La settima edizione di Flashback, l’arte è tutta contemporanea fondata da Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, all’interno del Pala Alpitour, che si è svolta a Torino dal 31 ottobre al 3 novembre, con una partecipazione di oltre 17 mila visitatori e un grande interesse dimostrato da collezionisti, direttori di musei e curiosi appassionati di arte, ancora una volta ha fatto centro.
Nei 4.000 metri quadrati dello spazio disegnato da Arata Isozaki, hanno trovato una collocazione ideale 50 gallerie. Tra le più note Sperone, Piacenti, Benappi, Russo, Tornabuoni, Biasutti & Biasutti e altre gallerie più recenti come Società Antiquaria specializzata nel design del XIX secolo e dirette da giovani come Caretto, Occhinegro e Il Mercante delle Venezie.
L’edizione di quest’anno ha preso spunto da un romanzo di fantascienza datato 1986 della coppia di scrittori sovietici Arkadij e Boris Strugackij, tradotto in inglese come The Time Wanderers. Per Flashback questi Vagabondi nel tempo sono Gli Erranti/The Wanderers, osservatori instancabili, nomadi per scelta, alla continua ricerca della conoscenza.
Tra gli spazi, ricchi di capolavori e opere di pregio, anche grandi installazioni d’arte contemporanea come la mostra dedicata a Eva Marisaldi e Hidetoshi Nagasawa o il grande arazzo di Kentdridge. Molte le perle rare incontrate in questo viaggio attraverso i secoli. Un dipinto di De Nittis (Léontine sul prato, 1878-79, pastello su tela, cornice originale, Società di Belle Arti) che ritrae la moglie Léontine nel giardino della loro villa a Parigi, otto anni circa dopo l’arrivo del pittore da Barletta. Siamo nel pieno Impressionismo e quest’opera testimonia della stretta amicizia con Manet. L’opera, che proviene da una collezione privata, non è mai stata esposta prima, seppure inclusa nelle monografie ufficiali dell’artista.
Una rarissima opera del celebre artista inglese John Singer Sargent, del 1884, un olio su tela che si ritiene raffiguri la principessa Beaumont de Beaumont di Liegi (Belgio), che sposò il principe Ruffo di Calabria. La figura è elegantemente abbigliata con una veste che riflette lo stile degli anni Sessanta dell’Ottocento: l’abito scuro è corredato da un impalpabile scialle in velo a coprire le spalle nude mentre la sofisticata acconciatura con aigrette è in pendant con il collare nero in organza arricciata.
In mostra nello stand della Galleria Russo insieme ad un capolavoro di Paul Gauguin La Sente des Gratte Coqs del 1882, olio su tela, realizzato nel 1882. Il paesaggio raffigura il sentiero di Gratte Coqs, a Pontoise nella val-d’Oise a nord di Parigi. A Pontoise si era stabilito ormai da diversi anni Camille Pissarro (la sua abitazione era a poca distanza dal tratto di sentiero rappresentato), con il quale Paul Gauguin aveva instaurato un rapporto di profonda amicizia e stima. Il soggiorno del 1882 coincide con la definitiva scelta di Gauguin di abbandonare il lavoro in banca e di dedicarsi esclusivamente all’arte e prelude ad una serie di trasferimenti (la Normandia, la Bretagna, la Provenza) che determineranno in maniera totale l’evoluzione del suo stile. Seppur ancora fortemente ispirata da suggestioni impressioniste, nel dipinto Gauguin prelude a quella visione intellettuale della natura non riprodotta fotograficamente, ma interpretata e ricreata con accenti che, nelle opere più mature, diventeranno esplicitamente simbolisti.
Mirabile è un raro disegno di grande intimità di Amedeo Modigliani che ritrae Jeanne Hébuterne nel 1917, la modella, pittrice e compagna di Modigliani morta suicida poco dopo la morte dello stesso Modigliani (da Galleria Torbandena).
Senza dimenticare all’ingresso il lavoro di grandi dimensioni di Julian Schnabel (Galleria Gian Enzo Sperone), un’opera che fa parte della produzione più apprezzata dell’artista americano, quella dei “plates” ed è intitolata Cannibales Club del 2009.
Stefania Poddighe, una delle due fondatrici di questa manifestazione spiega il claim che sta sotto il logo Flashback, cioè l’arte è tutta contemporanea. “Abbiamo preso in prestito questa frase di Gino de Dominicis che, in un’intervista dove gli era stata richiesta la differenza tra arte antica e contemporanea, aveva semplicemente risposto NESSUNA. E noi ci siamo ispirate a questo. Essendo l’arte tutta contemporanea e nel momento stesso in cui io vedo un’opera, a prescindere da quando è stata generata, mi genera un’emozione e sono io che attivo l’opera. È il fruitore che la rende viva e tutte le opere qui dentro sono contemporanee”.
In sette anni Flashback ne ha fatta di strada. “All’inizio avevamo circa 30 espositori ma quello che a noi interessa non sono i numeri o la provenienza degli espositori, a noi interessa la qualità della proposta e, per quanto l’arte sia tutta contemporanea, all’interno degli stand arriviamo fino al 1980 circa”.
Esperte di manifestazioni legate all’antico e al contemporaneo Stefania Poddighe e Ginevra Pucci hanno inventato la formula Flashback sette anni fa “perché ci siamo accorte che il mercato dell’arte moderna era più sofferente e più trascurato rispetto all’arte contemporanea e abbiamo cercato di capire come poter essere utili in questo settore”.
Arte a tutto tondo. “Abbiamo avvicinato un pubblico più giovane con i laboratori e il progetto di Opera Viva, laboratori didattici che durano tutto l’anno anche nelle scuole, lavoriamo anche con la scuola Holden dove abbiamo aperto un concorso per gli studenti” spiega ancora Stefania Poddighe.
E oltre a Flashback sound, Flashback storytelling, talks e video, l’ultima sfida è stata in chiave gastronomica con Flashback food & drink. E dopo questa settima edizione che quest’anno più che mai ha invitato la gente a errare liberamente senza pregiudizi attraverso le tante opere esposte, le due direttrici sono già proiettate sul prossimo futuro: “Le gallerie hanno fatto un lavoro fantastico sulle opere e sul loro storytelling, abbiamo percepito un pubblico sempre più attento e appassionato, ma soprattutto l'ottavo capitolo di Flashback scalpita già per cominciare e proseguire nel racconto di questo personaggio, protagonista indiscusso, mitologico e atemporale: l’Arte”.
La formula di “Flashback” si è riconfermata, così, un unicum che unisce il mercato dell’arte delle gallerie internazionali ad un programma culturale di promozione dell’arte stessa di cui sono stati parte attiva anche i progetti Flashback Opera Viva, exhibition, talk, sound, lab, stoytelling, video e food. Il tutto, inserito in un percorso di visita - ideato e realizzato dallo studio di architetti Startarch, per la quasi totalità composto da professionisti “under 30” - che ha previsto ampi spazi tra gli stand, e quindi tra le opere, così da offrire a collezionisti e visitatori la miglior esperienza e fruizione in uno spazio dove l’errare - tema chiave della manifestazione di quest’anno dedicata a “Gli Erranti” - fosse sinonimo di scoperta e vagabondaggio tra le opere d’arte.