Come sentenziava Aristotele pensiamo per immagini. Ciò di per sé non significa che pensiamo soltanto attraverso immagini o che, peggio ancora, il nostro pensiero possa essere ridotto alla sola immaginazione e alla sua capacità combinatoria. Significa che le immagini ci sono d’aiuto nel pensare e, quindi, nel ricordare. Esse sono anche uno strumento indispensabile, ma non l’unico, per poter pensare. Ci sono parole e concetti che non possono essere ricondotti immediatamente a un’immagine. Ciò accade o per la funzione logica e grammaticale che svolgono nel linguaggio (penso, ad esempio, alle preposizioni e agli avverbi – tuttavia, altrimenti, nonostante, anche, per, con, di, ecc. – ai quali non è associata direttamente nessuna immagine), o per l’oggetto che rappresentano (come i termini astratti). In questo articolo mostrerò alcuni stratagemmi1 per poter ovviare a questo inconveniente.


Ricordare l'astratto

Innanzi tutto consideriamo il fatto che l’immaginazione ha una forte componente visiva e quindi spaziale (cioè riferita allo spazio). Certo, esistono anche altre forme di immaginazione, uditiva, olfattiva ecc. ma – indubbiamente – l’immaginazione “spaziale” ha nell’economia della nostra mente un ruolo di primaria importanza e assoluta predominanza; alcuni hanno anche cercato di quantificare questo valore: chi parla del 70%, chi dice di più, chi un po’ meno, ma ai fini della presente argomentazione entrare in tale discussione non è necessario, è sufficiente rilevare che l’immaginazione visiva è molto importante, ed effettivamente lo è. Quindi la prima cosa da fare è cercare di riportare il concetto astratto a una o più immagini. Il problema però è proprio questo: come fare?

Per prima cosa, laddove possibile, conviene stabilire un’analogia, sfruttando magari un elemento della definizione della parola astratta che ci consenta di evocare nella nostra mente un’immagine; questo potrebbe essere un primo facile stratagemma. La parola astratta che da qui in avanti utilizzerò come “caso di studio” è “epistemologia” che significa, in prima approssimazione, filosofia della scienza. Potremo immaginarci Kant (o un altro filosofo da noi conosciuto attraverso ritratti o, se vivente, video ecc.) mentre è intento a fare esperimenti chimici con provette e sostanze liquide e gassose. Ci saremo così fatti un’immagine in cui c’è sia l’elemento della filosofia (rappresentato da Kant) che quello della scienza (concretizzato negli esperimenti in cui si sta esercitando il Filosofo). Se riusciamo a ricondurre il significato della parola o del concetto a una scena o a un’immagine “concreta”, avremo sempre a disposizione uno strumento efficace per poter memorizzare facilmente idee astratte.

Una seconda tecnica potrebbe essere quella, sempre partendo dal significato della parola, di utilizzare degli esempi. Un esempio è per sua natura sempre qualcosa di concreto. Potrò quindi pensare ad alcuni filosofi della scienza realmente vissuti o viventi. Mi rappresenterò gli epistemologi Berkeley e Kuhn contrapponendoli a Dennett, per portare appunto un esempio di due epistemologi bravi e uno invece, a mio parere, meno competente. Un esempio, infatti, evoca sempre un’immagine e, ancor più, una sequenza di immagini. Ragion per cui pensando, e ricordano, la scena o l’immagine, o il confronto tra immagini (come nell’esempio Berkeley-Kuhn-Dennett), posso ridondarmi della parola epistemologia.

Un altro metodo per “ridurre” l’astratto al concreto può essere l’uso di metafore o di altre figure retoriche ad essa prossime come la metonimia (il significato veicola per contiguità causale, spaziale, temporale da un elemento linguistico all’altro, ad es. “bere un bicchiere”) e la sineddoche (molto simile alla metonimia accentua il fatto che il significato si trasferisce fondamentalmente per relazione: dalla parte al tutto e viceversa ecc. Ad esempio: indicare un veliero come un “tre alberi”, si nomina una parte – gli alberi – per riferirsi al tutto). Nel nostro caso di studio abbiamo almeno due elementi ma, volendo, anche più di due: uno astratto (la parola epistemologia) e uno più “concreto”, cioè riconducibile a una o più immagini. La metafora che propongo per ricondurre la parola astratta a un’immagine concreta è: “L’epistemologia è la bussola della scienza”. Questa metafora ci fornisce non soltanto un’immagine “tangibile” (quella della bussola) ma, attraverso essa, ci insegna anche qualcosa di più sul significato della parola “epistemologia”. Infatti, la metafora della bussola ci dice anche che l’epistemologia dà, o dovrebbe dare, una direzione alla ricerca scientifica, una direzione teorica, metodologica, programmatica ecc. Quindi la frase “L’epistemologia è la bussola della scienza” non soltanto aiuta a ricondurre la memoria alla parola “epistemologia”, ma ci dice anche qualcosa in più, qualcosa di importante – e facilmente rappresentabile – sul suo significato.

Un altro modo, estremamente efficace, ma non sempre di facile attuazione è l’uso di assonanze. Potrò così immaginarmi Newton (o un altro famoso scienziato) nell’atto di scrivere una lettera, cioè un’epistola. L’assonanza tra epist-ola e epist-emologia fornisce dunque un “gancio” per la memorizzazione. Trattandosi di assonanza più che alla grafia dobbiamo prestare attenzione al suono. Ora, a seconda della lingua, non sempre una stessa composizione di lettere o sillabe all’interno della parola corrisponde a una stessa pronuncia. Anche per questo motivo quindi va privilegiata la similarità fonetica a quella grafica. Infine, laddove corrispondano sia gli elementi fonetici che quelli letterali, grafici, comunque è sempre meglio dare la priorità all’aspetto fonetico.

Discorso diverso, infine, possiamo fare per la coincidenza di sillabe o di sequenze di lettere all’interno della parola e tra parole. Mi spiego, prendiamo la seguente frase: “Epicuro steso sul molo che dice una bugia” le lettere in corsivo, e nello stesso ordine formano la parola “epi-ste-molo-gia”. Questi tipi di combinazioni non sempre sono fattibili ma, laddove si possano costruire, risultano estremamente efficaci.

In questo articolo ho mostrato sei metodi per poter riportare a immagini concrete un concetto astratto. È sufficiente usare anche uno soltanto di essi per raggiungere lo scopo. Se invece c’è modo di combinarne qualcuno insieme ancora meglio, il ricordo risulterà ancor più efficace.

1 Altri schemi si possono trovare a questo link.