Un’antinomia, il continente più vecchio del mondo e l'elemento essenziale della vita, per una economia avanzata basata sullo sviluppo di energie innovative. Non è l'Africa raccontata nei romanzi d'avventura di Emilio Salgari neppure quella di Joseph Conrad forse è quella più vicina all'idea di Jules Verne che nei suoi luoghi fantastici inserisce visioni profetiche di una tecnologia che adesso è al centro dell'impegno politico, economico ma ancor più ecologico per l'energia pulita, l'idrogeno. Scrive nel suo romanzo del 1875, L'Isola misteriosa: “Credo che l’acqua sarà un giorno impiegata come combustibile, che l’idrogeno e l’ossigeno di cui è costituita, utilizzati isolatamente o simultaneamente, offriranno una sorgente di calore e di luce inesauribili e di un’intensità che il carbon fossile non può dare. Un giorno i depositi di carbone dei piroscafi e i tender delle locomotive invece che di carbone saranno caricati di questi due gas compressi che bruceranno con un enorme potenza calorifica. Credo quindi che quando i giacimenti di carbon fossile saranno esauriti si farà fuoco e ci si scalderà con l'acqua. L’acqua è il carbone dell’avvenire”.
Una delle grandi preoccupazioni per tutti è la riduzione delle fonti di energie convenzionali non rinnovabili (petrolio, gas naturale, carbone). Il consumo di combustibili fossili è superiore alla produzione degli stessi operata dalla natura e ciò porterà alla scarsità di carburanti per tutto ciò che necessita di energia elettrica. Oltre a questo, l'enorme consumo di combustibili fossili è responsabile dell'inquinamento che oramai ha globalizzato la nostra terra con tutti i problemi connessi ai cambiamenti climatici, desertificazioni, scioglimento dei ghiacci, alterazione della biodiversità, e minaccia della salute. Pertanto, la ricerca è in costante aggiornamento su ciò che possa fornire energia senza inquinare, come l'energia solare, quella eolica o geotermica così come quella idrica che però hanno l'inconveniente di essere discontinue, altre volte invece queste fonti sono in eccesso, in questo caso l'idrogeno quale memorizzatore di energia, rende le fonti rinnovabili pienamente sfruttabili. Ad oggi, una speciale attenzione è rivolta proprio all'idrogeno che non è una fonte di energia primaria ma casomai un vettore energetico, un mezzo di immagazzinamento dell'energia.
Nonostante sia il combustibile del Sole, è presente sulla Terra solo in combinazione con altri elementi, l'idrogeno deve pertanto essere estratto: dall'acqua per elettrolisi; dai combustibili fossili attraverso processi termochimici o dalle biomasse con gassificazione a temperature maggiori di 1000 °C ed aggiunta di vapore. Il procedimento comporta un consumo di energia, per questo l'idrogeno è considerato un vettore o accumulatore. Ha comunque il potenziale per essere utilizzato come combustibile in una varietà di applicazioni, tra cui la generazione di energia a partire dalla cella a combustibile, ossia una batteria, (un dispositivo elettrochimico in grado di convertire direttamente l'energia chimica in energia elettrica tramite un processo a temperatura costante in cui l'idrogeno viene combinato con l'ossigeno per formare acqua) ai veicoli funzionanti con le celle a combustibile. Ad oggi, al 90%, per gli usi industriali, l'idrogeno viene ricavato a partire dal gas naturale tramite un processo di conversione termochimica che produce anidride carbonica che si libera nell'atmosfera, il cosiddetto “idrogeno grigio”, oltre a questa modalità esistono altre due vie: quella che produce “l'idrogeno blu” per cattura della CO2 prodotta dalla combustione delle fonti fossili, e quella dell’elettrolisi dell’acqua che consente di ottenere “l'idrogeno verde” utilizzando l’energia elettrica da fonti rinnovabili, per “scomporre” l’acqua in idrogeno e ossigeno senza produzione di CO2, che rappresenta attualmente il 4% della produzione.
