nasce così l’esigenza di lavorare alla produzione di nuovi brani inediti, a partire da questo primo singolo dal titolo L’amore da curare, co-scritto con Veronica Marchi, prodotto a quattro mani e mixato da Greta stessa.