Diario di bordo. Anno zero. Giorno sette.
Locke, il britannico John, inserisce l’Identità come una tra le “acquisizioni esperienziali”, è il 1690, per lui, grosso modo, l’identità si forma, attraverso percezioni sensoriali e riflessioni da idee, quindi è totale probabilistica, non propriamente oggettiva. In qualche maniera, arriva ad affermare che la matematica è, assieme all’identità, un terno al lotto acquisito derivante da percezioni (quindi dall’esterno), totalmente soggetto alla casualità-assorbimento della mente. La visione di un valore non implica il fatto che l’individuo ne abbia conoscenza.
Una bufera che non vi dico, Cartesiani - ce n’erano tanti ancora - e Razionalisti si scagliano rispondendo ai quattro libri di John. Il super Essere descritto da Locke convince così tanti, però, che i fondatori principali USA si ispirano parecchio, parecchio a lui, tra l’altro. Non vi ho detto se lui è Locke o il Super essere, non traete conclusioni, qui va in gioco la mia responsabilità verso la costruzione della vostra Identità. Non sia mai. Eppoi magari, solo per scrivere di questo, dò forme strane alla mia, di sicuro, a questo punto.
Per logica sua, le idee generali, si basano sulle simili, quindi per raggruppamento.
Da Heidegger a Walt Disney, lo strapiombo delle idee-immagine (acquisite, abbiamo capito…) generali. Ovvero, da Narciso al Biot, passando per il Golem della "una volta sola nella Bibbia".
La verità
È che ti fa paura l’idea di scomparire
L’idea che tutto quello a cui ti aggrappi
Prima o poi dovrà finire
La verità
È che non vuoi cambiare
Che non sai rinunciare a quelle 4, 5 cose
A cui non credi neanche più.(Vasco Rossi, La verità)
Nel 1940 Asimov Isaac, guarda un po’, risolve, almeno per l’area-macchine, le questioni Locke Vs Razionalisti-Cartesiani, ci toglie la paura di Frankenstein perfino, redigendo e pubblicando le tre leggi - pilastro - pardon, pilastro è un mio lapsus contemporaneo- della robotica: risolve - udite udite - la divisione perfetta tra buoni e cattivi. Eccole qua:
1 - Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2 - Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3 - Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.
L’idea della macchina-doppelgänger, dietro la quale si nascondono tutte le tensioni e quesiti possibili tra mito e religione, fisica e metafisica, oltre che non esser nuova, è l’evidente metafora con la M maiuscola del complesso di Narciso che, tra volontà di dominio bisogni di potenza, attraversa la storia dell’uomo intera, con la rivoluzione industriale che mette i puntoni sulle I sulla faccenda.
“Alice che, come accade ai frequentatori troppo assidui dello specchio, è rimasta stupefatta prigioniera e non può più - o non vuole - tornare indietro. Vuoto siderale.”
Il gioco è semplice, la macchina fa parte del teatro umano, entra naturalmente (no?!) nella rappresentazione, il bisogno narcisistico risolve la questione dignità, manipolando la sua stessa percezione, tutto a posto. “A mia immagine e somiglianza” vi viene in mente qualcosa? Dalla creazione alla ribellione della creazione, il passo è stato sempre breve. Ehm…
Anche, il buon Walt Disney, forte nel lanciare “lezioni” d’immagine associate all’innocua ma soprattutto inconsapevole “domanda” di mercato, alle preoccupazioni contemporanee, tutte sul filo rosso di una nuova terrificante mitica lotta tra il Bene e il Male, inizia a disseminare i suoi film di “Mazinga” in quantità, appunto, industriale, attingendo agli archetipi e non solo. Guardateli, se vi capita. (- uno tra tutti Fantasia, capolavoro di sinestesie ed archetipi).
Ma che c’entra il creatore dei film da Sogno, con l’Impero dei Goldrake e dei Mazinga mi chiederete? - niente, niente, vi risponderò io, la fantasia non è letale.
Eisenhower, Johnson, tutti a battere le mani e dirgli - bravo bravo, i tesori che ci ha lasciato illumineranno il mondo che verrà.
E intanto i giapponesi, nonostante la batosta di Pearl Harbour, che trascina nelle acque il Sogno Imperiale, continuano ad onorare il Mito americano: disegna che ti disegna, costruisci macchine che costruiscono macchine, ri-fanno e perfezionano la Genesi ispirandosi, per quanto riguarda l’immaginario collettivo, proprio al buon Walt. Tra l’arrivo della new technology e il primo vapore sbuffante i giorni si contano con le dita… É piena crescita industriale. Get in touch! I buoni vincono sempre sui cattivi, ma, soprattutto, i buoni ubbidiscono ai buoni.
Alice, a entrare sei proprio decisa?
Fai attenzione che anche di là
C’è delle immagini, l’ambiguità.