L'interesse per l'idrogeno come energia del futuro è dovuto al fatto che è un'energia pulita, che è l'elemento più abbondante nell'universo, il combustibile più leggero, più ricco di energia per unità di massa (la sua densità energetica per chilogrammo è fino a tre volte quella della benzina) e, a differenza dell'elettricità, può essere immagazzinato. L'idrogeno è ora considerato il carburante del futuro. Come risultato della combustione, (motori a combustione interna alimentati a idrogeno o con le celle a combustibile), emette solo vapore acqueo. Per questi motivi la visione futura è quella di raggiungere un'economia basata sull'idrogeno. Tuttavia, la transizione verso questo tipo di economia ha diverse difficoltà riscontrabili nelle varie fasi del sistema “energia-idrogeno-energia” che sono: produzione, stoccaggio, sicurezza e utilizzo. È proprio lo stoccaggio uno dei punti critici che include in sé anche la sicurezza. Tra queste tecnologie di accumulazione dell'idrogeno, nessun materiale si è avvicinato agli obiettivi 2020 del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti. Fino ad ora, l'idruro di magnesio, era stato considerato uno dei migliori ma la sua cinetica di reazione lenta e l'elevata temperatura di dissociazione ne ostacolano l'applicazione pratica. Altre ipotesi di stoccaggio sono rappresentate dalle falde acquifere, dai depositi impoveriti di gas naturale e petrolio, dalle caverne di sale. La scelta di queste strutture sotterranee dovrebbe essere basata su un'analisi geologica dettagliata, qualsiasi possibilità di fuga dell'idrogeno da un impianto di stoccaggio sotterraneo lo renderebbe da scartare.
Nella Repubblica Democratica del Congo occidentale a 140 miglia a Sud-Ovest di Kinshasa, dove Alvise Cardamosto, esploratore veneziano al servizio del Portogallo, tracciò nel XV secolo una prima mappa della regione, si trovano le cascate di Inga che sono un gruppo di rapide e cataratte situate nell’ultimo tratto delle cascate di Livingstone sul fiume Congo. Henry Morton Stanley risalì l'intero tracciato del fiume e nominò il grande complesso di cascate in onore dell’esploratore, definendolo il tratto di fiume più selvaggio che avesse mai visto, infatti nel 1985, alcuni membri di una spedizione, scomparvero purtroppo durante la discesa di queste rapide, all’altezza delle cascate di Inga. In questo tratto, data la portata media annuale del fiume Congo di circa 42.000 metri cubi al secondo e la caduta di 96 metri, da sole, le cascate di Inga hanno un potenziale per generare approssimativamente 39,6 gigawatt di energia meccanica e quasi la stessa di energia elettrica. Qua esistono due grandi centrali idroelettriche, mentre è allo studio un'altra molto più grande che se completata, sarebbe il più grande impianto di produzione di energia elettrica del mondo.
Il presidente del Paese africano, Felix Tshisekedi, secondo il quotidiano Süddeutsche Zeitung sta progettando di costruire una terza centrale idroelettrica chiamata Inga 3 che potrebbe avere fino a 44 GW di capacità che diventerebbe la più grande centrale idroelettrica del mondo nella Repubblica Democratica del Congo (sarebbe il doppio della centrale delle Tre Gole in Cina). I piani per la diga idroelettrica sono stati confermati sul sito web della società di consulenza Evagor dove in un video della stessa società si dice che il progetto produrrà elettricità da una centrale idroelettrica e convertirà questa elettricità in idrogeno verde in un impianto di elettrolizzazione. L'idrogeno verrà quindi trasformato in idrogeno liquido e trasportato in navi cisterna in Europa, in Germania.
Gunter Nooke commissario per l'Africa della Merkel ha detto al giornale che le aziende tedesche dovrebbero sostenere la costruzione della gigantesca diga in Congo, e in cambio il Paese africano potrebbe in seguito vendere idrogeno a basso costo alla Germania. Dieci società faranno parte della prima fase di pianificazione del gigantesco progetto, tra cui sei aziende cinesi sul lato delle costruzioni, Linde, specialista tedesco dell'idrogeno verde, e Siemens New Energy, un'azienda dello spin-off Siemens Energy (Recharge 8 settembre 2020).
L'idrogeno importato sarebbe utilizzato nei trasporti pesanti, nell'elettricità e nell'industria in Europa. Oltre all'acqua come erogatore di energia un'altra fonte immensa è quella solare con una potenza superficiale totale approssimativa disponibile di 85.000 TW ed è molto più che sufficiente per soddisfare i bisogni umani, che attualmente è di circa 15 TW. Ciò potrebbe essere per l'umanità fonte di energia elettrica sostenibile attraverso il fotovoltaico solare o mediante l'uso diretto del calore solare per produrre idrogeno da utilizzare come energia a celle o a combustione interna.
Il visionario Jules Verne aveva intuito bene, che l’acqua, fonte primaria ed essenziale della vita, quella piccola molecola triangolare, era la chiave della sopravvivenza sia in modo diretto sia in modo indiretto. Spaccare l’acqua con l’energia sprigionata dall’acqua è il massimo che possiamo ottenere in un'ottica di una economia “naturale”. Il pianeta ci ospita e mette a disposizione i suoi costituenti; sta a noi utilizzare strumenti giusti ed applicazioni della moderna tecnologia per trarre il necessario, nel rispetto di una duratura convivenza.