Fin da piccola sono stata attratta dalla scrittura delle persone, dal loro modo di arrotondare le lettere, dall’eleganza di una pagina, dal disordine totale delle lettere che scorrevano sulle righe o sui quadretti, dalla poesia di una firma e dal mistero dei segni della scrittura. Per questo, ora che ho conosciuto il professor Alberto Bravo, grafologo consulente e grafologo forense, presidente dell’Istituto Superiore di Grafologia di Roma che gestisce la Scuola Superiore di Grafologia di cui è direttore, socio fondatore e vice-presidente dell’A.N.I.Gra.F.E.D. (Associazione Nazionale Italiana Grafologi Forensi ed Esperti Documentali), non vedo l’ora di tempestarlo di domande.
Quando ha scoperto la grafologia e perché se ne è appassionato?
La grafologia mi appartiene da sempre, è intimamente connessa alla mia essenza, l’ho esplorata fin dall’infanzia, ancor prima di sapere cosa fosse ed è stato un viaggio appassionante che dura da circa 50 anni: mi ha fatto incontrare tanti luoghi, tante persone, ha arricchito la mia vita come una pietra preziosa. La grafologia come scienza, in realtà, l'ho scoperta nel 1959 quando frequentavo l'università a Roma.
Come è accaduto?
Una compagna di studi mi volle leggere la mano ed io le analizzai la grafia utilizzando alcuni criteri di interpretazione sperimentati negli anni, da quando frequentavo le elementari e mi accorgevo che la mia scrittura cambiava al mutare dello stato d'animo. Ne avevo desunto alcuni principi applicabili anche agli altri e mi davano buoni risultati pratici.
E questo fu il motivo scatenante?
Fu un altro compagno di studi, che aveva assistito alla scena, che si offrì di interpretare le nostre scritture: quando analizzò la mia, mi svelò verità nascoste in me e ne rimasi così colpito che gli chiesi come avesse fatto. Mi spiegò che aveva letto il manuale di grafologia generale di Girolamo Moretti, un frate francescano che aveva messo a punto un metodo di interpretazione grafologica molto valido e scientifico. Da quel giorno ho cercato, acquistato e studiato tutti i libri di questo frate che riuscivo a trovare in libreria.
Studiando la grafologia di Moretti ho capito che si tratta di una materia, scientificamente trasmissibile e insuperabile per capire le predisposizioni affettive ed intellettive del soggetto, senza la presenza fisica della persona, ma sulla base della sola scrittura spontanea.
Ho studiato la grafologia da autodidatta, utilizzando gli insegnamenti di Moretti, fino a quando è partito il corso di studi di Grafologia presso l'Università degli Studi di Urbino, al quale mi sono iscritto nel 1970.
Che rapporto aveva con Girolamo Maria Moretti? Chi era questo frate recanatese?
Ho cercato Moretti nel settembre del 1963, quando abitavo a Gorizia per lavoro, ma non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente perché era deceduto pochi mesi prima. Egli sapeva vedere nella scrittura il soggetto nelle sue molteplicità espressive, sia somatiche che comportamentali e pensava che queste capacità le avessero tutti gli esseri umani. Nell'agosto del 1905 a Moretti, in un pomeriggio afoso in cui non riusciva a fare il consueto riposino, prendendo un giornale (Avvenire d'Italia) gli cadde lo sguardo su un articolo che parlava di grafologia. Non ne aveva mai sentito parlare e non credeva che fosse una scienza da studiare. Da quel momento cominciò ad interessarsi alla grafologia come scienza, riversando nei suoi testi le capacità interpretative che egli aveva avuto da Madre Natura come sue predisposizioni innate.
Che differenze fondamentali ci sono tra le tre più importanti scuola di grafologia: francese, italiana e tedesca?
La grafologia francese ha il massimo rappresentante in Jules Crépieux Jamin (1859-1940), il quale ha dedicato 50 anni alla grafologia studiando e sistemando i segni in generi, specie e modi. Il suo metodo grafologico è validissimo per operare le descrizioni particolareggiate dei comportamenti umani.
La grafologia tedesca ha il suo massimo rappresentante in Ludwig Klages (1872-1956), un filosofo che cominciò a studiare la scrittura come espressione dell'uomo (aveva fondato a Monaco il Seminario della scienza dell'espressione). Con i suoi studi introdusse il concetto di ritmo grafico, mettendo in relazione il movimento scrittorio con l'energia e le istanze interiori del soggetto (principio dell'espressione e della rappresentazione) enucleando leggi e principi che per la loro validità sfidano i tempi.
La grafologia italiana ha il suo massimo rappresentante, appunto, in Girolamo Moretti (1879–1963), che mette in relazione diretta il gesto formativo della scrittura con l'energia interiore del soggetto ed attribuisce al gesto scrittorio il valore di tendenza naturale, rivelante le predisposizioni di base, sia affettivo – volitive, che intellettive.
La grafologia italiana consente di effettuare l'analisi approfondita delle tendenze naturali del soggetto scrivente, codificabili qualitativamente e quantificabili attraverso l'attribuzione di un valore in decimi a ciascun segno grafologico rilevabile, da 1 a 10. Dalla combinazione delle tendenze (segni) si può descrivere la persona nelle qualità innate (predisposizioni, temperamenti), nelle risultanti a livello di comportamento (carattere) e nelle risultanze che possono derivare dalle combinazioni dei segni tra loro.
