La panchina non ha età e non la pretende. La panchina rappresenta la pausa e il punto di osservazione.
La panchina è energia.
La panchina è pronta per entrare in campo.
La panchina è un valore socialmente forte.
La panchina è di tutti.
Nasce in piena pandemia un progetto artistico volto a valorizzare la condivisione, la riflessione, il dialogo, il riposo. Concetti la cui importanza è stata amplificata in questo periodo e che dovremmo aver imparato a valorizzare. Parte tutto dal Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, un progetto partecipativo e partecipato di rinascita. Il simbolo del progetto è una riformulazione del segno matematico dell’infinito: i due cerchi opposti significano natura e artificio, l’anello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo della rinascita. Il Terzo Paradiso è la terza era dell’umanità, è l’era della responsabilità.
È la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro genere di artificio. Si è formato un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado e consunzione del mondo naturale. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura.
(Michelangelo Pistoletto)
Il Terzo Paradiso è un simbolo di rinascita, dove dall’incontro dell’uno con l’altro nasce sempre una cosa nuova, una terza cosa (1 + 1 = 3) ed in questo senso è un simbolo di creazione.
100 Panchine per Roma è un progetto figlio di questa filosofia, nato al Rebirth Forum Roma 2019 e sviluppato da Cittadellarte - Fondazione Pistoletto. Un progetto di sensibilizzazione alla cosa pubblica basato sui concetti di comunità, responsabilità, rispetto e sostenibilità. Dapprima nel VI Municipio durante il Festival delle Periferie ideato da Giorgio de Finis e poi in Piazza di Siena a Villa Borghese per la seconda edizione di Back to Nature di Costantino D’Orazio verrà realizzata un’installazione di 100 panchine in plastica riciclata ricreando il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
L’acquisto delle panchine avviene attraverso la loro adozione da parte di 100 finanziatori diversi (è possibile offrire il proprio contributo dal sito dedicato al progetto), una forma di fundraising diretto. Al termine dell’installazione le panchine verranno ufficialmente donate alla Città di Roma che provvederà al loro dislocamento su tutto il territorio.
La panchina è un luogo di sosta, un’utopia realizzata. È vacanza a portata di mano. Sulle panchine si contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti e ci si dà il tempo di perdere tempo, come leggere un romanzo […] Oggi stare in panchina è un’anomalia sociale. Per molti, che a stare in panchina provano imbarazzo, questa è l’immagine della provvisorietà, della precarietà, forse del declino. Stare in panchina, nel lessico attuale, è il contrario di scendere in campo […] Le mie preferite sono quelle verdi a onda di una volta, di legno, in via di estinzione. Ma tutte le panchine sembrano oggi in via di estinzione. Come se la loro gratuità (la loro grazia) nel nuovo orizzonte del welfare fosse assolutamente da bandire.
Così lo scrittore Beppe Sebaste definisce la panchina che non è un semplice arredo urbano ma ha un valore politico e civile fondamentale per una comunità democratica che si concede il tempo per parlare, per conoscersi, per riflettere…
Una sedia può essere occupata da una sola persona, quindi non è democratica. Una panchina può contenere più persone, per questo è democratica.
(Michelangelo Pistoletto)
È questo lo spirito che deve accompagnarci nell’uscita dalla pandemia. È stata/è una delle prove più difficili della storia dell’uomo ma ci sta offrendo anche un fortissimo messaggio sociale e politico: condivisione, connessione e forse non siamo ancora usciti dalla pandemia anche per questo, perché non ne abbiamo compreso il messaggio.