Sul finire del 2013, con i tradizionali bilanci di fine anno, si guarda già alla programmazione dell’anno nuovo. Il 2014 proporrà, tra i vari appuntamenti che si susseguiranno nei vari mesi, l’anniversario della Grande Guerra, per alcuni anche Quarta guerra d’indipendenza italiana e per tutti Prima guerra mondiale.
Un anniversario triste, ma che si presta a molte riflessioni e a un susseguirsi di iniziative molto interessanti, proprio in un nuovo quadro europeo e come simbolo di un’Europa capace di porsi e proporsi in chiave argomentata e intelligente sullo scenario mondiale. Non si tratta, infatti, di celebrare una guerra quale dimostrazione di forza e potenza, così come si leggeva in molti manifesti del tempo (non ultimo quello futurista che guardava con ammirazione ai nuovi mezzi, dall’automobile alla mitragliatrice al carro armato), bensì di riordinare fatti e motivazioni per comprendere meglio come siamo arrivati alla storia attuale.
L’anniversario, che coincide con l’inizio del conflitto, anche se non tutti i Paesi hanno aderito alla guerra nel 1914, è occasione, fra le altre, per organizzare tour storico-geografici e attirare un nuovo pubblico, amante o meno del genere. Un'occasione interessante è una visita a Trento, territorio conteso proprio tra le due amiche e poi nemiche del conflitto, l’Austria dell’Impero e l’Italia. Dapprima legati nella Triplice Alleanza, i due regni finiranno per trovarsi su fronti contrapposti, divisi da pochi metri nelle trincee, a contendersi un territorio come quello trentino che voleva per piccola parte diventare italiano, ma che era troppo prezioso per essere ceduto senza battere ciglio.
Trento, città degli irredentisti e di coloro che, dedicando una statua a Dante, volevano ribadire la loro italianità guardando al Poeta di tutti i tempi come al faro della cultura per antonomasia, ospita l’interessante Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, gioiello per i modelli aerei e il più antico museo aeronautico al mondo. Fondato nel 1927 da Gianni Caproni e dalla moglie Timina Guasti (“costretta” a chiamarsi per sempre Caproni per evitare che il cognome portasse sfortuna al più grande progettista di aerei del mondo!), il museo raccoglie ed espone una collezione di aeromobili storici originali di rilievo mondiale; riunisce, inoltre, molte raccolte che documentano la storia del volo in tutti i suoi aspetti, da quella col dirigibile a quella a motore: motori, strumentazioni di bordo, equipaggiamenti in dotazione a velivoli e piloti lungo tutto il Novecento, oltre a innumerevoli testimonianze materiali della pluridecennale attività di officine e fabbriche Caproni. Caproni, infatti, non solo progettava, ma realizzava nelle sue fabbriche i velivoli; lui progettò lo SVA 10 modificato per Gabriele D’Annunzio per la mitica impresa ricordata come il “Volo su Vienna” dell’agosto 1918.
Di questo volo si trovano molti ricordi nel museo, tra i quali uno SVA 10 degli 11 che compirono la trasvolata. Quello del Vate, come noto, è ospitato al Vittoriale, altra tappa interessante nel percorso di ricerca storica legata al centenario del 2014. D’Annunzio volle che il suo SVA per il Volo su Vienna fosse modificato su sua richiesta: non sapeva pilotare, malgrado venisse da tutti definito “poeta aviatore” (dopo la sua partecipazione al Circuito Aereo di Brescia del 1909), pertanto doveva avere un pilota vero con sé al quale affidare i comandi. Poiché non voleva stare dietro al pilota, fu creato per lui un sedile anteriore, notoriamente un “sedile incendiario”, poiché completamente imbottito di carburante, per garantire che peso e distanza potessero essere superati brillantemente, come fu. Giunto su Vienna lanciò volantini (esattamente quarantamila), invece di bombe, per ribadire l’importanza di garantire ai territori la possibilità di diventare nazioni, senza per questo distruggerne altri. D'Annunzio fu l’interprete privilegiato della riscoperta del gesto individuale attraverso imprese che volevano trasmettere messaggi forti e pervasivi. Per il “poeta aviatore” l’aereo era il mezzo idoneo per esprimere le sue valenze artistiche, avendo intuito le implicazioni che il veicolo avrebbe avuto nella vita militare e civile nel corso della storia.
