Lo Young Professionals Forum è opportunità di condivisione, visione e commistione tra generazioni, comunità e confronto. Sono queste le parole al centro dell’evento dedicato ai giovani professionisti del patrimonio culturale che si terrà online il prossimo 1-2 luglio promosso dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (Torino) in collaborazione con ICCROM, IIC, ICOM Italia, CNR e Università degli Studi di Torino e grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.
Rivolgiamo alcune domande a Sara Stoisa e Valentina Valcarenghi, due giovani professioniste che lavorano con passione e competenza al progetto. A loro chiediamo perché oggi organizzare un Forum? Perché un progetto come questo?
Abbiamo immaginato il Forum perché il mondo della conservazione ha bisogno di mettersi in ascolto, ha bisogno di rinnovamento. Nuovi mezzi stanno emergendo velocemente, rivoluzionando ciò che facciamo e come lo facciamo e la conservazione deve mettersi al passo. Per farlo ha bisogno della forza propulsiva, trainante ed energizzante dei giovani, magari acerbi, magari ancora non perfettamente rodati ma senz’altro visionari e figli della contemporaneità.
Formare le giovani generazioni, arrivare ai giovani attraverso i giovani, questa è la strada per promuovere nuovi studi, nuovi approcci alla conservazione, quando è iniziato questo vostro entusiasmante percorso?
Il nostro viaggio è iniziato poco più di un anno fa: nel 2020 il Forum si è tenuto interamente online con un’attiva partecipazione di ragazze e ragazzi da ogni parte del mondo. Avevamo pensato ad un Forum in presenza ma l’emergenza legata al Covid-19 ha trasformato il nostro appuntamento in un evento interamente digitale. Quest’anno il Forum si svolgerà in due giornate (1-2 luglio) con momenti di scambio, dibattito e tavoli di lavoro in vista del G20 Cultura con professionisti della scena culturale internazionale. Il Forum sarà inoltre preceduto da tre giorni di Experts Meeting. Il vincitore della call for abstracts potrà usufruire di una fellowship con borsa presso il CCR.
Quale motivazione vi spinge ad andare avanti e con quale spirito?
Crediamo fermamente nel progetto, crediamo nella forza della rete e della formazione, non fermandosi mai e lasciando aperta la possibilità di imparare e migliorare laddove carenti, di imparare cose che nemmeno sapevamo ci sarebbero state utili. Il fattore più potente che abbiamo sperimentato in questo primo anno di Forum è che la voglia di connettersi è grande quanto la distanza che ci separa e non conta quanto le culture siano differenti dall’altra parte del mondo.
C’è un sentimento comune che ci spinge verso la conservazione dei nostri valori e della nostra identità che passa attraverso il patrimonio culturale di ciascuno di noi. Con “noi” intendiamo un gruppo di giovani professionisti ancora carichi di aspettative e desiderosi di fare meglio, di fare di più, di lasciare un segno tangibile attraverso la propria lettura, attraverso il proprio punto di vista.
Il digitale ci ha permesso di abbattere le barriere: distanza, lingua, timidezza… e se un domani potremo tornare a viaggiare siamo sicure che in Africa, Brasile, Australia, India, Inghilterra troveremo amici e colleghi pronti ad aprirci le porte dei loro laboratori... e questo grazie al Forum, ad una visione comune, alla costanza e alla pazienza di ascoltare chi ha qualcosa da dire. “Mettersi in ascolto” è il nostro motto. Metterci in ascolto delle esigenze dei nostri coetanei per ritrovarci nei loro bisogni. Il CCR può essere una grande cassa di risonanza, perché ha gli strumenti, le possibilità e le figure professionali solide per permetterci di far sentire la nostra voce. Noi siamo il ponte, la colla, il filo conduttore, i connettori che permettono alle idee di trovare uno spazio e una forma.
Dalla prima edizione è nata poi la “sorellina” del nostro Forum: la Young Professionals Community. Un ambiente di condivisione e ascolto in primis. La Community è nata a partire dalle esigenze dei nostri ragazzi (coloro che amiamo chiamare “compagni di viaggio” e non “membri” o peggio ancora “utenti”) ed è attraverso i nostri bisogni e il “comun sentire” che la community si trasforma di continuo. Dove arriveremo? Chi lo sa! É chiaro che un progetto di tale portata è un vero e proprio investimento sulle persone e sul loro futuro. Stiamo vivendo una crescita lenta ma graduale che porterà i suoi frutti nel medio-lungo periodo.
Chi fa parte del gruppo?
Ragazze e ragazzi fortemente motivati e ispirati provenienti da ogni Paese del mondo. La community è uno spazio estremamente fluido che si trasforma di continuo e che richiede una sperimentazione costante. Come per ogni lavoro non è certo tutto rose e fiori. Con il lockdown abbiamo sperimentato il lavoro da casa, alla ricerca costante di un equilibrio tra dimensione lavorativa e personale. Dobbiamo però ammettere che lavorare a questo progetto è come innamorarsi ogni giorno del proprio lavoro: si gioisce dei successi, alle volte si sbaglia e si piange per i fallimenti, ci si consola, ci si conforta e si riparte. Ci piace pensare di essere tra i protagonisti di un nuovo Rinascimento (digitale): uniti, consapevoli, ardimentosi di fare, rifare, sperimentare, senza la paura di condividere l’errore ma imparando da esso.