Ho trascorso un anno circa in volontario quasi-isolamento… la vita è bella lo stesso se quelli che vedi sono persone con cui ci si vuol bene, se non hai tanta voglia di viaggiare, se è il tuo periodo di meditazione e passaggio di decina e di stato. Finalmente non c’è chi ti corre dietro con mille richieste e riordinare il tempo, prendersi cura di sé stessi. Godersi l’ambiente e nutrirsi con gusto e moderazione aiuta, negli anziani, il sonno, i sogni e il peso forma. Ma è toccato a me a fine settembre, assieme ad un caro amico medico e formatore, l’onore di condurre un atelier al prestigioso Centro Pubblico di Formazione del personale sanitario della Regione Sicilia, il CEFPAS, all’interno di un master che abbiamo chiamato Executive Master in Slow Medicine e Choosing Wisely, e che si è interrotto a metà proprio a causa della Pandemia.
Visto l’attenuarsi dei contagi a luglio abbiamo deciso che si facesse in presenza, lo abbiamo preparato on line, fra Palermo, Torino e Gubbio, e siamo partiti.
Questa volta non c’è stata solo la sempre impegnativa progettazione dei due giorni di atelier, che a volte prende più tempo delle due giornate di lavoro e docenza, ma c’è stata anche quella del viaggio in sicurezza. Progettare un viaggio era roba di routine, prima del Covid. Prendevi e partivi, al massimo prenotavi… Dentro il Covid-19 non è una cosa di poco conto.
L’itinerario, per raggiungere il centro della Sicilia è noto. Io devo partire da Gubbio e arrivare a Caltanissetta, e posso utilizzare molti mezzi di trasporto. Se il criterio di scelta del mezzo di trasporto è la relativa sicurezza di non tornare indietro pullulante di Coronavirus, con il pericolo di infettare chi vive con me, bisogna pensarci con attenzione…
Dal punto di vista della prevenzione dell’infezione, con distanziamento, mascherina e igiene delle mani ben introiettate da mesi, il mezzo più scuro è sicuramente l’automobile…. Gubbio-Caltanissetta sono 1100 km circa, 12 ore di macchina filate, una gran fatica, due pieni e un po’ di più di diesel, tanto inquinamento nell’aria da CO2, materiale da combustione particolato PM10 e PM 2,5, che, è dimostrato, se si attacca al virus, lo porta lontano e supera le barriere dei polmoni… oltre al male, il particolato da solo che fa di per sé a noi tutti… No, troppo inquinante… no anche, perché poi le cifre raddoppiano… 2.200 km, 24 ore di guida filate e una fatica doppia… quando a stare in aula 2 giorni di fila è impegnativo e richiede di essere riposati. Si potrebbe fare solo se avessi un’intera settimana a disposizione: due giorni di viaggio d’andata, un giorno di riposo, due giorni di formazione, un giorno di riposo, due giorni di viaggio…. E una coscienza ecologica minore. Non si va a fare il docente di un corso sulla Slow Medicine inquinando mezzo mondo solo per la tua sicurezza, non sarebbe coerente… Bisogna scegliere con saggezza (Choosing Wisely) anche come viaggiare.
Si potrebbe ovviare con la nave… Gubbio-Civitavecchia in macchina, Civitavecchia-Palermo in traghetto, Palermo- Caltanissetta in macchina… 24 ore di viaggio circa, piacevole… E ritorno… Ma racconti di amici di tutta l’estate non dicono cose rassicuranti sui viaggi in traghetto, difficoltà nel mantenere il distanziamento soprattutto all’entrata e all’uscita nelle cabine e negli spazi comuni, nonostante gli sforzi del personale, ben addestrato e preparato ovunque… No. Anche perché i traghetti usano come carburante roba pesante, che sporca e inquina il cielo e il mare. Per lo stesso motivo, proprio no. Anche se viaggiar per mare è bello.
Terza opzione… macchina Gubbio-Ponte San Giovanni di Perugia; treno Ponte San Giovanni-Fiumicino, con coincidenza alla stazione Tiburtina, Fiumicino-Catania in aereo, Catania-Caltanissetta in un’auto affittata… nel pullman non so chi trovo, quanta gente… viaggio più lungo di un’ora… il treno inquina di meno, l’aereo inquina, ma non ci posso fare ancora niente, anche la macchina inquina… insomma, a parità di inquinamento, a occhio e croce meglio la terza opzione, comunque c’è il treno, e la sicurezza possibile sembra molto maggiore. Corre infatti voce che negli aerei ci siano nel sistema di aerazione dei filtri speciali che impediscono alle goccioline che contengono il virus di passare, non ne ho conferma, ma con mascherina PPS2 che protegge me e un’ora di volo, non poi così tanto, con un po’ di fortuna potrebbe andare…
Verifichiamo.
