Ho solo musica in testa tutto il tempo, e la adoro.
Ramin Djawadi nasce a Duisburg, in Germania, nel 1974, da madre tedesca e padre iraniano. Conseguita la laurea con lode al Berklee College of Music nel 1998, Djawadi attirò l'attenzione di Hans Zimmer, che lo ingaggiò nel Remote Control Productions. Di seguito si spostò a Los Angeles, dove diventò assistente di Klaus Badelt (compositore tedesco).
Dopo diverse collaborazioni formative, nel 2004 arriva la prima colonna sonora firmata dal compositore per la pellicola Blade: Trinity (diretto da David S. Goyer, 2004). A seguito di questa opera prima, per il compositore arrivano diversi ingaggi non solo in campo cinematografico ma anche televisivo e videoludico. Lavori che fruttano per l’artista anche diverse candidature agli Emmy.
Nel 2006 viene ingaggiato dal regista Robert Towne per le musiche della pellicola Chiedi alla polvere. Mentre nel 2008, dona suoni ad uno dei capolavori Marvel, il primo capitolo dedicato al vendicatore, Iron Man. I suoni ideati dall’artista percorrono ogni traccia, invadendola. Un qualcosa che riusciamo anche a percepire in pellicole dinamiche come Scontro tra titani (diretto da Louis Leterrier nel 2010) o per il film Pacific Rim per la cui colonna sonora viene ingaggiato dal regista Guillermo del Toro nel 2013. Tutto è azione, come se attraverso il movimento delle note potesse muoversi e prender vita lo stesso soggetto posto sotto il nostro occhio. Tutto si ripercuote, avvolgendo la scena e non permettendo ad essa di fermarsi, di interrompere la sua danza. Con il passare degli anni i lavori di Djawadi divengono sempre più ricercati, così particolari e intrinsechi di magia.
Nel 2014, sotto la regia di Doug Liman, il compositore viene contattato per la composizione delle musiche della pellicola Edge of Tomorrow – Senza domani. Ricordiamo anche la straordinaria opera fatta con la colonna sonora ideata e scritta per il film Dracula Untold, diretto dal regista Gary Shore sempre nello stesso anno. In quest’ultima si evince il senso dell’immortalità, di quella carnalità così visibile nei libri del nostro passato e così udibile, adesso, nelle note messe in movimento dal compositore. La leggenda si muove, ama, si dispera, lotta, proprio attraverso quelle note. Prende vita con essa e con essa quasi muove, tace e riprende il suo movimento. Lo spirito delle note, dell’azione, della storia. Tutto ruota sempre, come un tornado di colori, tutto si dipinge, si fa spazio nella mente del compositore e al tempo stesso dinanzi all’occhio e all’orecchio, attenti, dello spettatore.
Quando scrivo musica, questi colori spuntano da me. È difficile da descrivere, ma fondamentalmente quando scrivo musica, dipingo e aggiungo colori e aggiungo note.
Tra i lavori per cui il compositore, è però ricercato e stimato, rimangono quelli inerenti al mondo televisivo. Firma difatti le musiche di Prison Break, serie televisiva d’azione statunitense, trasmessa dalla Fox e andata in onda dal 2005 al 2009 e poi nel 2017.
Altro lavoro importante legato al mondo televisivo è quello rappresentato dall’ingaggio per la colonna sonora della serie televisiva Person of Interest (serie di generi fantascienza distopica e crime drama), trasmessa dal network CBS dal 2011 al 2016. Tra le ultime ricordiamo anche Westworld – Dove tutto è concesso, firmata da Jonathan Nolan e Lisa Joy per HBO e in onda dal 2016 (ancora in corso). L’ultimo lavoro appartiene all’ingaggio per le musiche della serie TV, Jack Ryan, in corso dal 2018.
Ma la vera punta di diamante di Djawadi è la composizione della colonna sonora per la serie TV statunitense di fama mondiale, creata e ideata da David Benioff e D.B. Weiss, di genere fantastico, Il trono di spade. Trasmessa dal 2011 al 2019. Djawadi ottiene anche diversi premi per tracce proprio presenti all’interno della colonna sonora composta per la serie TV ispirata al ciclo di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin. Il compositore ha vinto per due volte consecutive agli Emmy Awards nel 2018 per l'episodio Il Drago e il Lupo e nel 2019 per La Lunga Notte.
Una carriera così ricca, un percorso ancora agli albori, quello del compositore tedesco. Una nota particolare, avvolgente, stoica. La bellezza celata in questo particolare costruire, ideare, dipingere per citare le parole dello stesso artista. La musica è tela composta, l’attenzione dello spettatore appaiono come le dita che la sfiorano, la stringono, l’avvolgono. Talvolta, appare bello lasciarsi avvolgere dall’arte. Djawadi, assieme alle sue composizioni, ne è la dimostrazione.