La cosa grandiosa di fare musica per film è che scopri di cosa sei capace. Potresti pensare di non essere in grado di produrre un certo ritmo, ma è tuo compito risolvere quel problema. Se apri la tua mente, un'idea ti condurrà alla prossima.
Thomas Montgomery Newman nasce a Los Angeles nel 1955. Figlio del compositore più volte premio Oscar Alfred Newman appartiene ad una dinastia di compositori. Nipote di Lionel Newman e fratello di David Newman, ed inoltre cugino di Randy Newman. Una dinastia segnata ad avere enorme capacità e spessore nell’ambito della composizione.
Con un master in composizione della Yale University, Newman suonava come tastierista per la rock band “The Innocents”.
La carriera del compitore inizia principalmente con la composizione di musica per produzioni minori per Broadway, sia per opere teatrali che per band musicali. Fu solo grazie al compositore John Williams, grande amico del padre Alfred, che Newman si avvicinò, per poi introdursi interamente nel mondo della composizione per il grande schermo.
Con l’utilizzo di una strumentazione varia ed inusuale, Newman si è aggiudicato nel corso degli anni diversi premi tra cui un BAFTA, un Grammy Award per la colonna di American Beauty (1999) e un Emmy Award per Six Feet Under (serie televisiva firmata da HBO), con la candidatura per ben 13 volte all’Oscar alla miglior colonna sonora.
Perdere ti rende forte. Mi piace essere il perdente.
Nel 1994 arrivano le prime due candidature all’Oscar per la miglior colonna sonora, inizialmente con la composizione delle musiche per la pellicola Le ali della libertà, diretto da Frank Darabont. Successivamente con la scrittura della colonna sonora per il famoso Piccole donne, sotto la regia di Gillian Armstrong. Nel 1995 giunge la terza candidatura al premio Oscar, con il lavoro svolto per la pellicola Eroi di tutti i giorni, diretto da Diane Keaton.
Si susseguono così, senza sosta, gli ingaggi per Newman. Che svela ancora la dote di famiglia. Quella di saper interpretare le emozioni riportate sullo schermo.
Ricordo che una volta un insegnante mi ha chiesto cosa rende triste la musica? Che domanda geniale. La sua risposta fu: assume le qualità fisiche di qualcosa di triste. Significa che se è triste, una melodia si muoverà in modo graduale. Tenderà ad essere più lento come sei quando sei triste; assume le caratteristiche fisiche di uno stato emotivo. Qualcosa nella musica squilla e ti riporta a un ricordo che hai che suscita un sentimento. Immagino che la cosa meravigliosa della musica sia che è totalmente astratta e ha comunque un grande tipo di reazione emotiva sinuosa e soggettiva. Mi piace l'idea che la musica possa essere dimensionale, che non sia necessariamente suonare ciò che è lì.
Nel 1999 arriva la candidatura per il premio Oscar alla miglior colonna sonora per una delle pellicole che hanno segnato la storia di ogni vero appassionato di cinema, ovvero quella di American Beauty, diretto da Sam Mendes. Il lavoro fatto per questa pellicola è stato definito nel corso degli anni ciò che ha permesso di poter parlare di rapporto tra narrazione e musica. Con l’utilizzo di percussioni (tabla, bonghi, piatti, pianoforti, xilofoni, flauti e chitarre) il compositore ha ideato e poi creato quella che era considerata la giusta atmosfera. Un ritmo scandito per ogni azione riportata sullo schermo, difatti la scrittura di queste musiche è quasi possibile da definire come un continuo ripetersi di frasi, infinito.
La bravura, ormai svelata, del compositore inizia a prender piede e possesso del contento comune. Con l’uso di ciò che chiunque trovava inusuale, Newman conquistava l’attenzione del pubblico, dello stesso spettatore che in un attimo veniva risucchiato dalla scena proiettata sullo schermo, diventandone parte attiva ed integrante.
Il mio approccio è quello di approfondire l'azione attraverso il sottotesto invece di commentare il dramma, che è ciò che accade spesso con la cattiva musica da film. Il pubblico tende a risentirlo.
Sempre nel 1999, Newman firma la scrittura delle musiche di un’altra pellicola che ha segnato il mondo del cinema, Il miglio verde diretta dal vecchio compagno Frank Darabont. Qualcosa di profondo si eleva nel cuore di chi ascolta questa colonna sonora. Il dolore, probabilmente. O la grandezza, riportata in delle emozioni grandi anch’esse.
