Il successo di un evento è dovuto a un insieme di fattori più o meno oggettivi e prevedibili e, in certi casi, a un fantastico susseguirsi di fortunate coincidenze.
Lo scorso ottobre, dal 20 al 23, si teneva a Parigi la trentottesima edizione della FIAC - Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea – e invece della solita nebbiolina fredda e uggiosa tipica della stagione nordica, il sole scaldava e illuminava generosamente i marciapiedi della Ville Lumière come mai si sarebbe potuto sperare.
Se questa fortunata congiunzione metereologica poco importava, tutto sommato, ai 168 galleristi che esponevano all’interno dell’imponente e magnifico Grand Palais, molto ha giovato, al contrario, a tutti coloro che hanno visto collocare le proprie installazioni lungo la passeggiata dei Jardin de Tuileries o nel Jardin des Plantes dove una folla di parigini - e non solo - si crogiolava entusiasta nell’insolita cornice costellata di curiose opere d’arte. Opere che potevano entusiasmare o meno, ma che indubbiamente regalavano una nuova prospettiva di colori e dimensioni a percorsi noti e familiari.
Sicuramente con grande entusiasmo l’inaspettato sole e tepore primaverile è stato salutato dalle decine e decine di galleristi che esponevano per tutta la città – in particolare nel quartiere del Marais – lasciando aperti gli spazi espositivi sino a tarda sera per accogliere i fiumi di collezionisti o di semplici curiosi di novità che invadevano le strade parigine, entrando ed uscendo dalle gallerie e scambiandosi aperitivi e commenti. E qui torniamo alle fortunate coincidenze se, nell’andirivieni di facce ed emozioni, si finisce per entrare in una delle “esime” gallerie proprio nell’istante in cui sta entrando lui, uno dei più importanti e quotati artisti contemporanei del momento: Takashi Murakami.
Sguardi, fermento, eccitazione. La folla si sposta dalle opere all’androne d’ingresso della Galerie Emmanuel Perrotin bisbigliando incredula. Lui è lì: eschimo verde, capelli legati, il solito pizzetto. Sorride, risponde gentilmente ai fan, a qualche giornalista, firma alcuni autografi. E’ l’artista vivente più pagato al mondo dopo Jeff Koons e Damien Hirst. Ha da poco esposto le sue opere nei saloni e nel parco di Versailles, al Guggenheim di Bilbao, al Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles, al Brooklyn Museum di New-York, al Museum fur Moderne Kunst di Francoforte e alcune sue tele sono state battute all’asta con cifre da capogiro da Sotheby a New York. Viene definito l’Andy Warhol giapponese. La sua pop-art manga può piacere o non piacere, come spesso accade in questo campo, ma possiede indubbiamente un fascino e un potere comunicativo riconosciuti e consolidati. Incontrarlo qui, a Parigi, girando per gallerie, era probabile quanto questo caldissimo sole autunnale. Fortunate coincidenze.
La mostra di Takashi Murakami resterà alla Galerie Emmanuel Perrotin (76, rue de Turenne, e più precisamente nelle sale a cui si accede dal n. 10 di impasse Saint-Claude) fino al 23 dicembre 2011. Nel 2012 la trentanovesima edizione della FIAC si terrà dal 18 al 21 ottobre. E tutti noi speriamo in nuove, entusiasmanti, fortunate coincidenze.