Il fiore di croco come simbolo, come ispirazione di un percorso poetico delicato e ricco di rimandi. Un filo conduttore che accompagna in un mondo, quello di Arcangelo artista che giunge dalla Campania per ricordarci che la tessitura di un fiore ha la medesima consistenza di quella di un’opera d’arte, in cui le sfumature del poeta si intrecciano con quelle dell’artista nel suo vissuto, incardinato nel territorio da cui proviene e in cui ha respirato la natura del luogo.
Nasce dall'incontro tra la Libreria Antiquaria Minerva di Padova, tra la parola scritta che tramanda il sapere del mondo e un artista che trae ideale spunto per le sue opere dal profondo legame con la sua terra d'origine, tra Avellino e Benevento, con i miti e i ricordi del suo mondo, per aprirsi alle diverse culture e tradizioni, tra laicità e religiosità, e scavare alla ricerca dei segni primari che uniscono in una sola dimensione le realtà del mondo. Nasce così il ciclo ispirato ai fiori di croco, a un fiore spontaneo caro ai greci e ai romani. Custodi ideali della via Appia, tra l'antica Benevento e Avellino. Fiore caro a poeti come Pascoli e Montale. Prende vita in questo modo l'opera installazione con 25 disegni ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, vera enciclopedia dei miti greci e latini. Il disegno di Arcangelo è esso stesso narrazione attraverso figure, segni, parole. Il titolo stesso è intimo, personale racconto del suo essere artista. Arcangelo espone le sue opere su carta nella mostra intitolata Fiori di croco, a cura di Roberto Nardi fino all’8 dicembre negli spazi della Libreria Antiquaria Minerva di Padova, in via del Santo.
Il fiore di croco, pianta spontanea che cresce nei prati, lungo le strade, è la fonte di ispirazione del nuovo ciclo di opere di Arcangelo. L’artista campano, protagonista della scena artistica italiana ed internazionale dalla seconda metà degli anni ’80, da sempre procede per cicli, a partire da “Terra mia” ai Sanniti, all’incontro con l’Africa dei Dogon o dei Masai, i Tappeti Persiani o le ispirazioni dall’Oriente.
Sono momenti di un lungo viaggio, tappe compiute o a volte solo immaginate, che ha il suo radicamento nella terra del Sud, nelle radici dell’artista, tra Benevento ed Avellino. I lavori che si ispirano al croco, a questo fiore tanto caro ai poeti, da Omero a Pascoli, a Montale, dialogano ora con uno spazio carico di libri, la Libreria Antiquaria Minerva, a due passi dalla Basilica del Santo e dall’Orto Botanico, luogo per eccellenza dedicato alla vita vegetale. Un incontro che appare naturale, segno di una condivisione di interessi, di un desiderio di nutrimento comune, a sigillare ancora una volta lo stretto legame che unisce arte e letteratura. Per Arcangelo i fiori di croco, quelli che i romani usavano deporre sulle tombe dei defunti come simbolo di speranza per accompagnare il loro viaggio verso la vita ultraterrena, sono il ricordo dei bordi della via Appia, della strada che collega dal tempo dei romani le due città delle sue origini. Sono i testimoni, i custodi, della complessa poetica di un’artista che non smette mai di incrociare, arricchire, nutrire, la sua eredità culturale, quella legata alla terra d’origine, con quella di altri popoli e altri luoghi. Un radicamento alle origini che “ha saputo evolversi e trasformarsi - ha scritto in passato Ivan Quaroni - in qualcosa di più potente e universale, generando una pittura a vocazione ‘globale’, popolata di suggestioni provenienti dall’Africa e dal Vicino Oriente, dal Mediterraneo, dalla lontana Cina e da molto altro ancora".
Arcangelo è un pittore italiano nato ad Avellino nel 1956. Formatosi all'Accademia di belle arti di Roma, esordisce in Germania alla Galleria Tanit di Monaco di Baviera e a Basilea alla galleria Buchmann e con Perspective, esposizione in occasione di Art Basel, Basilea. Seguono la Galerie Janine Mautsch, Köln, Galerie Pierre Huber, Genève, Museum der Stadt, Esslingen, Galerie Maeght-Lelong, Paris, Edward Totah Gallery, Londra. Partecipa alle Quadriennali di Roma.
A Milano inaugura presso gli spazi della Galleria Guenzani e al PAC di Milano, continuano le esposizioni in grandi spazi museali e privati, Museo d'Arte Moderna, Toulouse, Kaj Forsblom Gallery, Helsinki, Centro d'Arte Contemporanea La Ferme du Buisson, Marne-La-Vallée, Galleria Municipale d'Arte Contemporanea, St. Priest, Kodama Gallery, Osaka, Galleria Otto, Bologna, Galerie Alice Pauli, Lausanne, Galleria Di Meo, Parigi 1996; Galleria Gentili, Firenze, Caffè Florian, Venezia, Fondazione Volume!, Roma, Lorenzelli Arte, Milano, Marcorossi artecontemporanea, Milano, Verona, Torino, Galleria Tanit, Beirut.
Nel 2015 Arcangelo riceve il premio Bugatti-Segantini alla carriera artistica. La ricerca di Arcangelo "artista radicale" è fondata sul senso di appartenenza, e sulla condivisione di un’eredità culturale, quella sannita, che egli ha saputo estendere e trasformare, fino a comprendere i retaggi di altri luoghi e altri popoli, partendo negli anni ’80 con opere in cui il gesto scarnificato e i materiali poveri come terre, carboni e pigmenti puri, trasformano il paesaggio in una stupefacente visione della natura astratta ma corporea. La terra per l'artista costituisce un imprescindibile punto di riferimento per spingersi altrove, e fare esperienza delle suggestioni e gli archetipi dei luoghi. Dagli anni Novanta, la rappresentazione del territorio e la valorizzazione delle sue caratteristiche acquista una dimensione anche installativa ed estremamente sognante sul colore. Oltre che come pittore, è incisore e scultore.