Nata a Selva di Progno il 5 novembre 1914, Carmela Pagani pronunciò la professione perpetua presso l’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone, nella provincia veronese, il 12 gennaio 1941, ottant’anni fa, in piena guerra mondiale. Era arrivata nell’ameno paesino sulle sponde del lago di Garda dalla sua montagna veronese nel 1932, animata da una fede intensa, assimilata in famiglia, ma coltivata intimamente in modo eletto.
La sua vita sarebbe stata dedicata ai bambini dell’asilo, ma si sa, le vie del Signore sono infinite, e quindi si occupò anche di altro, tra cui l’incarico di superiora di comunità e l’assistenza ad un sacerdote malato. La vita di Suor Pura, questo il nome assegnatole con i voti, si è incrociata con quella di santi, servi di Dio, beati.
L’Istituto presso il quale ha scelto di dedicare la vita al Signore è stato fondato, infatti, da don Giuseppe Nascimbeni e da madre Maria Mantovani, il primo proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1988 e la seconda proclamata santa quest’anno da papa Francesco. Giovanni Paolo II è santo, così come Pio da Pietrelcina, che Suor Pura conobbe quando era malata di tubercolosi e del quale divenne figlia spirituale, frate che le fu particolarmente vicino in un momento molto difficile della sua vita religiosa, sconvolta da gelosie, maldicenze infondate e un concetto di obbedienza molto lontano dai doveri religiosi strettamente detti: più legati a problematiche umane che divine.
Padre Pio scrisse per Suor Pura la preghiera per i venticinque anni di vita religiosa. Poi la suorina della provincia veronese conobbe padre Felice Maria Cappello, divenuto Servo di Dio nel 2014, noto come “il confessore di Roma”, amatissimo da tutti. Il padre le consigliò un percorso di vita interiore che perfezionò i suoi doni innati: la bellezza esteriore che corrispondeva al suo carattere solare, capace di comunicare con tutti e di ascoltare tutti, di qualsiasi età ed estrazione sociale.
Nel procedere del suo cammino spirituale e della sua vita come religiosa, Suor Pura imparò a conoscere i tormenti delle anime, addirittura anticipandoli prima che le persone che si rivolgevano piamente a lei riuscissero a parlarne.
La devozione per la suora cominciò ad essere ampia e spontanea, da parte di migliaia di persone che andavano cercando in lei supporto, conforto, quelle parole che sembravano divine. Suor Pura divenne tramite di grazie e di devozione, trascorreva ore ed ore a disposizione di chi cercava aiuto in lei, senza stancarsi e senza nemmeno distrarsi bevendo un bicchiere d’acqua.
Già in vita veniva considerata alla stregua di Padre Pio, con il quale parlava in incontri mistici che avvenivano anche dopo la sua scomparsa, così come incontrava la Sacra Famiglia o san Giuseppe. Il 18 marzo scorso, presso il Salone dei vescovi in Curia a Verona, si è aperto il processo diocesano di beatificazione e canonizzazione di Suor Pura per la quale, in quell’occasione, si sono moltiplicate le testimonianze di grazia e sono al vaglio i miracoli.
Le consorelle che l’hanno conosciuta e coloro che condividono la scelta di vita nelle Piccole Suore della Sacra Famiglia, sono felicemente stupite dei doni che l’Istituto ha ricevuto, essendo luogo di pace e di crescita di così importanti personalità dedite al bene del prossimo.