Per un’opera totale, completa e ideale. Coinvolgente ed emozionale. Affrontare un capolavoro lirico in una chiave teatrale, in grado di coinvolgere anche la danza oltre la musica e l’orchestra, è un’operazione complessa e difficile, ma è anche un’operazione intensa e appassionante, in quanto coinvolge lo spettatore in maniera diretta, attraverso una presenza concreta.
Ed è quanto si è svolto magistralmente al Teatro La Fenice di Venezia in occasione di uno straordinario spettacolo - è il secondo in ordine di tempo dopo Histoire du Soldat di Igor Stravinskij - dal titolo: Dido and Aeneas, il capolavoro lirico di Henry Purcell, andato in scena nei giorni scorsi - in tre recite dal 4 al 6 settembre- dove lo stesso pubblico, e quindi lo spettatore, hanno preso parte all’opera lirico-musicale e coreutica, assistendo dal palcoscenico centrale allo spettacolo, rivoluzionando di fatto le forme e i caratteri dell’azione e della composizione teatrale. Con una prospettiva per lo spettatore davvero originale e di grande effetto emotivo/emozionale. Ovvero con lo spettatore, quale attore “in seconda” della scena teatrale, che prende parte alla rappresentazione in una forma direttamente coinvolgente, in quanto interno allo spettacolo e alla sua composizione, tra musicisti, attori, soprani, danzatrici e danzatori.
Dido and Aeneas è un’opera in tre atti del compositore inglese, basata su un libretto di Nahum Tate tratto dal quarto libro dell’Eneide di Virgilio, che è stata allestita “sull’arca” del palcoscenico veneziano in una nuova originale messinscena firmata dal regista e coreografo Giovanni Di Cicco e da Massimo Checchetto per le suggestive scene.
Ma Dido and Aeneas è anche la sola opera interamente cantata scritta da Henry Purcell (1659-1695), noto come uno dei più grandi compositori di musica barocca.
Il librettista e poeta inglese Nahum Tate (1652-1715), riprese le vicende narrate nel quarto libro dell’Eneide di Virgilio: dopo la caduta di Troia, Enea sbarca nei pressi di Cartagine, si innamora di Didone e, infine, la abbandona per riprendere il proprio viaggio. Nel libretto intonato da Purcell figurano anche personaggi di estrazione tardo-rinascimentale come maghe e streghe, le quali inducono Enea ad abbandonare Didone al solo scopo di distruggerne la felicità. Le circostanze legate alla prima rappresentazione di Dido and Aeneas non sono ancora del tutto chiarite, ma l’opera, composta nel 1687 o 1688, fu probabilmente eseguita per la prima volta nel 1688 o 1689 dalle giovani aristocratiche di un convitto femminile di Chelsea diretto da Josias Priest, celebre ballerino e coreografo, come testimonia il libretto relativo a quella rappresentazione pervenutoci in copia unica conservata al Royal College of Music di Londra (la sola partitura pervenutaci quasi completa è invece tardiva, di metà Settecento).
Nahum Tate, di lì a poco incoronato poeta laureato, ne scrisse il libretto, Thomas D’Urfey l’epilogo recitato, e Henry Purcell, il maggiore compositore inglese del tempo, la musica.
Genio ineguagliato nell’intonare la lingua inglese, tanto da essere definito “Orpheus Britannicus” nel titolo di una raccolta pubblicata tre anni dopo la sua morte, in Dido and Aeneas Henry Purcell scrisse un capolavoro di concentrazione espressiva in cui danze e cori di ascendenza francese - come ben rappresentato sulla scena de La Fenice a Venezia - si alternano ad arie di fattura italiana e a recitativi e ariosi di straordinaria intensità drammatica, sfruttando in particolare, con inventività instancabile, le risorse di un procedimento compositivo, il basso ostinato, da lui padroneggiato sopra ogni altro musicista del secolo.
Ma giova menzionare che questo nuovo allestimento feniceo di Dido and Aeneas ha visto in scena originali talenti come il soprano Giuseppina Bridelli nel ruolo della regina di Cartagine Dido e il tenore Antonio Poli in quello di Enea; Michela Antenucci che ha interpretato il ruolo della confidente della regina, Belinda; Martina Licari quello dell’ancella; Valeria Girardello la maga, Lara Lagni e Chiara Brunello rispettivamente la prima e la seconda strega; Matteo Roma nel doppio ruolo di Mercurio e del marinaio. Il Maestro del Coro del Teatro La Fenice è l’infaticabile Claudio Marino Moretti. E assai bravi in scena sono stati anche i danzatori dell’Associazione Deos Danse Ensemble Opera Studio Melissa Cosseta, Angelica Mattiazzi, Alice Pan e Fabio Caputo. E ancora, Carlos Tieppo per i costumi e Fabio Barettin per le luci.
Per uno spettacolo che è risultato essere la rappresentazione, viva e concreta, della ripresa lirica e teatrale nei nostri palcoscenici al Teatro La Fenice di Venezia che ritorna in grande stile alla ribalta della ripresa lirico-musicale nel nostro Paese e nel mondo.