L’assertività, dal latino ad serere, significa asserire e cioè affermare se stessi nel rispetto dell’altro. Questa è una caratteristica della comunicazione che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace il proprio pensiero. E’ comune pensare che una comunicazione assertiva dipenda molto dallo studio della comunicazione paraverbale e non verbale. Intendendo con la prima il tono, il volume della voce e le pause tra le parole e con la seconda il linguaggio del corpo, la postura, lo sguardo degli occhi nonché la prossemica, cioè la distanza tra noi e il nostro interlocutore. E’ come se si potesse comunicare assertivamente partendo da comandi esterni a noi, come ad esempio il tono che deve essere impostato e le pause tra una parola e l’altra, che devono essere studiate. Insomma, imparare la tecnica della comunicazione assertiva, ma sempre come qualcosa di esterno a noi.
E se ciò fosse estremamente più facile imparando ad ascoltare e decifrare le sensazioni del nostro corpo, per diventare naturalmente assertivi? Se provassimo ad attingere alla sapienza del corpo per comunicare in modo chiaro ed efficace? Mi riferisco a quelle volte che sentiamo le parole sgorgare da dentro di noi come se ci fosse un posto sconosciuto dal quale provengono, cioè il nostro sentire più autentico… Tramite il Focusing è possibile allenarsi a percepire il nostro sentire rispetto una certa situazione, dandogli voce: allora potremo assistere a un tono più sicuro, un volume più alto della voce, la pronuncia di un no convinto.
Agendo dall’interno, fortificando la nostra autostima, il Focusing origina un processo In-out e non Out-in come spesso ci insegnano: la conseguenza è che imparare la comunicazione assertiva diventa meno tecnico, meno faticoso, perché è la diretta espressione del nostro scoprirci e tutto diventa più chiaro, per noi e per gli altri, senza sforzo.
In sintesi, come il metodo del Focusing può aiutarci nell’essere sempre più assertivi? Intanto aumenta la nostra responsabilità su ciò che proviamo e sentiamo rispetto a una data situazione: siamo consapevoli, niente può passare inosservato... Riusciamo, sempre più, a distinguere con chiarezza i nostri bisogni e quello che vogliamo per noi. Prestando ascolto all’altro possiamo distinguere quello che proviamo e che effetto hanno le parole ascoltate su di noi, in modo da comunicare direttamente dallo stato del “sentire” e non del “pensare”. E' più facile perché diventa un processo naturale (In-out). Una chicca finale per chi ha difficoltà a dire no: un no che proviene dal sentire è sicuro e autorevole… non permette replica... da provare!