La pandemia imperversa e anche le aziende devono rivedere e riorganizzare i processi di selezione scegliendo metodi virtuali. Il video colloquio è un’ottima soluzione a questo problema ed è uno strumento di selezione del personale sempre più diffuso tra i recruiter.
Il tradizionale colloquio faccia a faccia non viene sostituito dal video colloquio ma diventa uno strumento aggiuntivo che consente al selezionatore di concentrarsi maggiormente sui propri candidati.
I vantaggi di questo strumento sono la riduzione di tempi e distanze nell’iter di selezione. Il selezionatore ha la possibilità di incontrare virtualmente i candidati e identificare i più qualificati, basandosi non solo sui loro curriculum vitae, ma anche valutando l’interazione e le risposte fornite durante l’intervista. Il candidato avrà l’opportunità di esprimersi al di là del proprio CV mostrando personalità e soft skill.
Le tecnologie di realtà virtuale applicate alle fasi di recruiting, ai colloqui ed ai processi di assunzione hanno dato risultati vincenti e hanno reso questi processi coinvolgenti, soprattutto per le nuove generazioni. I milliennials sono cresciuti a realtà virtuale e utilizzarla nel recruiting può essere un’ottima tecnica per attrarli.
Le aziende più sensibili all’innovazione l’hanno intuito da tempo e stanno investendo molto in queste nuove tecnologie. Per affrontare con successo un video colloquio ci sono alcune semplici regole:
- essere puntuali e non far attendere il recruiter;
- essere se stessi lasciando spazio alla spontaneità;
- conoscere il tempo a disposizione per organizzare la propria presentazione;
- prepararsi ad eventuali domande sulla carriera professionale, il percorso di studi, competenze, attitudini, obiettivi professionali per essere concisi ed espliciti;
- scegliere un ambiente adatto, illuminato, senza rumori e distrazioni che potrebbero compromettere il confronto con il recruiter;
- verificare impostazioni audio, video e connessione;
- assicurarsi che il dispositivo sia su una superfice stabile. Testa e spalle devono essere al centro della telecamera;
- utilizzare cuffie per ottimizzare la comunicazione;
- fare prove facendo registrazioni e/o call con amici per avere un feed-back sulla performance;
- prestare attenzione a postura, tono della voce, espressioni del volto;
- evitare di gesticolare eccessivamente.
Ecco ora una selezione di domande frequenti:
- Mi dica qualcosa di lei. Domanda per rompere il ghiaccio. La risposta ottimale è una frase stringata e significativa che sia in grado di catturare l’attenzione dell’interlocutore;
- Perché si è candidato a questa posizione. Il recruiter cerca di capire la motivazione che sta dietro all’interesse per l’azienda e intende capire quanto si conosce della realtà aziendale;
- Quali sono i suoi punti di forza. Il recruiter vuole approfondire il campo delle competenze e capire se sono realmente in linea con quelle richieste per la posizione in esame;
- Quali sono i punti di debolezza. Tutti ne hanno, e se la parola “debolezza” non piace la si può sostituire con “area di miglioramento”, scegliendone una non essenziale per quella posizione;
- Quali sono stati i suoi risultati fino ad ora. Scegliere uno o due risultati ottenuti di recente, avendo cura di individuare quelli che più sono legati alla posizione offerta;
- Quale è stata la situazione più difficile affrontata in ambito lavorativo. La domanda testa la predisposizione al “problem solving”;
- Che cosa le piaceva e cosa non le piaceva del suo ultimo lavoro. Equilibrio e diplomazia sono fondamentali. Non troppo positivi nel descrivere l’attuale lavoro e nemmeno parlare male della propria occupazione;
- Obbiettivi per il futuro. Domanda che testa l’ambizione. È bene far capire che il proprio obbiettivo è crescere professionalmente, avere nuove responsabilità e creare valore;
- Disponibilità a trasferirsi. Domanda che testa la disponibilità a cambiamenti immediati e la flessibilità;
- Dove si vede tra cinque anni. Fornire una risposta molto equilibrata non darà l’impressione di aver programmato tutto.
Un colloquio in presenza ha sicuramente meno bisogno di preparazione di quanto ne possa richiedere uno online. Durante un’intervista dal vivo, eventuali imprevisti possono essere gestiti con più facilità così come si possono gestire al meglio incertezze e pause evitando l’effetto di imbarazzo per il quale il video sicuramente non aiuta.
L’aspetto positivo riguarda anche la possibilità di collegarsi da qualunque posto si voglia, di scegliere – specie nel colloquio in differita – il momento in cui rispondere alle domande, l’ambiente e tutto il resto, per sentirsi a proprio agio.
Non ultimo questo strumento testa anche la predisposizione alla tecnologia e alle novità. Aspetto che risulta essere molto importante indipendente dalla posizione per la quale ci si sta candidando.
Oggi quindi … dobbiamo essere molto connessi ma … non troppo vicini!