Uno dei Borghi più Belli d’Italia, Asolo è in provincia di Treviso, tra la pianura veneta e le Prealpi bellunesi. Nota sin dall’antichità più remota, Asolo vanta resti di mammut e vari reperti in selce, con insediamenti mesolitici e dell’età del Bronzo, e interessanti necropoli. I Romani tramutarono Acelum in municipium, dotando la cittadina di un acquedotto scavato in cunicolo nella roccia, di terme, di un foro, di un teatro, e della giurisdizione fino alla Via Postumia.
Dagli Ungari a Ezzelino da Romano, Asolo vanta nomi celebri, fino al passaggio alla Serenissima e all’arrivo della regina di Cipro, Caterina Cornaro, che abitò nel castello (oggi sede del teatro dedicato alla Duse); Pietro Bembo ambientò ad Asolo un dialogo dedicato a Lucrezia Borgia e, transitando per i secoli, dopo Napoleone e la Prima guerra mondiale, fu cent’anni fa, nel 1919, che vi arrivò, ospite dell’amica Lucia Casale, anche la diva Eleonora Duse.
Eleonora rimase affascinata dal paese, tanto da volervi una casa. Eleonora era molto famosa: figlia d’arte, classe 1858, era entrata nel 1875 nella compagnia Pezzana-Brunetti già con ruoli da protagonista, poi prima attrice nella compagnia di Cesare Rossi. Sposerà un attore, Tebaldo Cecchi, nel 1881, e da lui avrà la figlia Enrichetta. Nel 1884 inizierà la relazione amorosa con il librettista Arrigo Boito, fondamentale per l’attrice, intanto impegnata in uno stile lineare, semplice, lontano dal gusto complesso delle colleghe.
Bellissima, lo sguardo intenso e la voce chiara e fine, di lei si innamorerà il poeta e giornalista Gabriele D’Annunzio, del quale diventerà musa ispiratrice di molte opere, tra cui Il Fuoco, a lei dedicato. La Duse agevolò la carriera dello scrittore e drammaturgo, portando in scena, lei già nota in Italia e in Europa, i suoi lavori, come Il sogno di un mattino di primavera o Francesca da Rimini, ma la relazione tra i due era piena di alti e bassi, incapace di obbedire l’una, particolare l’altro, che le preferì Sarah Bernhardt o Irma Gramatica per alcune prime delle sue opere, scrivendo però per Eleonora Alcyone in Versiliana, così come con lei divise la villa della Capponcina a Settignano.
D’Annunzio nel suo studio al Vittoriale, terrà sempre un busto di Eleonora, velato dopo la morte di lei perché non riusciva ad incrociarne lo sguardo; all’anniversario della morte dell’amata, il Vate si chiudeva nella Sala del Lebbroso, in ricordo di giorni bellissimi.
Ritiratasi dalle scene, la Duse comincerà ad interessarsi anche al cinema, mentre Asolo diverrà il suo rifugio. Acquistò una casa che fece sistemare e dove volle tornare, sepolta nella terra che le aveva dato quiete.
Non amava le folle, non voleva il clamore: morta a Pittsburgh il 21 aprile 1924, dov’era per una tournée, una nave della Marina la riportò in Italia, ad Asolo, dove la sua tomba si affaccia sui meravigliosi e quieti monti asolani.
Impossibile pensare per lei la sepoltura al Verano, sicuri tutti quanti che mai l’avrebbe voluta. Voleva restare per sempre ai piedi della chiesina dove si ritirava in preghiera, e dove una rosa ingentilisce la lapide. Sul muro di quella che fu la sua casa, spiccano frasi di D’Annunzio, forse il vero amore della sua vita.