C’è stato un secolo buio per la liuteria italiana Un secolo e mezzo, per la precisione: l’Italia che aveva dato i natali alle famiglie degli Amati, dei Guarneri e ad Antonio Stradivari perse, verso la metà del Settecento, il proprio legame con la tradizione costruttiva più alta, quella che oggi viene denominata liuteria “classica”.

Nel 1737 Stradivari morì ed entro il 1750 tutte le più importanti stirpi di liutai parevano essersi estinte. La perdita di questo prezioso retaggio non fu però definitiva: il Rinascimento della liuteria prese origine a Bologna tra fine Ottocento e inizio Novecento, passando poi per Milano, Parma, quindi Firenze, Genova e, naturalmente, Cremona. La storia di questa tradizione ritrovata è narrata nel documentario Violin Makers. The Reinassance of Italian Lutherie, dvd che, nonostante il titolo inglese, è stato realizzato in Italia a cura di Paolo Parmiggiani e Andrea Zanré.

Attraverso lo studio di documenti storici e le interviste ad alcuni grandi liutai contemporanei, come Francesco Bissolotti, Gian Carlo Guicciardi, Gio Batta Morassi e Renato Scrollavezza, il filmato ricostruisce un percorso dal buio alla luce, possibile grazie allo studio e alla ricostruzione di una prassi antica. Il titolo non è casuale: come i pittori del Rinascimento ispirarono la propria arte alle sculture dell’antichità classica, così una nuova generazione di liutai prese le mosse, a cavallo tra Ottocento e Novecento, dallo studio dei modelli antichi. Di grande utilità furono, in particolare, alcuni dei materiali di lavoro impiegati da Stradivari nella sua bottega.

Gli eredi di Stradivari, infatti, negli anni Settanta del Settecento conservavano ancora modelli, forme, attrezzi e disegni usati dal maestro cremonese per la costruzione dei suoi strumenti: un patrimonio di inestimabile valore che consentiva di conoscere le misure esatte di violini, viole, violoncelli, chitarre tra i più belli mai costruiti, gli spessori del legno, i procedimenti impiegati nella costruzione, come l’uso di una sagoma interna su cui venivano modellate e incollate le varie parti della cassa armonica.

Il primo a rendersi conto del valore della bottega stradivariana fu un nobiluomo piemontese, Ignazio Alessandro Cozio che, nel 1773, la acquistò e tentò di persuadere alcuni liutai a lui contemporanei (come Giovanni Battista Guadagnini e Giacomo Rivolta) a costruire secondo i procedimenti del grande cremonese. Cozio non riuscì a raggiungere il suo scopo ma contribuì comunque a conservare i reperti stradivariani che, oltre un secolo più tardi, nel 1881, in un’Italia ormai riunificata, vennero esposti al pubblico per la prima volta durante l’Esposizione nazionale di Milano.

Tra i visitatori vi fu Giuseppe Fiorini, liutaio bolognese che comprese la necessità di tornare all’antico: egli studiò approfonditamente questo materiale e molto più tardi, con un grande sforzo economico, lo acquistò. La rinascita della liuteria classica passò quindi per la Bologna di Fiorini, poi per la Milano di Leandro Bisiach (che divenne il più grande mercante ed esperto di strumenti dell’epoca, ispiratore di una nuova tradizione liutaria), e attraversò Parma grazie a Gaetano Sgarabotto che, nel 1928, fondò nella città emiliana la prima scuola di liuteria classica.

Infine a Cremona, nel 1938, nacque la scuola di liuteria ancora oggi esistente. Il dvd racconta come l’apprendimento di questa arte sia un percorso affascinante fatto di studio ma anche di talento e personalità perché, come spiega Renato Scrollavezza, per essere buoni liutai non basta imitare alla perfezione i grandi modelli: «Bisogna capire la pittura figurativa per dare un’idea di quello che deve fare un liutaio: la pittura non è una fotografia. – dice Scrollavezza – Ci sono pittori che fanno la figura umana con grande precisione ma sono freddi, invece le grandi tele, se osservate dal punto di vista meccanico, magari non sono perfette, però sono belle, vibrano».

Oggi il patrimonio Stradivariano è conservato nel Museo del Violino della città di Cremona, cui Giovanni Fiorini lo donò con queste parole «Possano questi preziosi oggetti illuminare e guidare quei liutai italiani che avranno ora agio di consultarli». Un percorso di generosità, di arte, di cultura musicale che viene ben ricostruito da questo documentario, affascinante per il profano quanto approfondito per chi ha fatto della musica e dell’arte liutaria la propria vita.

Per informazioni sul dvd, abbellito dalle musiche eseguite dall’Europa Galante diretta da Fabio Biondi e dal violinista Marcello Defant, si può contattare la Bottega liutaria Scrollavezza & Zanré di Parma.
info@scrollavezza-zanre.com