Macchina Gubbio-Ponte San Giovanni stazione FFSS. Viaggio tranquillo. Se guido piano senza strappi consumo meno… in 40’ ci sono. Parcheggio ancora gratuito. Bene.
In stazione quasi nessuno. Prendo un biglietto di prima. Non c’è proprio nessuno fino a Tiburtina. Treno pulito, puntuale, personale gentile, silenzio. Ottimo viaggio.
Coincidenza per Fiumicino puntuale, treno mezzo vuoto, nuovo, pulito. Viaggio in treno solitario.
A Fiumicino sorpresa! Rispetto a come la conosco, la stazione di Fiumicino è… vuota. Vabbè che sono le 14.00… ma per un lungo periodo, intanto che aspetto il mio amico, non c’è nessuno. Distanziamento assicurato. Mascherina PPS2 indossata. Comunque mi proteggo io. Arriva Roberto. Non ci abbracciamo come dovrebbe succedere e mi manca. Mano a pugno sul cuore però è bello, con un sorriso sotto la mascherina e gli occhi ridenti... Non male…
Check in elettronico ed autodichiarazione fatte on line… controlli di sicurezza… piccola criticità…. pochi, si vede, mantengono attivamente le distanze, ma non è difficile quando stai in una fila che si muove sempre, di continuo… tutti indossano mascherine, approfittano dei dispenser per pulire le mani, nessuno fa storie per misurarsi la temperatura. Nessuno con la febbre… fila lunga per i controlli di sicurezza, ma piuttosto veloce e molto, molto supportata da un personale bravo, gentile, attento, che parla piano, che ti aiuta. Ottimo.
Fa un po’ impressione, a Fiumicino come in ogni altro aeroporto, l’iperesposizione del lusso inutile e volgare attraverso cui sei sempre più costretto a passare per raggiungere il tuo gate… tutti i parassiti del mondo ti passano vicino titillando le tue frustrazioni che dovrebbero servire a farti comprare, comprare, comprare, cose inutili. Il mio amico mi dice: “Ma chi vuoi che entri in quella gioielleria e spenda mezza mia pensione annuale a comprare un gioiello sparluccicante ma freddo, impersonale, standardizzato… paghi solo il nome, non il valore delle pietre e dell’oro…”. E nel Mediterraneo, in mezzo al quale siamo diretti, c’è gente che continua ad annegare… per fortuna i beni di lusso, mutande, gioielli, liquori, sigarette, profumi e balocchi, reggiseni difficilmente portabili dalla maggioranza delle signore che ci passano accanto finalmente finiscono e si può cercare il nostro gate… Si parte.
L’accesso all’aereo è con l’autobus… il distanziamento salta…. in aereo il distanziamento resta… ci sono due signore che parlano a troppa alta voce… pare che parlare ad alta voce aumenti la probabilità di passare al tuo vicino il virus se ce l’hai. Io con la mia mascherina protettiva me ne sto fermo e buono nel posto 20, guardo sotto, mi addormento, mi sveglio che ho il Mongibello davanti, con la sua corona di nuvole. Che meraviglia! Autobus mediamente pieno, distanziamento saltato, uscita. Fila, distanziamento saltato, nell’edificio del rent-a-car, dove ce ne sono tanti, e tanti che affittano macchine... Ma l’attesa con mascherina, e il distanziamento possibile, alla fine… Eccoci in macchina. Insomma... In sintesi… viaggio in macchina ed in treno sicuro. In aereo due o tre problemi, le file, l’uso degli autobus e non delle proboscidi per accedere agli aerei, cosa strana… Le file al rent-a-car, che possono essere ovviate facendo il check in delle macchine on line. Ma non lo sapevo. Fra 15 giorni vi so dire se sto bene o no… ma non dovrebbe essere stato particolarmente pericoloso, per come è andata. Ora sono al ritorno. Ho trovato un Mac vuoto, ero seduto da solo, rispetto all’aeroporto mediamente affollato, poi sono arrivati i consumatori di trash food. Mi faccio una birra. Non c’è tanta gente attorno. Tutti con mascherine. Restituiscono però i vassoi con piatti bicchieri e materiale monouso da buttare. Quanto spreco cari miei…