Le Gallerie d’Italia - Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, in occasione dei duecentocinquanta anni dalla morte di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), ospitano la prima mostra a Milano a lui dedicata. È una rassegna straordinaria che rende omaggio all’arte di Tiepolo, pittore italiano ed europeo. E fino al 31 marzo 2021 l’esposizione curata da Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in partnership con le Gallerie dell’Accademia di Venezia, presenta circa settanta opere tra quelle del Tiepolo e di importanti artisti suoi contemporanei (tra cui i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il lombardo Paolo Pagani). La mostra ripercorre la vicenda artistica del maestro veneziano e le sue committenze principali nelle città che lo hanno visto protagonista: Venezia, Milano, Dresda e Madrid.
Per i curatori Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti: “Questa è la prima mostra su Tiepolo fatta a Milano, una città che è stata a lungo quasi una seconda patria del pittore, e cade nella significativa ricorrenza dei duecentocinquant’anni della sua morte. Ci è parso opportuno non tanto montare un’antologia generica di capolavori noti, ma, pur tenendo fede alla volontà di rappresentare il pittore con alcuni suoi vertici esecutivi, tra gli anni della giovinezza e quelli della maturità, seguirne piuttosto l’affermazione internazionale, in un momento in cui i talenti italiani erano richiesti in tutta Europa. E Venezia, con i suoi artisti, scrittori e uomini di cultura, esercita in questo senso un vero e proprio primato nella prima metà del Settecento: si parla la lingua veneziana in Francia come in Inghilterra, in Germania e in Polonia come in Austria, in Olanda come in Russia”.
Un percorso serrato e suddiviso in otto sezioni accompagna il visitatore alla scoperta della grandezza dell’artista. Spiega Alessandro Morandotti: “La nostra idea è quella di seguire la vicenda dagli anni della sua formazione a Venezia agli anni della sua affermazione internazionale, avendo Milano come fulcro di questa serie di passaggi obbligati”.
Milano è infatti una delle tappe fondamentali del genio veneto. “È una città che si appresta a diventare uno dei centri europei dell’Illuminismo e proprio Tiepolo prima di venire a Milano nel 1730-31, nel 1737 e ancora nel 1740, lavorerà per un grande progetto editoriale fornendo le illustrazioni per il Rerum Italicarum Scriptores, quell’antologia incredibile di fonti sull’Italia medievale montata da Ludovico Antonio Muratori con l’aiuto degli intellettuali di tutta Italia e di tutta Europa”. Un ritmo elettrizzante percorre tutte le sale con capolavori straordinari, i grandi cicli di tele per i palazzi veneziani fatti decorare dalle ambiziose famiglie di nuova nobilitazione e una serie di opere restaurate per l’occasione.
“Le mostre sono anche un’occasione di restauro e tra le opere restaurate ci sono anche le uniche opere sacre dipinte da Tiepolo: gli affreschi della basilica di Sant’Ambrogio, del fratello di Sant’Ambrogio, San Satiro e le storie di San Vittore che è stato come un maestro per Sant’Ambrogio. Due affreschi che ci raccontano con la loro storia conservativa anche la fortuna di Tiepolo fortissima fra fine Ottocento e inizio Novecento” sottolinea Morandotti.
Le produzioni tedesche sono esemplificate dal bozzetto per una sala della Residenza di Würzburg proveniente da Stoccarda, e dalla libera reinvenzione di un soggetto pensato, in accordo con l’amico Francesco Algarotti, per l’elettore di Sassonia e re di Polonia Augusto III: il Banchetto di Antonio e Cleopatra, qui documentato nella variante della National Gallery di Londra.
Precisa Morandotti: “Lavora in stretto contatto con il suo mentore, il letterato Francesco Algarotti, veneziano come lui e consigliere della Corte di Dresda, una delle corti più importanti del Settecento e Tiepolo mette a punto, in una serie di quadri e di bozzetti, la storia di Antonio e Cleopatra, il banchetto tra Antonio e Cleopatra che offriva la possibilità di orchestrare la composizione e le figure all’interno di un’architettura scenografica neo-veronesiana. Noi abbiamo il modelletto della National Gallery di Londra che è una variante rispetto a quella ideata per l’elettore di Sassonia ma che restituisce come meglio non si potrebbe le qualità di Tiepolo”.
Gli anni della Germania e della Spagna sono gli anni della stretta collaborazione tra Tiepolo e i figli, particolarmente con Giandomenico: la mostra si chiude emblematicamente su un confronto tra padre e figlio, con il San Francesco d'Assisi riceve le stimmate di Tiepolo senior del Museo del Prado da una parte e Abramo e i tre angeli delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, di Giandomenico dall’altra. “Dal punto di vista delle luci e dei colori, Giandomenico è chiaramente un diretto discendente del padre. Quindi il figlio che guarda il padre ma anche il padre che guarda il figlio ed è su questo che immaginavamo di chiudere la mostra”.
Le Gallerie d’Italia -Piazza della Scala saranno una splendida occasione da non perdere per conoscere la genialità dell’artista, per capire la relazione tra il grande maestro veneto e le sue committenze milanesi, per ammirare affreschi mirabili e approfondire l’operato di Tiepolo a Milano nei palazzi Archinto, Casati Dugnani, Clerici e Gallarati Scotti e da qui le sue opere alle corti europee.