Ammettiamo i (grossi) limiti del turismo di massa che ci vuole negli stessi luoghi, allo stesso momento e – se possibile – tutti insieme appassionatamente. Il turismo mainstream è ‘instagrammabile’, fa audience… ergo non se ne può fare a meno. Ma è davvero così?
Prendiamo Torino, per esempio. Da anni la meta per eccellenza di egittologi professionisti, appassionati o semplici curiosi. Lo splendido Museo Egizio, secondo al mondo per importanza, non smette di incantare e si trova a due passi da altre meraviglie: il Museo del Cinema, Palazzo Reale, Palazzo Madama, solo per citarne alcuni.
Tuttavia, questo articolo è dedicato a chi vuole andare oltre le solite scelte e visitare lati inusuali del capoluogo sabaudo.
Iniziamo con un piccolo excursus che si snoda tra Piazza Savoia e Piazza Santa Giulia, spingendoci alla scoperta di due figure di spicco dell’Ottocento piemontese: Tancredi Falletti e Giulia Colbert di Barolo. Il loro salotto a Palazzo Barolo, diviene punto di incontro dell’alta nobiltà, ed è proprio dal palazzo che inizia il viaggio alla loro scoperta, toccando diversi poli dedicati. Partiamo da Via Corte d’Appello 20/C dove troviamo il MUSLI, Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia. All’interno del suggestivo Palazzo Barolo, è possibile effettuarne la visita guidata per immergersi totalmente nelle atmosfere ottocentesche, quasi a sentire le voci dei bimbi che hanno studiato su quei banchi di scuola. Il Museo si snoda su due percorsi di visita, da un lato materiali e arredi originali, tramite i quali grandi e piccini possono toccare con mano un’esperienza scolastica così lontana e diversa dalla loro; dall’altra le splendide sale dedicate al libro per l’infanzia: dalla stampa all’esposizione di libri rari.
Proseguendo a piedi, verso Via Cigna, 16 ci troviamo al cospetto di un ampio caseggiato che ospita, invece, l’Opera Barolo e le Figlie di Gesù Buon Pastore. In una suggestiva sala interna è possibile visitare – previo appuntamento – il Museo Giulia di Barolo, dedicato alla Marchesa, con abiti ed oggetti a lei appartenuti, riproduzioni di bozzetti e carteggi. Carteggi ridotti, purtroppo, poiché fu suo volere che venissero distrutti alla sua morte. La visita è solitamente guidata da Suor Ave Tago, autrice – altresì – di una mirabile biografia dedicata alla Marchesa: Giulia Colbert di Barolo – Madre dei Poveri, biografia documentata in dettaglio e ricca di aneddoti importanti per capire appieno una donna spesso relegata all’ombra delle figure politiche di spicco del periodo.
Avviandoci in auto o con mezzi pubblici, ci troviamo al cospetto della singolare Piazza Santa Giulia, sulla quale si erge la Chiesa dedicata alla Santa, espressamente voluta dalla Marchesa. Progettata dall’architetto Giovan Battista Ferrante, in stile gotico, si trova al centro del quartiere Vanchiglia. La chiesa è dominata dalle statue commemorative dedicate ai marchesi, in un magnifico gioco di chiaroscuri; particolarmente evocative le scritte sui piedistalli. Per Tancredi: “Fu vero amico dei poveri che raccomandò alla pia consorte istituendola erede” e, per Giulia: “La carità operosa del consorte emulò, fece perpetue insigni beneficienze”.
Abbandonando Giulia e Tancredi, ma rimanendo in zona Vanchiglia, possiamo procedere verso Via Napione dove troviamo ben due Case Museo degne di nota (con preghiera al lettore di non recarvisi direttamente, ma di controllare e prenotare le visite in anticipo sui rispettivi siti). Parliamo di Casa Mollino e della Casa Studio di Carol Rama. A pochi metri l’uno dall’altro, sono luoghi pregni di storia, dove i passi dei celeberrimi abitanti si odono ancora. In Via Napione, 2 si è accolti da Fulvio o Napoleone Ferrari, come guide d’accezione alla scoperta del mondo di Carlo Mollino. Personaggio chiave nella storia dell’architettura torinese e mondiale. Benché non abbia mai abitato nell’appartamento che visitiamo oggi, lo allestì ed utilizzò saltuariamente come studio fotografico, a mo’ di moderno Des Esseintes.