Nel 2000, Newman viene chiamato per la composizione della colonna sonora del film Un sogno per domani, diretto da Mimi Leder. L’anno successo, il 2001, segna per il compositore l’anno dell’inizio della scrittura delle musiche per la serie Tv firmata da HBO, Six Feet Under con cui si aggiudicherà un Emmy Award.
Nel 2002 nuova collaborazione con l’amico Sam Mendes, per la pellicola Era mio padre, con cui il compositore si aggiudicherà una nuova candidatura al premio Oscar per la miglior colonna sonora.
Nel 2003, nuova candidatura all’Oscar con la scrittura delle musiche per il film d’animazione Pixar diretto da Andrew Stanton, Alla ricerca di Nemo. Le avventure sott’acqua di un papà in cerca del suo piccolo, che hanno emozionato grandi e piccoli.
Segue nell’anno successivo l’incarico per la composizione della colonna sonora della pellicola Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, sotto la regia di Brad Silberling, per cui otterrà una nuova candidatura al premio come miglior colonna sonora.
Altre due candidature al premio Oscar nel 2006 e nel 2008. Dapprima con l’incarico e quindi la composizione delle musiche per il film diretto da Steven Soderbergh, Intrigo a Berlino. E in seguito con il nuovo lungometraggio d’animazione Pixar, WALL•E, sempre firmato da Andrew Stanton.
Sempre nel 2008 Newman riceve l’incarico, difficilissimo, di comporre la colonna sonora del nuovo film dall’ormai compagno d’avventure Sam Mendes, Revolutionary Road. Questa volta Newman si trova a dover riportare su scena ciò che accade nell’intimità di una coppia, la rottura singolare ed inevitabile di un rapporto. C’è una crepa nella traccia composta da Newman per la colonna sonora, April, nella quale si ripercorre la speranza, la disperazione. In una lenta danza che lo spettatore dedica al compositore, al regista, a sé stesso. Tutto ruota attorno a quelle note, nella ripercussione dello spazio e del tempo che resta, che inevitabilmente l’uomo è costretto ad affrontare.
Sono volato in Inghilterra per vedere il taglio di* Revolutionary Road* (2008). Ero abbastanza commosso. Come uomo sposato, è un po' inquietante vedere una coppia provare così duramente a risolvere le cose e fallire così miseramente. Come suggerisci la speranza e la disperazione allo stesso tempo? Inizi a pensare sulla falsa riga di una frase seguita dalla caduta di una frase.
Seguono nel corso dei successivi anni per il compositore un insieme di lavori di notevole valore per il mondo del cinema e per il mondo legato strettamente alle colonne sonore. Tra cui Brothers, nel 2009, diretto da Jim Sheridan. Nel 2011, The Help sotto la regia di Tate Taylor. Sempre nello stesso anno, The Iron Lady, grandissimo lavoro diretto da Phyllida Lloyd.
Nel 2012, nuova collaborazione con Sam Mendes, che equivale ad una nuova candidatura al premio Oscar con la composizione della musica per la pellicola Skyfall, nuovo capitolo dedicato all’agente segreto James Bond.
Nel 2013, ennesima candidatura per il collaboratore dopo aver firmato la colonna sonora per *Saving Mr. Banks, diretto da John Lee Hancock. Pellicola dedicata a Walt Disney e della scrittrice Pamela Travers.
Segue tra i lavori di maggior successo degli anni seguenti, Spectre, nuova pellicola dedicata all’agente segreto James Bond, diretta ancora una volta dal regista Sam Mendes nel 2015. Nello stesso anno, con il lavoro per la pellicola diretta dal maestro Steven Spielberg, Il ponte delle spie, Newman si aggiudica la nuova candidatura al premio Oscar come miglior colonna sonora. Seguita poi nel 2016 dalla candidatura per la scrittura delle musiche del film diretto da Morten Tyldum, Passengers.
Nel 2019, Newman si aggiudica la candidatura all’Oscar per l’ultima pellicola del compagno Sam Mendes, 1917. Un film epico, campione di incassi e di innumerevoli premi. C’è dell’emozione in ogni singola nota messa in essere dal compositore. La si vive, la si fa propria. Proprio come i protagonisti della pellicola. Un film che non narra solo una guerra, narra della forza umana, della caparbietà e della capacità. La stessa insita in Newman e in ogni suo lavoro.