-Madre la prego si fermi, ho da chiederle consiglio su una questione assai delicata.
-Che succede Lucrezia, a cosa è dovuto il tuo affanno, sarà mica la processione che hai da organizzare con le altre Sorelle a destare in te tale preoccupazione. O sarà ancora una volta quello zoticone che si aggira nel mercato di piazza del Campo, al quale il bastone sembra non esser bastato?
-Madre no, stia serena, nessun estraneo mi ha importunata e ringrazio ogni giorno nostro Signore per la forza e lo spirito che mi concede nello svolgere al meglio i miei doveri. La questione è tutt'altra e al confronto le sembrerà una sciocchezza; ha presente il nuovo ciambellano? Si dice di lui che sia un uomo dalle eccezionali virtù, e per questo provo vergogna anche solo a chiederle...
-Fra Filippo Lippi intendi; che persona deliziosa, parlavo con lui proprio l'altro pomeriggio; ha in programma una tavola per la nostra cappella dedicata alla santissima Maria Vergine. Non esiste uomo più puro di colui che dedica la propria vita e il proprio genio alla parola del Signore. Che fortuna che abbiamo ad averlo qui con noi, non sei d'accordo?
-Certo Madre, certo, come potrei non stimare il lavoro di un uomo al servizio di Dio; proprio per questo mi rivolgo a lei con tale riserva. Ieri sera durante la cena ho notato il suo sguardo posarsi insistente su di me, inizialmente ho pensato fosse un caso, ma una volta concluso il pasto, si è avvicinato a parlarmi.
-Che lieta notizia, le attenzioni di un uomo senza peccato come frate Filippo devono scaturire in te solo gioia; sono felice si sia finalmente ambientato, dev'essere difficile per un uomo della sua importanza passare dalla maestosa Firenze, alla nostra piccola e amata Prato.
-Capisco perfettamente, la ringrazio Madre, volevo solo essere sicura che assecondare le attenzioni, anche le più oneste, di un uomo, non rappresentasse una distrazione dal mio dovere verso il buon Dio. Ora che mi ha rassicurato, potrò essere più aperta con il nostro ospite, non vorrei averlo offeso non riservandogli le giuste attenzioni...
-Oh, ecco la splendida Lucrezia, qual buon vento ti ha portato nelle mie stanze; pensavo di averti spaventato l'altra sera, eppure, ti assicuro, non era mia intenzione. Sono semplicemente rimasto incantato dal vostro volto e non parlarvi sembrava un peccato mortale.
-Le sue parole mi lusingano enormemente frate Filippo, ma sono io a doverle porgere le mie scuse. Ho scambiato le vostre parole buone e sincere per frasi di desiderio, e lei sa meglio di me quanto è difficile conservare il nostro voto.
-Suvvia, suvvia, bando alle ciance, non voglio sentir parlare di doveri in questa stanza, il tuo angelico viso merita di essere esaltato immediatamente, siediti sul mio letto, e abbassa un po' le spalline di quel vestito, non c'è motivo di essere pudici con me.
-Ma io veramente, non pensavo che... è sicuro, non sarà peccato?
-L'unico peccato che potresti commettere in questo momento è sfuggire alla mia mente e alla mia mano, tutto il resto ti sarà perdonato.
-Filippo mio amato, tu che giaci ora felice al mio fianco, tu che con le tue parole d'amore hai incantato la mia mente, che con la perseveranza del più tenero degli amanti hai sciolto il mio cuore, sei oggi la mia rovina. Per te, e solo per te, ho infranto il mio giuramento, il mio corpo che per sempre sarebbe dovuto essere consacrato al nostro Signore, ora ti appartiene. Ma se mi chiedessero di pentirmi, anche per un solo istante, giuro non lo farei; nessun rimorso è possibile per chi ha seguito le vie del proprio cuore, non è forse il mistero stesso della nostra fede a confermare che spesso bisogna dar retta al cuore prima che alla ragione?
-Lucrezia, tu fosti mia dal primo giorno in cui i miei occhi incrociarono il tuo sguardo, il tuo velato rifiuto nascondeva il più grande desiderio, la tua finta insicurezza un impavido coraggio. Non temere, non ci scopriranno, il tuo onore con me è per sempre salvo.
-Tu non capisci, c'è una cosa che non potrò nascondere ancora a lungo, né a te, né alle sorelle, né tanto meno al severo sguardo della Madre. Tocca il mio ventre, non senti? Una nuova vita ci è stata concessa da Dio. Come può un avvenimento tanto felice essere causa di tante disgrazie?
-Se ciò che dici è vero, non ci resta che una cosa dare fare. Mai più dovremo tener conto del giudizio altrui, mai più dovremo sottostare a qualsiasi restrizione, Dio ci ha dato la libertà di scegliere e noi così faremo. Da oggi non sarò più Frate Flippo, e tu come quando nascesti riprenderai il nome della tua famiglia e ti farai chiamare Lucrezia Buti.
-Ma come faremo ad abiurare il nostro giuramento? Chi ci proteggerà? E pur amandoti non permetteranno mai che io prenda il tuo nome, il matrimonio ci sarà per sempre precluso.
-Cosa ci importa del matrimonio; tu sarai mia per sempre e sarà il figlio che porti in grembo a suggellare la nostra unione. Che Dio e solo Dio possa essere l'unico testimone della purezza del nostro amore. Non temere, prima di esser frate io sono sempre stato pittore e mi sono fatto amici importanti; andrò nella mia Firenze a chiedere aiuto alla famiglia de' Medici. Non potranno di certo permettere che chi per anni li ha serviti con tanta dedizione e maestria cada miseramente in rovina, sarebbe un’onta inaccettabile più per loro che per me. Conoscendo di che pasta son fatti, si faranno beffa delle imposizioni dell’ordine, e grazie al loro potere e alla loro influenza scioglieranno in un batter d’occhio il nostro voto.
-Vai allora, non attendere oltre, io starò qui ad aspettarti celando al meglio il nostro segreto; pregherò ogni giorno il Dio per il tuo ritorno.
-Questa volta mia cara, l’unico che potrà risolvere i nostri problemi, è un dio che non accetta preghiere e da noi mortali viene chiamato: denaro.