Santa Catalina, nell’arcipelago delle Channel Islands, appartenente alla Contea di Los Angeles è un’isola rocciosa in cui si alternano spiagge di sabbia dorata, lambita da acque limpide e tiepide anche in inverno e abbellita da palme ondeggianti nella impalpabile brezza oceanica. Catalina (come è semplicemente chiamata dai residenti) è distante solo 75 minuti (34 km) di Catamaran Boat dalla costa californiana. Meta ambita e molto nota agli americani, fu dimora di Marylin Monroe ed è tuttora frequentata dal jet set hollywoodiano, ma quasi totalmente ignorata dagli europei.
La fama di Catalina è legata alla barriera corallina, ai relitti di navi affondate e ai bisonti che si aggirano in libertà nel territorio. Il 99% dell’isola appartiene al Catalina Island Conservancy, associazione senza fini di lucro fondata dalla famiglia Wrigley, che impone vincoli paesaggistici volti a tutelare e armonizzare il rispetto della natura e il divertimento.
Lasciato il camper nel parcheggio di Newport Beach Back Bay (Eastbluff Drive), accanto all’infinita serie di lussuosi mega camper decisamente avveniristici, mi faccio accompagnare al molo del quartiere Balboa Pavillion, nella vasta laguna di Newport. Il biglietto round-trip normale costa 70 dollari. L’attracco sull’isola avviene al Cabrillo Mole, il boat terminal collocato all’estremo sud della baia.
L’impatto con la capitale Avalon, che conta circa 3300 abitanti, è decisamente piacevole e trasmette subito leggerezza per la sua scenografia "disneyana". Spiaggia e lungomare ornato da palme e con case basse dalle tinte forti, raccolte in una grande baia protetta da due ali di colline punteggiate da belle ville abbarbicate sulle pendici. Fila di barche a vela e motoscafi ancorati, qualche nave crociera poco al largo e le curiose imbarcazioni col fondo trasparente che permettono di vedere lo spettacolo della fauna ittica raccolta nel reef che cinge l’intera isola. A rendere il tutto ancor più suggestivo, le auto anni Venti davanti agli hotel e il viavai di piccole golf-cart, in quanto il numero di veicoli tradizionali è limitato per legge.
L’abitato è ampio poco più di un chilometro quadrato e si può percorrere a piedi facilmente. Le golf-cart, vere e proprie macchinine da golf, vengono noleggiate solo a chi ha almeno 25 anni ed è in possesso della patente internazionale, mentre il costo del noleggio, a scadenza oraria, varia a seconda del numero delle persone trasportate. Si possono noleggiare in Crescent Avenue, la via pedonale più turistica e affollata, dove la stessa agenzia affitta biciclette per pochi dollari l’ora.
L’ampio e legnoso Green Pleasure Pier, l’unico pontile che invade la baia, è considerato il centro di raduno turistico di Avalon. Qui trovate allineate tutte le principali facility: visitor center, cassa atm, telefoni, bagni pubblici, infermeria lifeguard, ristoranti e la reception di svariate attività ed escursioni sia marine che terrestri, con la casetta verde del Fish and Chips affacciata sul golfo.
Continuando verso nord, un muretto a serpentina decorato a bordo spiaggia, accompagna la promenade fino al termine della spiaggia e della relativa zona pedonale, segnata da una fontana e dallo spiazzo della Pizzeria Antonio & Cabaret, sulla quale sventola la nostra bandiera tricolore. Da qui, l’arco ispanico con la scritta “Via Casino”, introduce alla passeggiata che costeggia il mare, dove si trova lo storico edificio del Tuna Clubhouse’s (1898), caratterizzato dalla scultura bronzea di un grosso tonno. Subito dopo la pittoresca costruzione su palafitta dello Yacht Club (1893), incorporata alla vecchia torre del faro, arrivo al capo opposto della baia, occupato dal massiccio e al contempo raffinato Casino Building, palazzo tondo in stile Art Déco, icona di Avalon.
Dall’anno della sua costruzione avvenuta nel 1929, i saloni, la sala da ballo e il teatro di questo prestigioso casino sono sempre stati “il cuore” della cultura e dell’intrattenimento isolano. Ancora oggi qui vengono organizzati sontuosi matrimoni, una grande festa di Capodanno e il Catalina Jazz Festival.
Nel pluridecorato cinema/teatro, al piano interrato, ogni sera proiettano film in prima visione. Al primo piano, le sale del Catalina Island Museum custodiscono la storia dell’isola, a partire dai manufatti degli indigeni precolombiani Tongva fino ai giorni nostri. Magnifica nella sua unicità e vastità è anche la collezione di oggetti in ceramica prodotti localmente dal 1927 al 1937. L’intero complesso è stato ideato dal magnate del chewing gum William Wrigley Jr e, fatto curioso, ha anche la finalità di trasformarsi in rifugio per la difesa civile, essendo sufficientemente grande per ospitare tutti gli abitanti dell’isola per un intero anno.
