Spesso nella vita di ognuno, quasi sempre, meglio sempre, in politica, per sostenere le proprie posizioni si adducono motivi "buoni" se riferiti ai propri comportamenti o "cattivi " se riferiti agli avversari, e non si evidenziano i motivi "veri".
Perché i motivi buoni sono edificanti e gettano una luce positiva sulla propria azione e sulle decisioni della propria parte politica e quindi possono generare consenso.
Per converso evidenziare dei motivi "cattivi" circa il comportamento degli avversari permette di insinuare dubbi e ripensamenti tra le fila altrui con la conseguente possibilità di inficiarne il consenso.
Inoltre propagando e diffondendo questi motivi - positivi per se stessi e negativi per gli avversari- si offrono argomenti ai propri sostenitori che sono utili nelle discussioni nei vari luoghi sociali e che possono efficacemente contribuire a consolidare e accrescere il consenso.
Quanto più questi motivi sono 'forti e credibili' tanto più è resa facile la loro diffusione e la conseguente capacità di adesione popolare.
L'abilità del leader e del gruppo dirigente di un partito politico consiste nell'individuare e nel diffondere queste motivazioni 'forti e credibili ' capaci a loro volta di sostenere i motivi "veri" che solitamente non vengono evidenziati e molte volte negati con forza e disapprovazione per fatto di essere solo citati.
Perché? Perché i motivi "veri " solitamente corrispondono a interessi di parte che è meglio non evidenziare in quanto poco edificanti e comunque non tali da esprimere e giustificare un diffuso consenso.
E qui sta l'abilità dell'uomo politico e del leader: far collimare e sovrapporre motivazioni "buone" per sé e "cattive " per gli avversari alle "vere" motivazioni utili per sviluppare la propria azione politica.
Quanto più vi è completa sovrapposizione tra motivi "veri/cattivi" e motivi "veri " e quindi quanto più i primi nascondono i secondi, tanto più risultano credibili primi e viene rafforzata l'azione e le decisioni politiche che li sostengono.
Anche l'attuale e delicata situazione politica della crisi politica di questo agosto 2019 non è esente da questi comportamenti, anzi vi si uniforma ampiamente.
Vediamoli sinteticamente.
La Lega: il motivo vero è che vuole andare al voto, dopo il consenso ampio ottenuto alle Europee, per conseguire un positivo risultato elettorale, utile per una possibile maggioranza parlamentare. Inoltre un voto anticipato può prevenire future possibili "grane" giudiziarie dagli esiti non facilmente prevedibili. Evidenzia come motivo buono la necessità di poter fare una azione governativa più efficace e più incisiva senza i troppi 'no' dei suoi attuali compagni contrattuali che frenano l'azione di Governo sulle infrastrutture, riduzione tasse ecc. (Salvini aveva ottenuto assicurazioni dal Segretario PD ma non ha tenuto conto della realtà parlamentare renziana e del relativo 'pantano' regolamentare).
5 Stelle: non vogliono andare al voto anticipato nella stragrande maggioranza perché temono un forte ridimensionamento e quindi affermano la necessità di non interrompere la legislatura per evitare l'aumento dell’IVA, l'affossamento del taglio dei parlamentari, e il possibile ridimensionamento delle misure sociali da loro introdotte. Vi è pure una lotta personale tra gli esponenti 'governativi' (Di Maio) e l'ala 'barricadera' alla Di Battista.
PD: è il soggetto che ha al proprio interno un incrocio netto di posizioni contrastanti che si scontrano per il potere: Zingaretti domina il Partito ma non la propria maggioranza dei parlamentari; Renzi, viceversa. Quindi il primo vuole le elezioni per modificare la propria forza in Parlamento; il secondo vuole una coalizione di Governo che con la propria determinante forza parlamentare può gestire a piacimento ed anche interrompere. A questi motivi veri ciascuno contrappone ed evidenzia i motivi buoni.
Zingaretti: dopo una fase governativa così disastrosa bisogna ridare la parola al popolo sovrano per ritornare ad una politica più coerente dell'Italia per il rilancio interno e anche internazionale in Europa e nel mondo. Renzi accampa anche lui la questione del’IVA e il pericolo di una deriva autoritaria.
Forza Italia: ha un forte timore del proprio ridimensionamento parlamentare con le elezioni anticipate ma dice che le vuole per dare finalmente al paese un organico Governo di CDX capace di dare sviluppo economico e sociale al Paese e in grado di farlo ritornare a svolgere un ruolo importante a livello internazionale come deve competere ad una media potenza quale è l'Italia.
FdI: poiché è in forte crescita percentuale vuole le elezioni con la forte speranza di costituire da sola l'alleanza con la Lega e dare così luogo ad un netto Governo 'sovranista' in grado di contrastare le politiche restrittive dell'Unione Europea.
I partiti 'minori' di tendenza di sinistra desiderano le elezioni per andare al Governo con dichiarazioni motivanti drastici cambi di rotta politica sociale e ambientale.
È sempre così, ma in questa crisi di Governo sono molto accentuati e divergenti tra loro le 'nobili' motivazioni che sono annunciate dai vari partiti a sostegno delle proprie posizioni, rispetto ai 'meno nobili ' seppur legittimi motivi non detti o sfumati che rappresentano i veri interessi di ciascuno.
Tutti dicono che sono pronti alle elezioni anticipate e non le temono: ma non è così anche se in quasi tutti c'è una spaccatura divergente su questo tema.
Emblematici i 5 Stelle che dalle elezioni anticipate sanno di subire un forte ridimensionamento: l'ala governativa farà di tutto, ma proprio di tutto, per evitarle mentre la componente più radicale propensa ad un ruolo di opposizione le vede con favore.
La segreteria PD le vuole per riequilibrare il proprio potere in Parlamento, mentre la componente renziana ha bisogno di tempo per decidere il proprio assetto futuro e vuole che questa legislatura possa continuare e sa che possiede, nell'ipotesi giallo-rossa, i numeri per condizionarla ed interromperla.
La Lega ha rotto il contratto giallo-verde per andare alle elezioni: non ha retto, per il momento, l'ipotetica intesa in tal senso con il Segretario PD, e non vedendo la certezza delle elezioni lascia intendere una retromarcia con i 5S.
Forza Italia non è certa di una organica intesa di CDX e pertanto, pur dicendosi pronta, non desidera che avvengano elezioni anticipate, mentre FdI che è in aumento percentuale di consensi, vuole giungere ad un Governo sovranista.
I partiti 'minori' desiderano partecipare a un futuro Governo con la speranza di drastici cambiamenti delle politiche sociali ed ambientali.
Quale soluzione?
È un puzzle complesso da 1 X 2, complicato anche dalla scommessa presidenziale del 2022.
Al Presidente della Repubblica l'arduo compito della soluzione.
Ai partiti la responsabilità di contribuire a tale soluzione.
Ai cittadini la speranza che tale soluzione sia la migliore possibile per il bene del paese.
In tempi di grande crisi questa pia illusione dei benpensanti cittadini dovrebbe prevalere sui pur legittimi interessi di parte: un Governo istituzionale con la partecipazione di tutti.
Insomma un Governo "Ursula et Orbi" presieduto da Mario!