Lunedì 25 novembre si è celebrata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dalle Nazioni unite che richiama il brutale assassinio delle sorelle Mirabal, oppositrici del regime di Trujillo in Repubblica Dominicana. A Bologna, in concomitanza con tale celebrazione, da ormai otto anni la Casa delle donne per non subire violenza – Onlus, organizza per un intero mese, quello di novembre appunto, un festival dedicato alla “violenza illustrata”, con lo scopo di parlare di violenza maschile contro le donne valendosi dei più diversi linguaggi, e di portare discussioni su questa tematica in ogni luogo della città.

La Casa delle donne è un centro antiviolenza, gestito da sole donne, che si occupa principalmente di aiutare e sostenere le donne a uscire dalla situazione di violenza, sulla base di una metodologia di accoglienza non giudicante e fondata sulla relazione tra donne, attraverso cui la donna e l’operatrice costruiscono insieme un percorso di empowerment e costruzione di consapevolezza. Al tempo stesso la Casa delle donne è fortemente impegnata sul terreno della battaglia culturale e politica sul tema del contrasto alla violenza, a partire dall’idea che per contrastarla è necessario modificare le relazioni di potere tra i generi, che ordinano la nostra società e che sono costruite sul dominio maschile.

Il Festival della violenza illustrata, che rappresenta l’unico evento culturale in Italia interamente dedicato alla violenza, vuole essere un contributo in questa direzione. Quest’anno in cartellone c’erano oltre 70 iniziative, tra concerti, spettacoli, mostre, proiezioni di film, presentazioni di libri, dibattiti, che hanno visto il coinvolgimento di oltre 100 associazioni.

Uno dei temi dell’edizione 2013 è stato quello della giustizia, come risulta evidente anche dal logo del festival, cui sono stati dedicati tre convegni, in particolare sulle categorie giuridiche di femminicidio e femicidio e sulle nuove misure legislative per combattere la violenza contro le donne.

Un’altra tematica al centro del Festival è stata la riflessione sull’identità maschile, e sul ruolo degli uomini sia come autori di violenza che come possibili agenti del cambiamento, con la presentazione dei numerosi testi pubblicati negli ultimi tempi, tra cui si ricordano Uomini contro le donne? Le radici della violenza maschile, Trasformare il maschile nella cura, nell’educazione, nelle relazioni, Il lato oscuro degli uomini, La violenza maschile contro le donne: modelli culturali e di intervento, per citarne solo alcuni.

Come già l’anno scorso anche quest’anno la partecipazione al Festival è stata altissima, e ciò si deve legare da un lato all’accresciuta attenzione sul tema da parte dell’opinione pubblica ed altresì dalla politica, ma anche al ruolo che queste iniziative, grazie alla perseveranza che le associazioni delle donne e i centri antiviolenza hanno avuto in questi anni nel far campagne e presidiare le istituzioni tutte esortandole ad una presa di responsabilità, hanno avuto proprio nella costruzione di tale interesse.

Oggi la consapevolezza che la violenza maschile non è un tema che riguarda la singola coppia, da relegare all’ambito privato, ma un problema sociale, è assai accresciuta, anche se le resistenze e le difficoltà in questo cammino permangono. Basti pensare alla legge contro il femminicidio, che finalmente si occupa del tema, ma lo fa con un approccio securitario, che non può che trovarci critiche, posto che sappiamo quanto la violenza non sia una questione di emergenza o repressione, ma un fatto strutturale.

Anche il fatto che quest’anno si sia cercato di coinvolgere il mondo del lavoro femminile nella mobilitazione contro la violenza, grazie alle donne della società civile che hanno messo in campo una giornata di sciopero simbolico, che a Bologna ha visto scendere in piazza centinaia di donne, tra cui tantissime giovani, in un corteo vivace e colorato, è un segnale della centralità che il tema ha assunto, nonché della comprensione sempre più diffusa che esso ha a che fare con tutti gli aspetti e gli ambiti della vita e che la battaglia per il cambiamento deve riguardare non solo le donne ma l’intera società.