Per voce creativa è un ciclo di interviste riservate alle donne del panorama artistico italiano contemporaneo. Per questa occasione Giovanna Lacedra incontra Marta Mez (Bialystok (Polonia) 1981).
Ci sono episodi che nemmeno immaginiamo, nella vita degli altri. Episodi di cui non siamo a conoscenza, né lo saremo mai, dettagli minimi, inconfessabili, raggi ultravioletti che non possiamo percepire, ma che hanno condizionato tutto.
(Chiara Gamberale, La luce nelle case degli altri)
Le luci nelle case degli altri. Mondi dietro a finestre illuminate, nella sera. Facciate di condomini buie e accese solo dalla privacy di una lampadina a 60 watt, che illumina vite oltre a tende chiuse, vite come sagome, come anime, come lontananze.
A osservare le facciate delle case, dei palazzi, delle vilette a schiera, sembra quasi che un mondo dentro al mondo brulichi sommessamente. Brulicano vite dietro alla vetrina di una libreria o di un fast food. E ti lasciano indossare uno sguardo da voyeur. Tu acceleri il passo, non vorresti saperne nulla. Ma se ti trovi davanti a un dipinto di Marta Mez, sei costretto a guardare. E puoi persino scoprire che guardare ti piace.
Perché la vita degli altri è là. Nel rigore geometrico di architetture puriste. Nel rigore di campiture composte e dettagli che si ripetono. La vita degli altri è vita oltre la tela, vita oltre la facciata di un edificio.
Insegne colorate, illuminate e dal lettering indimenticabile. Ogni dipinto di Marta Mez è un mondo che si apre a noi attraverso luci accese dietro a finestre chiuse, o vetrine di negozi particolarissimi. La presenza umana non si palesa mai, ma si respira. Non troverete soggetti dipinti in primo piano, perché le architetture sono la sola umanità. Le architetture sono le custodi dell’umanità. Non c’è spazio per i corpi, per i volti, né per il contesto urbano. La vita è tutta lì dentro, oltre la pietra, oltre il cemento. Oltre la luce, oltre il vetro. Oltre una facciata viva e narrante.
Marta Mez, polacca di origine, vive e lavora con successo a Milano. Questa è la sua voce creativa per voi.
Chi è Marta?
Una combattente.
Chi o cosa volevi diventare da grande?
Fin da piccola volevo diventare pittrice, era un’idea fissa nella mia mente.
Cammineresti a piedi su un tappeto di schegge di vetro soltanto per…?
Lo farei per una persona che amo, perché per me l’amore è la cosa più importante che esista.
Il colore della vita, quando ti torna fra le mani?
Il colore della vita torna quando mi sento amata, felice e quando succede posso spostare anche le montagne.
La pittura, perché?
Per me è un istinto innato trasformare la realtà in un dipinto attraverso i colori e le linee. La tecnica che uso più spesso è la pittura a olio, sono della vecchia scuola.
Esiste un rituale che compi sempre prima di cominciare un nuovo quadro?
Faccio partire la musica e fisso la tela finché non prendo il coraggio per iniziare.
Definiresti lenticolare la tua tecnica pittorica?
Sinceramente ho mai pensato di usare una tecnica lenticolare. I miei quadri sono geometrici, quasi piatti, c’è il gioco di colori, sfumature e ombre. Ma sono felice che ciascuno interpreti le mie opere in maniera personale.
Che ruolo ha la memoria nel tuo lavoro?
Direi tanta, viaggio, memorizzo i luoghi e dopo lavorando sui miei quadri provo a ricordare la magia che ho visto.
È vero che la scaturigine di un’opera è sempre autobiografica?
In parte sì, mio padre era un architetto.
Ci racconti la genesi tecnica di un tuo lavoro?
Una parte è puramente creativa: le immagini, le linee e colori prendono forma nella mia mente, per rendere concreto questo pensiero uso dei colori ad olio e una tela di lino.
Quale credi sia il compito di una donna-artista, oggi?
Penso che sia cambiato poco dai tempi delle prime donne pittrici. Però oggi siamo più numerose e continuiamo a combattere per essere apprezzate come i pittori uomini.
Un lavoro tuo che ti sta maggiormente a cuore e perché?
New York durante l’inverno, unico quadro che ho fatto con la neve. Probabilmente perché mi mancano i veri inverni, quando tutto è coperto di bianco.
Ad ispirarti, influenzarti, illuminarti ci sono letture particolari?
Adoro le biografie, tempo fa leggevo solo quelle degli artisti, poi ho cominciato a interessarmi anche ad altri soggetti.
Scegli 3 delle tue opere, scrivimene il titolo e l’anno, e dammene una breve descrizione.
Rebel Rebel 2016, New York: un bianco silenzio invernale.
Woak, 2020: è un palazzo polacco situato nella mia città natale ed è un pezzo della mia storia.
Lockdown, 2020: è un insieme di oscurità, luci e vita.
L’opera d’arte che ti fa dire: “Questa avrei davvero voluto realizzarla io!”?
È difficile rispondere, ci sono tante opere che, quando le osservo dal vivo, mi lasciano senza parole per la loro bellezza.
Sei nello studio di Hopper, seduta lo osservi dipingere. D’improvviso interrompi quel silenzio per fargli una domanda, qualcosa che muori dalla voglia di sapere. Che cosa?
Potrei decidere la domanda solo seguendo l’ispirazione del momento. Di sicuro gli chiederei di bere un calice di vino insieme.
Un o una artista che avresti voluto esser tu.
Come ho detto ci sono tanti artisti che ammiro e che hanno dipinto quadri meravigliosi, ma io posso essere soltanto me stessa.
Un critico d’arte o curatore con il quale avresti voluto o vorresti collaborare?
Sono fortunata perché conosco molti bravissimi curatori che per mia fortuna mi apprezzano.
Tre aggettivi per definire il sistema dell’arte in Italia.
Difficile, stimolante e a volte strano.
Il momento più entusiasmante della tua carriera di artista?
Sono entusiasta ogni volta che inizio una nuova mostra, ogni volta che dipingo e ogni volta che vendo un quadro.
Se non fossi una pittrice cosa saresti?
Il medico legale.
In quale altro ambito sfoderi la tua creatività?
Insegno, mi piace trasmettere la mia conoscenza artistica agli altri.
Work in progress e progetti per il futuro.
Ho iniziato quadri che ritraggono Berlino, Londra e l’Olanda. Ho voglia di dipingere realtà diverse. I progetti futuri non li conosco ancora ma sono curiosa anch’io di scoprire che cosa succederà!
Il tuo motto in una citazione che ti sta a cuore.
Il cuore oltre ostacolo.