Il sonno da me non arriva. Anzi, sbadiglio tutto il giorno e verso le 23 la mia mente inizia a mettere ordine nei pensieri sempre in confusione. A volte, in queste lunghe serate insonni, mi raggiungono messaggi di amiche e amici "della notte". Sono Luisa, Catia, Eleonora, Federico, Diletta, Maria, Cristina, Marcello. Nel periodo della pandemia poi si condividono trasmissioni televisive, commenti, dubbi.
Certezze, nessuna.
Viviamo in bilico tra un minimo passo in avanti e un bollettino nefasto. Prende forma uno stato nel quale ci raccontiamo come stiamo vivendo il forzato isolamento. La nostra è una sopravvivenza inquieta e incerta come l'informazione che riceviamo. Il COVID-19 lo si vive "ora come minaccia di estinzione ora come speranza di rigenerazione".
Si aggira nell'ombra un'Apocalisse non più collegata ad archetipi religiosi ma alla Natura.
Per fortuna tra paure e speranze - queste ultime limitatissime - non ci abbandonano ironia, passione e progetti.
Per quel che mi riguarda seguo l'arte dei bambini attraverso i disegni che mia nipote Allegra realizza in solitudine nel pavimento del cortile di casa.
E scrivo.
Tra gli amici, Marcello, da qualche tempo ha iniziato ad inviarmi brevissimi video nei quali un ragno, sotto un lampione tesse la sua tela. Le ragnatele mi hanno sempre attratta, ma mai ne avevo viste di tale bellezza e perfezione. Nel contrasto, notte fonda e luce del lampione, questa tela acquista oltre alla bellezza e alla perfezione dei volumi una grande preziosità.
Pare, è, costruita con piccole perle. Un valore assoluto che si pone in netto contrasto con l'insicurezza e la precarietà delle nostre vite nelle quali là fuori, "al crocevia degli esseri" Thanatos distrugge disgrega separa annienta.
14/02/2020, 23.34 - Marcello: Lui in realtà è una lei
14/02/2020, 23,36 - Marcello: Sto facendo l'aracne terapia
25/02/2020, 00.15 - Marcello: Eccoci, lei anche ora non desiste
09/03/2020, 23.45 - Marcello: Questa sera sta lavorando alla grande scultura
Insieme ai messaggi mi invia foto, video e due link nei quali si narra il mito di Aracne.
Il mito
La storia è narrata nel sesto libro delle Metamorfosi (1-145): ammirata da tutti per la sua perizia, Aracne nel suo orgoglio non si riconosce inferiore nemmeno a Minerva, la dea tutelare di quest’arte, e respinge i consigli di moderazione. Anzi la sfida a una gara di tessitura in cui le due rivali tessono due arazzi, ispirati da principi etici ed estetici opposti (senso della gerarchia, dell’ordine classico, del decoro nell’arazzo di Minerva; anticonformismo, denuncia del pre-potere degli dei, fluidità ellenistica delle forme in quello di Aracne). La stessa Minerva è costretta ad ammettere l’eccellenza dell’opera della rivale, che dal confronto non esce quindi sconfitta, ma ciò nonostante (o proprio per questo) la dea beffardamente la punisce con una metamorfosi, in ragno, condannandola così a tessere per sempre, in perenne ricordo della sua sconfitta.
(da Gianpiero Rosati, La strategia del ragno, ovvero la rivincita di Aracne)
Questo mito vive di continue interpretazioni e rivisitazioni così ho deciso che sarà l'argomento del mio prossimo racconto.
Accenno solo alla circostanza che Atena, la dea della razionalità e della ragione, solo una volta precipita in una incontrollata invidia e le accade per la visione dell'opera di Aracne.
Ora Aracne è qui e lavora instancabilmente alla sua tela. È una garanzia e il fatto che abbia scelto la casa di un artista, un po' pigro - il messaggio che ricevo più spesso da Marcello: "Oggi è stata durissima. Finalmente a letto!" - per la costruzione di un altro mondo, non è un caso. Perché l'artista, anche se pigro, risponde. Sempre e nel modo che più gli appartiene. Prima di tutto è colui che vede e riconosce la bellezza. Operazione già complicata perché la bellezza è sempre più difficile da recuperare e da proteggere. L'artista non solo la riconosce, ma mette in campo strategie di condivisione e di risposte.
