Sono entrati in vigore il 7 giugno 1929 i cosiddetti Patti Lateranensi firmati tra il governo italiano e la Santa Sede. Un accordo tra Stato e Chiesa che metteva fine ad un periodo buio per i cristiani italiani, dal momento che su di loro pendeva ancora, pur se non troppo stretto, il Non expedit del 1874 a seguito dell’annessione dei territori dello Stato Pontificio al Regno d’Italia decenni prima.
Nel 1870 le truppe italiane, con la famosa Breccia di Porta Pia, presero Roma e finì il potere temporale dei Papi, cioè il potere terreno, mantenendo l’unica funzione spirituale. Così l’ultimo Papa ad essere anche Re, Pio IX, si dichiarò prigioniero politico; con la Legge delle Guarentigie del 1871, il Papa ottenne dal Regno italiano libertà d’azione, ma i vescovi erano tenuti a giurare fedeltà al governo d’Italia.
Pertanto il Non expedit di pochi anni dopo dichiarava non conveniente ai cattolici seguire la politica e prendere parte attiva al Regno d’Italia, anche se i cattolici entrarono nella vita politica del Paese grazie alle loro organizzazioni.
Il braccio di ferro tra Stato e Chiesa durò ancora, pur se lo stesso governo del famoso politico Giovanni Giolitti ebbe bisogno del voto dei cattolici per ottenere la maggioranza a scapito del crescente consenso dei socialisti, malvisti per il loro programma politico non solo dai moderati, ma dai cattolici stessi. Diventava sempre più chiaro che, a fronte di un avvicinamento considerato informale tra le due realtà, si dovesse trovare una soluzione politica. Che arrivò durante la dittatura fascista sia come risoluzione chiesta da più parti e necessaria nei fatti, sia come azione di prestigio politico, utile per consolidare il consenso popolare al fascismo, al governo già da alcuni anni.
La firma in calce all’accordo venne apposta l’11 febbraio 1929. Esso prevedeva il riconoscimento della sovranità territoriale alla Santa Sede (cioè al Papa e ai vari organismi della Curia Romana, organo supremo del governo della Chiesa cattolica) con la costituzione della Città del Vaticano, ente sovrano di diritto pubblico internazionale sottoposto alla sovranità della Santa Sede, la quale svolge la sua azione universale da questo territorio, lo Stato più piccolo del mondo (44 ettari, enclave non solo in uno Stato, ma addirittura in un’unica città, Roma). Il territorio della Città del Vaticano era neutrale e inviolabile e la Chiesa avrebbe avuto assoluta libertà, senza condizionamenti alcuni da parte del Regno d’Italia e della politica. Questo il contenuto del Trattato.
Nei Patti era poi compresa una Convenzione finanziaria che prevedeva un risarcimento economico alla Chiesa per la perdita di territori ed enti; e il Concordato che definiva i rapporti tra Stato e Chiesa. Ad esempio, il governo acconsentì ad allineare le proprie leggi sul matrimonio alle regole ecclesiastiche, esonerò i preti dal servizio militare, decretò la religione cattolica religione di Stato.
Indubbiamente la firma dell’accordo fu un successo per Benito Mussolini. I Patti Lateranensi vennero rivisti nel 1984.