Quali vantaggi ha l’adozione del metodo morettiano?
Esso conduce alla rilevazione e descrizione della natura temperamentale ed intellettiva del soggetto (in grafologia generale), delle sue predisposizioni attitudinali (in grafologia dell'orientamento professionale), delle stimolazioni da fornire al soggetto per aiutarlo ad utilizzare le proprie potenzialità nel migliore dei modi (in grafologia dell'età evolutiva), delle peculiarità grafomotorie che siano di una persona ed esclusivamente di quella persona ai fini identificatori (in grafologia giudiziaria-forense).
Su quali principi generali si basa il metodo?
Il principio fondamentale è che ogni soggetto scrive con una sua scrittura, unica e differente dalle grafie di tutti gli altri soggetti. La grafologia quindi in particolare studia le peculiarità espressive del singolo grafismo nella sua individualità irripetibile, come è irripetibile la personalità di ciascun soggetto.
Perché taluni non riconoscono alla grafologia la dignità di disciplina scientifica?
Perché non conoscono la vera portata interpretativa della grafologia. O sono scettici o la rifiutano a priori. Mentre gli scettici, constatata la validità, l’accettano restandone sorpresi, chi la rifiuta a priori ne nega la validità, credo, per timore e per paura che le sue potenzialità possano superare quelle di altre scienze dedite allo studio della personalità come per esempio la psicologia. La grafologia non è in antitesi con altre scienze, psicologia compresa: studia un oggetto ben definito, la «scrittura», nelle componenti del movimento e dell'energia che lo alimenta e da questa ne ricava le componenti intellettive ed affettive-volitive dello scrivente. Il suo intervento nella comprensione della personalità è impagabile.
Oltre che insegnare la disciplina, lei svolge anche l’attività professionale di perito grafologo. In che cosa consiste?
Nel settore peritale – giudiziario la grafologia lascia il ruolo descrittivo della “personalità” per assumere finalità “identificatoria”, ricerca quindi gli elementi individuali del grafismo (energia, movimento, struttura, gesti personalizzati, natura grafomotoria, stile espressivo, etc.) appartenenti alla persona in esame e solo a lei, al fine di stabilire se la grafia o firma in contestazione provenga o non dalla mano del soggetto in studio.
Quali sono le più importanti applicazioni della grafologia?
Le sue applicazioni ormai consolidate sono quattro:
- grafologia dell'età evolutiva, segue il decorso evolutivo del soggetto per aiutarlo ad utilizzare al massimo le proprie potenzialità;
- grafologia dell'orientamento professionale e della utilizzazione delle risorse umane in ambito lavorativo, aiuta il soggetto ad avviarsi verso il tipo di professione o lavoro in cui potrebbe riuscire meglio come naturale predisposizione;
- grafologia della compatibilità di coppia e della dinamica familiare, fornisce ai partners informazioni sulle reciproche compatibilità o incompatibilità e un aiuto nella dinamica familiare con i figli;
- grafologia peritale-giudiziaria, ricerca i falsi in scrittura (testamenti, firme, assegni, identificazione degli autori di scritti anonimi, etc.).
Altri settori nei quali la grafologia si sta specializzando sono la “grafologia somatica” e la “grafoterapia”. La prima consente di individuare le relazioni esistenti tra la scrittura ed il corpo umano (non si scrive solo con la mano, ma con l'interazione mente-corpo) e di comprendere gli atteggiamenti espressivi del corpo (postura, mimica sottocutanea, etc.) in relazione alle movenze del gesto scrittorio.
Con la grafoterapia si cerca di aiutare il soggetto ad uscire da situazioni emotivamente bloccanti o inibenti, affinché utilizzi in modo efficace la propria energia.
È stato incaricato dall’autorità giudiziaria di espletare accertamenti peritali sul testamento di Oriana Fallaci. Cosa ha messo in luce la perizia?
È stato nel 2012: una perizia grafologica sul testamento della Fallaci, scritto e pubblicato negli Stati Uniti. Mi servii di due collaboratori: un medico per esaminare la documentazione sanitaria della scrittrice, ritenuta cieca; una grafologa per la raccolta delle scritture di comparazione della persona sospettata di aver falsificato il testamento. Dalla perizia espletata è emerso con inequivocabile chiarezza che la firma apposta sul testamento era autografa di Oriana Fallaci.
Quale incarico professionale le è rimasto più impresso?
Quello conferitomi dalla Commissione Europea nel 2012, per conto della Procura della Repubblica del Kossovo: dovevo identificare alcuni personaggi che, da quanto ho potuto intuire, erano coinvolti in responsabilità di guerra. È stato il più delicato ed importante mai svolto.
Sarebbe bello per tutti noi possedere la conoscenza di un grafologo, poter entrare in contatto con il mistero degli altri, conoscere meglio il partner, i figli, comprendere quando estranei o amici stanno provando a raggirarci, intuire se abbiamo predisposizione per una attività o se altri possiedono questa attitudine, ma soprattutto riuscire ad indagare la parte inconscia di noi stessi con questo strumento che si aggiungerebbe a quelli già a disposizione della psicologia, della psichiatria e di altre discipline. Ci vorrebbero anni di studio, perché la grafologia è un percorso impegnativo che comporta applicazione e una grande intuizione e prima di conoscerla a fondo come il Dottor Bravo ci vorrebbero millenni. Lo ringraziamo per averci svelato i segreti di questa disciplina e aver suscitato il nostro vivo interesse a saperne di più.