La parola distanziamento prima la si sentiva di rado, adesso è probabilmente tra le più pronunciate e tra quelle che suscitano più preoccupazione. Allo stato attuale delle previsioni l’unica cosa che si può abbracciare è l’incertezza. Mentre la pandemia di COVID-19 iniziava a diffondersi in tutto il mondo, alcuni tra i più grandi studiosi e pensatori hanno iniziato a ipotizzare scenari futuri disegnati in base ai possibili effetti del post-virus su aziende e società di tutto il mondo.
Un recentissimo report della Deloitte e Salesforce cerca di rispondere ai possibili quesiti che la maggior parte di noi si sta ponendo tracciando quattro ipotesi che potrebbero diventare realtà nei prossimi tre o cinque anni. Le aziende, i governi e le organizzazioni sanitarie collaboreranno efficacemente per porre fine alla pandemia prima del previsto? O i Paesi si auto-isoleranno mentre il virus muta, portando a un aumento di decessi, disordini sociali e crollo economico? Gli scenari potrebbero essere diversi e bisogna prepararsi ad affrontarli insieme ad altre eventualità che potrebbero insinuarsi. Vengono in primis prese in considerazione variabili come la gravità di estensione della pandemia, il livello di collaborazione tra i Paesi, l'efficacia della risposta sanitaria, il livello di coesione sociale coinvolto in tale risposta e le conseguenze economiche di tutto quanto sopra.
Il primo scenario ipotizzato è definito “passing storm” ovvero “tempesta di passaggio”: è il cosiddetto best-case basato sulla collaborazione e comunicazione rapida ed efficace tra governi che, grazie a un’ottimizzazione dei sistemi sanitari e a una società rispettosa delle norme sulla quarantena, vede sradicarsi la malattia prima del previsto. Questo scenario ottimale, tuttavia, se da un lato aumenterebbe la fiducia nelle istituzioni, dall’altro amplierebbe il divario tra le classi socioeconomiche perché coloro che la pandemia ha influenzato più negativamente - ovvero le piccole imprese e la popolazione a basso e medio reddito - avranno difficoltà a reagire.
Il secondo scenario ipotizzato è definito “good company” cioè "buona compagnia": mentre i governi si impegnano a gestire efficacemente la pandemia, la responsabilità delle imprese migliora mostrando un cambiamento nella mentalità aziendale volta a implementare i servizi a clienti, dipendenti, comunità, azionisti attraverso partnership pubblico-privato. La conseguenza è quella di una crescente concentrazione di potere tra le grandi aziende.
Il terzo scenario è "sunrise in the East", “alba ad Est”, ovvero l'Occidente gestirebbe la malattia più lentamente e in modo meno coerente rispetto all'Oriente, facendo spostare il centro del potere globale in Cina e in Asia orientale. Nell’ipotesi l'Oriente diventerebbe leader nel coordinamento dei sistemi sanitari e delle imprese.
Infine, il quarto scenario è quello dei "lupi solitari", il cosiddetto “lone wolves”: il virus muterebbe prolungando la durata della pandemia in tutto il mondo. Seguirebbero un aumento dei decessi, disordini sociali, sfascio economico, paranoia. I Paesi si isolerebbero con una sorveglianza sempre più severa, anche su stranieri e importazioni supportati dalle ultime tecnologie.
Purtroppo, o per fortuna, il futuro può solo essere immaginato.