Diario di bordo. Anno zero. Giorno dieci.
…usami
straziami
strappami l'anima
fai di me
quel che vuoi
tanto non cambia
l'idea che ormai
ho di te
verde coniglio
dalle mille
facce buffe…(Mentre tutto scorre, Negroamaro, Giuliano Sangiorgi)
“Ok, noi suoniamo veloce e distorto, e allora?”. Nel 1974 quattro ragazzi di Londra decidono di formare un gruppo musicale, gli Swankers: sono Steve Jones, Paul Cook, Glen Matlock e Wally Nightigale. Nel 1975 il neo assunto manager, il buon Malcolm Mc Laren, dopo aver seguito i Ramones e i New York Dolls, sostituisce Wally con, sì, proprio lui, il rosso Johnny Rotten alla voce e crea, letteralmente, i Sex Pistols. Ignorati dalla case discografiche per la ‘troppa irruenza’ nel 1976 esordiscono con il primo singolo: Anarchy in the U.K., il successo è clamoroso, i suoni graffianti e gli atteggiamenti provocatori diventano il simbolo del proletariato giovanile del Regno Unito, scontento delle politiche del governo. Entrano nella terza casa con Sid Vicious, appena arrivato e, tra diffide, attacchi di ogni genere da parte della stampa, inarrestabili e belli se ne escono con God Save the Queen-the fascist regime, boicottati in tutti i modi possibili, il disco viene proibito (ma loro niente e, tanto per, escono con Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols (lascio la traduzione per gli italiani alla loro curiosità, nel caso anche agli altri).
Ho commesso gli errori sbagliati.
Se non sei un avatar sei la persona più intelligente e spiritosa.
Let It Be. Let It Be. Let It Be.
Punk is not dead. L’ideologia, la voglio chiamare proprio così, nasce sulla scia della ‘sperimentazione’ americana, a seguito di tentativi di un (nuovo) controllo dei mass media sulla popolazione. È la sentita necessità di dissentire dal nuovo Sistema, tagli al sociale, tagli alla cultura, disoccupazione altissima, l’implosione più o meno apparente di una società industriale votata completamente al consumismo impostato dalla necessità di vendere le enormi quantità di capacità produttiva date dalla rivoluzione industriale avvenuta poco prima.
I consigli di Erode
Per i vivacissimi
Se la parola d’ordine è bloccare a tutti i costi.
La scenografia
Pose. Impegnate, grazie a costumi inamidati.
Senza tregua
Sostegno frastornato senza tregua, anche attraverso sistemi subdoli.
Tempistiche
Attraverso solidi punti di appoggio, anche esagerati.
Dialogo
Non si chieda. Solo vertici.
Per arrivare qui. È il 1980, poco meno, poco più, tutti i movimenti giovanili vengono soffocati, le idee se ne vanno fra le dita, si va in vacanza a rate, si acquista la seconda televisione a rate, l’auto più grande per sentirsi più sicuri, si mandano i figli a danzare tra altri danzanti per raccontarlo agli altri danzanti, e, la cosa che non vi ho detto mai, è che non se ne è accorto quasi nessuno.
Di chi sono i cocci? La questione non è stramba, e non ho mica voglia di ridere sulle disgrazie altrui, ma posto che, secondo dati che spero falsi, leggendo tra le righe di una nota disputa italiana abbastanza recente, tra politici e giornalisti di quotidiani “solo sommando tre categorie di psicofarmaci, e cioè ansiolitici, sonniferi e anti depressivi, si arriva al 20 per cento (11 milioni di persone), ma qualcuno potrebbe aver assunto le categorie sovrapposte e quindi non è detto che abbia un senso parlare di 11 milioni di persone”. A Marzo 2020, tra le righe del Minculpop #005, pardon dell’ANSA, si legge: “si citano cifre di 1 adolescente su 3 che, in modalità ‘policonsumo’ (giuro che la parola esiste, si intende utilizzo vario di psicofarmaci) assume psicofarmaci, alcool, e le solite droghe”.
Se lassù c’è qualcuno. C’è poco da fare: verso i nemici spuri bisogna provare simpatia, persino tenerezza.
F.F.S.S. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?
Ho fatto un sogno, schiacciando bene bene gli occhi potevo camminare, illuminata dall’alto, sentivo musiche lontane, mi addentravo nella radura osservando i raggi di sole che filtravano allegri, ma forse erano fritti, in realtà. Per pensare a qualcosa, era la prima volta che mi capita, facevo il gioco della Torre: Chi vuoi buttare dall’alto?
La selezione è dura, ma provo a riprodurla. Gioco e scelgo: il 17. 17 figure, una da salvare. La figura numero 1 è tradizionale, un converso. La numero 2 seminarista, la 3 un cadetto, la 4 un ruffiano, la 5 una sorellina, la 6 porge le terga, la 7 un visionario, la 8 bacia il nono, ah, la 8 usura anche la 10, la 12 e la 15, quindi queste, non pervenute. La numero 9 si fa baciare. La 11 e la 13 ancora non l’ho capito. La figura 14 è avvincente e leader. La 16 si giustifica. La figura 17 dimostra.
Quale salvare? L’impresa, ardua, non è impossibile. Cari lettori, Divertitevi a cercare la separazione con nessuna esitazione.