D’Annunzio è senz'altro un personaggio da approfondire nell’ambito della Grande Guerra, per le sue memorabili imprese, ma anche per il suo contributo letterario. Discusso, spesso poco amato, lo scrittore è stato recentemente celebrato in occasione del centocinquantenario dalla nascita e, finalmente, sollevato da quella sorta di limbo decadentista nel quale veniva spesso relegato. Approfondire D’Annunzio significa, ad esempio, sapere che ha coniato molti neologismi che ancora oggi utilizziamo nel nostro linguaggio o sapere che per lui era stato creato il liquore Aurum. Attorno al nome del Vate sono molte le realtà che hanno ripreso vigore e interesse, in una proposta culturale italiana che non può e non deve trascurare i suoi gioielli, noti in tutto il mondo. Così, parlando di D’Annunzio, veniamo a trovarci a Gardone Riviera, cittadina ridente sul lago di Garda, che ospita il Vittoriale degli Italiani, l’ultima dimora del poeta, sede della fondazione che porta il suo nome e che custodisce gli scritti e i cimeli della sua vita avventurosa, e il Museo del Divin Infante, una collezione di Bambinelli tutta da vedere. E se cerchiamo un'immagine diversa del Garda, dalla Nave Puglia nel Vittoriale appunto, ammiriamo uno dei giardini più belli del mondo, quello del Vittoriale. Qui, presso il teatro che il Vate volle per rappresentare le sue opere, ogni estate viene proposta un’eccellente rassegna di spettacoli. Da Gardone Riviera a Salò il passo è breve, e ci troviamo al Museo del Nastro Azzurro, unico in Italia, che ospita cimeli dall’epoca napoleonica alla Seconda guerra mondiale, di cui D’Annunzio era socio onorario.
Se vogliamo, tuttavia, restare in Trentino, ammiriamo le vie ferrate utilizzate dagli alpini, sistemate per poter comprendere cosa significava la guerra in quota, oggi gite mozzafiato sulle Dolomiti e Patrimonio Unesco. Ecco un orizzonte alto per un conflitto doloroso: nel castello rinascimentale del Buonconsiglio si insediò il quartier generale degli austriaci, per poi diventare sede di fucilazioni e impiccagioni nella cosiddetta Fossa dei Martiri. Lì morì, fra gli altri, Cesare Battisti, in quella che fu la prima esecuzione mediatica della storia. Era così importante per gli austriaci dimostrare di avere catturato un importante e pericoloso nemico, che non solo lo fecero girare su un carro aperto per tutta la città, ma la sua esecuzione venne immortalata da decine di giornalisti accorsi con macchine fotografiche; anche alcuni soldati recavano con sé piccole ed economiche macchine fotografiche.
Le documentazioni fotografiche iniziarono a diventare numerose proprio durante il conflitto e sono molto interessanti quelle che fanno parte delle collezioni Alinari, a Firenze. Del periodo austroungarico di Trento e Trieste abbiamo testimonianze originali e uniche, dai fasti della corte asburgica, alle immagini meno note dell’assassinio dell’erede al trono Francesco Ferdinando, causa della guerra, alla Trieste dell’unico porto dell’Impero. Sono le fotografie che ritraggono la famosa e molto amata principessa Sissi e il consorte Francesco Giuseppe, "Cecco Patata" per gli italiani, destinato ad essere imperatore per decenni e, quindi, testimone di notevoli cambiamenti storico-politici.
I fasti liberty di molti ambienti, dai caffè che animavano l’Italia almeno fino a Roma, alla ventata di novità e spensieratezza che aveva contraddistinto il periodo immediatamente precedente al conflitto, chiamato non a caso Belle Epoque, si ritrovano in filmati apparentemente lontani ma assai moderni. C'è molto da recuperare di quello spaccato di passato, dal Casinò di Arco al Grand Hotel di San Pellegrino Terme, ma soprattutto la curiosità delle persone. Dinnanzi a chi visita i luoghi o legge gli scritti (Niente di nuovo sul fronte occidentale, o le poesie dei soldati Gatti o Ungaretti, ad esempio), è inconfutabile che la Storia sia un tema sempre affascinante. Il coraggio di conoscere e affrontare tutte le fasi del nostro passato ci permette di compiere scelte ragionate e di capire meglio perché siamo così come siamo. Un modo garantito per assicurarci un futuro che a volte pare buio e lontano. Con l'augurio di un migliore anno nuovo, di cuore.