Entra in campo la forza positiva di Eros che genera, unisce, riscalda.
Inizia così il viaggio di Marcello nel mondo dei segni; crea un trittico che partendo dall'asfalto sale alla tela di Aracne e ritorna nel riposo e nel mistero della sua stanza.
17/04/2020, 23.19 - Marcello: Dopo ti aggiorno su Aracne
17/04/2020, 23.21- Mariella: Sì, è ora che inizi a scrivere su di lei
17/04/2020, 23.41 - Marcello: Ieri il vento ha distrutto la tela, adesso sta lavorando
17/04/2020, 23,44 - Marcello: Ieri sono venuti a dipingere il paesaggio
17/04/2020, 23,47 - Mariella: Ho capito, gli imbianchini disturbano
Per necessità il caso
Operazioni di disturbo - gli imbianchini, che con le loro macchine rumorose ridanno visibilità allo STOP e alle strisce pedonali, un trasloco imminente, lo studio da svuotare - scatenano la parte centrale del trittico, nella quale di solito gli artisti si mettono in scena creando l'essenza di tutto il lavoro.
Marcello in un work in progress si fa testimone e contemporaneamente, giorno dopo giorno, lentamente, crea nell'asfalto con segni e richiami, una scala musicale.
Nasce uno STOP che rivela la sua/nostra condizione di involontario isolamento quando, a volte, per non svanire per sempre, ci possiamo appoggiare solo al muro di casa.
Sono le figure quotidiane come la sua gatta con il suo amico di strada "il gatto rosso", è il mito con Aracne, è l'immortalità della poesia con Dante, è la natura con un albero, è la forma ovale di Piero della Francesca che come pendolo segna il nostro tempo. Infine, è la citazione dell'ultimo sonetto della Divina Commedia che innesca la speranza.
Sì, Marcello ha il dono del pensiero positivo e di una leggerezza simile a nuvole cariche non di pioggia, ma di discrezione e sensibilità.
Quando potevamo uscire:
17/10/ 2019, 18.32 - Mariella: Questa sera siamo a cena al Cappello. Vieni?
17/10/2019, 18.35 - Marcello: Passo
Noi magari cambiavamo idea, ma Marcello dal Cappello "passa".
Rientro nella parte centrale del trittico. Naturalmente sull'asfalto ha lasciato altri segni, ma io sono arrivata fin qui.
03/05/2020, 23.17 - Marcello: Si procede lentamente
03/05/2020, 23.20 - Mariella: Bellissimo. Chi l'ha fatto?
03/05/2020, 23. 23 - Marcello: Secondo te chi l'ha fatto. Prova, ci puoi arrivare
03/05/2020, 23.30 - Mariella: Scherzare mai? Tu con tutti quegli stop che ti girano intorno: tu, Aracne, la gatta, Dante. Tutti insieme. Ma soprattutto gli imbianchini, il trasloco imminente, lo studio da svuotare e l'effetto notte
Disteso nel suo letto in compagnia della gatta Marcello esplora la sacra geometria di mondi diversi.
La camera ottica
Sempre lì.
Quello che accade fuori, lo riporta nel Logos, in quella fucina dove le idee dalla mente arrivano alla mano, ma neanche, perché a volte si materializzano da sole.
17/04/2020, 00.30 - Marcello: Ma la cosa magica che ho scoperto per caso è che nel pomeriggio quando socchiudo la tapparella e chiudo la tenda nella camera si crea una proiezione visiva sul soffitto. Il principio della camera oscura. Ti giro il video. Guarda cosa compare nel soffitto. Si chiama camera ottica. La usava il Canaletto. Ma qui si è fatta da sola
17/04/2020, 00.41 - Mariella: “Lasciate che l'opera venga a me”. La maggioranza degli artisti l'opera la cercano, la costruiscono, da te invece l'opera è già lì nella tua stanza. È come se andando a letto ti scrollassi di dosso frammenti di idee che poi si materializzano
Il trittico ha termine nell'ultima notte della quarantena - il settimo giorno per noi qui sulla terra - pronti a riveder le stelle.