Poco al largo, nel cosiddetto Casino Point Dive Park, gli appassionati di wreck dive si immergono a una profondità di 25 metri per vedere i resti dello schooner Sue Jac, uno yacht bi-albero affondato nel 1980 a seguito di una tempesta. Appena più a nord, invece, adagiato a 35 metri sul fondale della Descanso Bay si trova il vascello Valiant costruito nel 1926 e colato a picco nel 1930 dopo tre giorni di fiamme.
Proseguo la promenade che con pochi passi mi porta alla successiva rada di Descanso Bay, dove trovo un elegante edificio biancolatte che occupa l’intera baia e una spiaggia attrezzata allo scopo di offrire il meglio in fatto di sport acquatici, e di ristorazione.
Al ritorno, per una foto della baia vista dall’alto, di fronte al Tuna Club ed alle spalle dei bagni pubblici in stile messicano, si trova una ripida scala che sale sulla collina. Ad Avalon si prenota e si svolge ogni genere di attività sportiva e la quasi totalità degli escursionisti quotidiani non si inoltra nell’isola, ma rimane in città. Alle 16 l’abitato si svuota, gli escursionisti salgono sulla nave e torna la quiete, l’atmosfera ritrova la sua vocazione suggestiva e romantica, mentre il ritmo cadenzato delle onde si fonde con quello del respiro, regalando una piacevole pace interiore.
Il dopo cena può diventare divertente e intrigante perché i bar notturni aperti sono solo quattro, l’uno vicino all’altro, ed è quindi facile incontrare la stessa gente conosciuta durante il giorno e trascorrere così alcune ore a conversare in buona compagnia: El Galeon, The Marlin, J L’s Locker Room e Chi Chi Club, l’unico “club” dell’isola, con pista da ballo e dove si conclude la serata.
Avalon è una cittadina coesa e ben edificata, davvero piacevole, pittoresca, al limite del kitsch, tanto da sembrare un mega set cinematografico sugli anni ‘20/50.
Nelle vie laterali, osservo con grande curiosità la casa abitata per un anno e mezzo da Norma Jeane Baker, colei che sarebbe diventata la futura Marilyn Monroe. Per raggiungerla, si segue Metropole Avenue che è in leggera pendenza e, dopo il delizioso Hotel St. Louren di colore rosa, la via si fa più stretta e ripida.
Avanti sulla sinistra, all’altezza del primo palo della luce, si trova il numero 310: una modesta casetta bianca con le finestre blu, la bandiera americana e una piccola veranda piena di oggetti, ma nessun cartello commemorativo. Tuttora è un’abitazione privata. L’altra interessante dimora è quella del magnate William Wrigley Jr. (1861-1932), l’industriale della gomma da masticare che acquistò l’isola nel 1919, tuttora considerato tutore e paladino di Santa Catalina. Il prestigioso complesso al 398 di Wrigley Road, costruito nel 1921 sulla collina che domina l’intera baia, era la residenza estiva di William e della moglie Ada. Oggi lo storico summer cottage in stile Coloniale Georgiano è stato trasformato nel Mount Ada, un hotel extra lusso.
Alle 10 salgo sul Safari Bus diretto a Two Harbors, l’altro insediamento di Catalina situato nel West End dell’isola. La strada è sterrata, il paesaggio roccioso e brullo ornato da macchie di piante grasse e, qua e là, da tozzi palmizi. Dopo l’aeroporto, la strada scende a Little Harbor, un campeggio erboso davanti alla conca sabbiosa di una superba baia circolare e selvaggia sorvolata da aquile. Two Harbors, dove arrivo 25 minuti dopo, è un rustico villaggio marino di 300 anime che prende il nome dai suoi due porti: Isthmus Cove e Catalina Harbor, separati da una stretta striscia di terra larga meno di un chilometro, sulla quale scorgo con una certa emozione degli enormi bisonti che pascolano liberi.
Furono importati sull’isola nel 1924 per essere inseriti in alcune scene del film muto The Vanishing America. I suoi primi abitanti furono indiani “pellerossa”, in seguito divenne la base per pirati, successivamente sede di una guarnigione della Union Army durante la guerra civile, oggi motivo di interesse storico ma soprattutto turistico.
Per il ritorno ad Avalon via terra, risalgo sul Safari Bus che parte alle 16.30 dalla stazione davanti all’Isthmus Pier. Alla stessa ora del giorno successivo, invece, sono sul grosso catamarano che mi riporta a Newport Beach. A Catalina ci si arriva anche da Long Beach, San Pedro e Dana Point, sia in catamarano che con il servizio di elicotteri che coprono il percorso in 15 minuti, ovviamente a un costo diverso.