Di altro respiro, l’altrettanto affascinante studio di Carol Rama al civico 15. Carol vi abitò dagli anni Quaranta fino alla sua scomparsa, nel 2015. L’apparente disordine, nasconde – invece – una dedizione maniacale agli oggetti raccolti fra le mura. Ricordi del padre, ‘attrezzi’ da lavoro, ritagli di giornale si uniscono a doni di Man Ray e Luciano Anselmino. Davvero imperdibile.
Se le visite ci hanno lasciati con l’acquolina in bocca, possiamo dirigerci verso la GAM (Galleria d’Arte Moderna – Via Magenta, 31) per ammirare alcune opere della Rama o verso il Teatro Regio, disegnato da Mollino. Il Teatro Regio offre – altresì - un’interessante visita guidata dietro le quinte, per ammirarlo in tutto il suo splendore, lontano dagli orari di spettacolo.
Si è accennato a Palazzo Madama e Palazzo Reale, ma anche in questo caso, perché non concederci un piccolo detour e passare un po’ di tempo nelle Sale Chiablese in Piazzatta Reale, 1?
L’immodesto parere di chi scrive vi direbbe che le mostre temporanee ivi allestite non hanno eguali in Piemonte. Si pensi alla recentemente ospitata Collezione Gualino (personaggio già citato in una recente intervista a Giorgio Caponetti o all’attuale superba monografica dedicata al pittore estone Konrad Mägi!
Appena usciti dalle Sale Chiablese, svoltiamo a sinistra per ammirare il Duomo, ovviamente, ma poi dirigiamoci alla Regia Farmacia, che ci attende in Via XX Settembre, 87. Un pezzo di storia torinese che, da qualche mese, mette a disposizione dei clienti anche un’accogliente tisaneria.
Rimanendo in zona Piazza Castello, possiamo salire sulla navetta diretta al Castello di Rivoli. Eccellenza piemontese ed internazionale per l’arte contemporanea, ha da poco aggiunto un notevole tassello alla sua – già ghiotta – offerta: la Collezione Cerruti. Le parole mancano per descrivere la ricchezza e la bellezza di ciò che attende il visitatore. Una collezione privata da togliere il fiato, ospitante opere di: Fontana, Pontormo, Renoir, Modigliani, Kandinskij, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per arrivare a Bacon, Burri, Warhol, De Dominicis e Paolini.
Di ritorno, qualora fossimo stanchi, perché non rifocillarsi nei paraggi? Abbiamo in mente uno dei locali più interessanti recentemente aperti: Kintisugi Tea and Cakes in Via Monte di Pietà, 17/C. Uno degli angoli italiani più vicini alla tradizione giapponese che vi sia mai capitato (garantito!). Dolce, salato, formidabili bevande calde e fredde, vi trasporteranno direttamente nel Paese del Sol Levante.
Prima di andare via, però, sarebbe opportuno continuare la propria esplorazione verso il quartiere Regio Parco (raggiungibile dal centro con diversi mezzi pubblici). Praticamente privo di attrattive se non fosse per il maestoso Cimitero Monumentale. Costruito nel 1827 anche grazie al finanziamento da parte di Tancredi di Barolo (ed ecco che il nostro cerchio si chiude!), può essere visitato in solitudine (in questo caso assicurarsi di avere sotto mano il volume: Torino silenziosa di Manuela Vetrano) oppure in compagnia della Vetrano stessa. Da anni, infatti, ha dato vita ad un progetto unico nel suo genere: La Civetta di Torino. Sito e pagine social imprescindibili per chi voglia approfondire aspetti poco noti della città. Manuela ha all’attivo diversi tour, ma i suoi cavalli di battaglia rimangono le passeggiate al Monumentale. Le sorprese e le storie che vi racconterà si nascondono in ogni angolo del cimitero torinese ed alcuni fra i più grandi scultori del XIX Secolo vi hanno lasciato loro tracce.
Il tour è un’esperienza davvero unica a compimento di un’escursione dalle tante scoperte inattese.