La Polonia ha dato i natali ad un pittore quasi del tutto dimenticato, tanto da rappresentare un vero e proprio enigma. Molto famoso fra i contemporanei, Franciszek Żmurko nasce a Leopoli nel 1859. Città ‘ponte’ che ben delineerà i suoi tratti cosmopoliti. Żmurko inizia a disegnare da ragazzo, nella città natia, sotto la guida dei pittori Tepa e Matejko. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Cracovia, si trasferisce a Vienna e a Monaco di Baviera, per poi riapprodare in Polonia e trasferirsi a Varsavia, in via definitiva.
Seguace della Scuola polacca dell’epoca che vuole dipinti di figure femminili di intensa drammaticità, Żmurko riesce tuttavia a deviarne la traiettoria: la donna da lui dipinta è una donna nuova, una femme fatale molto vicina al Simbolismo ed alla Scuola inglese. Eppure, sarebbe riduttivo spiegarne il valore solo in parallelo, poiché Żmurko non è l’unico quesito aperto dell’arte polacca. Un’arte che deve fare i conti, più di altre, con le razzie post-belliche. Pensiamo ad un altro grande dimenticato d’eccellenza: Szukalski, tornato alla ribalta grazie al docu-film fortemente voluto da Leonardo Di Caprio e suo padre.
Avventurarsi fra le collezioni d’arte polacca, con il pretesto di cercarne le tracce, diventa un eccezionale viaggio di scoperte. Un’escursione che prevede tre poli fondamentali: Varsavia, Cracovia e Katowice. Le Gallerie Nazionali polacche, infatti, hanno pochi eguali in Europa ed il dolore mai sopito che si respira fra le tele esposte ben riflette il passato (ed il presente!) conflittuale del Paese.
Partendo dal Polo di Varsavia (fondato nel 1862 ed ospitante alcune opere di Żmurko), ci troviamo in uno dei più antichi musei della Polonia. Dopo l’indipendenza ottenuta nel 1918, la collezione venne spostata nell’attuale palazzo eretto fra il 1927 ed il 1938. Oggi ospita oltre 800.000 opere fra dipinti, sculture, disegni, stampe e fotografie provenienti da tutto il mondo.
Da considerarsi ‘gemella’, la Galleria Nazionale di Cracovia che ospita un numero analogo di opere databili dalla Preistoria ai giorni nostri. Sede di spicco delle mostre temporanee più importanti del Paese, trova nel pittore Wyspiański il suo massimo esponente, il quale è stato al centro di due recenti monografiche probabilmente destinate ad essere, ciclicamente, riproposte. Oltre alla vasta collezione di arte polacca, Cracovia ospita anche lo Studio dell’Iconografia della città, con una vasta collezione di vedute e fotografie.
Per chi volesse ampliare le proprie conoscenze in merito, non resta che recarsi a Katowice, città ospitante il Museo della Slesia. Regione di spicco per la sua importanza in ambito industriale, trova nel proprio museo uno specchio ideale per raccontarne il ruolo storico ed intellettuale sempre a cavallo tra presente e futuro.
Ispirato all’eredità della Slesia, la location è suggestiva ed è posta al centro di un antico sito minerario rivisto e corretto per divenire un polo culturale d’eccezione. Impossibile non rimanere impressionati entrandovi. Ci troviamo, infatti, al cospetto delle profondità che hanno visto molte mani all’opera e che oggi ospitano, invece la Galleria d’Arte Polacca dal 1800 al 1945, la Galleria con le opere successive al 1945, la Galleria d’Arte Religiosa e la Galleria dedicata all’Arte Dilettantesca.
Il Museo della Slesia ci dà modo di ammirare una scultura di piccole dimensioni di Szukalski e di chiudere, idealmente, il cerchio del nostro viaggio.