Le Metamorfosi è il titolo di un’opera di Publio Ovidio Nasone scritta tra il 2 e l’8 d.C. considerata il “poema delle trasformazioni”, dove in XV libri contenenti più di 250 miti greci uniti tra loro dal tema della trasformazione, a iniziare da quella del Chaos primitivo nel cosmo per culminare con la morte di Cesare divinizzato in astro, ripercorre attraverso il motivo conduttore del continuo cambiamento tutte le fasi della storia universale.
In tutte le religioni e le mitologie antiche troviamo racconti in cui persone o cose si trasformano in altro, tuttavia Le Metamorfosi di Ovidio divennero presto punto di riferimento per molti artisti che nelle loro opere rappresentarono questo tema. Il mito di Apollo e Dafne, ad esempio, è stato utilizzato da Gian Lorenzo Bernini (Galleria Borghese, 1622-1625) che raffigurò l’esatto momento in cui Apollo sta per catturare Dafne che però si trasforma in albero di alloro appena viene toccata; il mito di Narciso, innamorato del suo stesso riflesso, è stato invece riprodotto da Caravaggio (Palazzo Barberini, 1597-1599), Nicolas Poussin (Louvre, 1629-1630), Salvador Dalì (Tate Modern Gallery, 1936-1937) e altri ancora.
Il Liceo Artistico Statale “Giulio Carlo Argan” è tra le maggiori scuole artistiche di Roma, e ogni anno organizza importanti mostre in siti prestigiosi esponendo le più significative opere degli studenti. A conclusione dell’anno scolastico 2018-2019 l’istituto ha voluto offrire un tangibile segno dell’estensione del proprio impegno curando la mostra collettiva dei suoi allievi dal titolo Metamorfosi, 2000 anni di Ovidio, allestita nel mese di giugno 2019 nel Complesso Monumentale di Santa Maria dell’Orto a Roma.
Il tema dell’evento è una grande sfida sull’interpretazione di uno straordinario testo classico e sulla sua interpretazione artistica, e il dirigente scolastico del Liceo Argan, Prof. Nicola Armignacca, ha dimostrato una grande lungimiranza e sensibilità verso le due discipline, coinvolgendo i giovani allievi ma anche i successivi visitatori della mostra.
L’evento, pur se ideato con spirito divulgativo, ha l’aspirazione di palesare con quanta passione gli studenti, con l’imprescindibile sussidio dei docenti che con abnegazione e professionalità li istruiscono, si dedichino alle arti visive ben oltre le ragioni economiche e di mercato, per il genuino desiderio di trovare riscontro in autentiche ispirazioni artistiche e con il merito di rinnovare di continuo il repertorio del loro linguaggio.
Un’esperienza di grande valore che partendo dagli allievi-artisti restituisce fiducia al futuro, riaprendo il dialogo con la società, usando il linguaggio della bellezza e dell’arte. Un approccio nuovo della dirigenza e dei docenti che, consapevoli del delicato ruolo che rivestono, scelgono di non restare immobili davanti alla “soffocante” burocrazia e alla mancanza di risorse ma dimostrano con volontà ed elevata professionalità che i giovani studenti, con il proprio talento e le proprie specificità, possono fare arte di notevole pregio, divenendo così il vero specchio della Nazione.
Tutte le opere esposte hanno preso spunto dall’opera di Ovidio per esprimere, in scultura, pittura, grafica e design i significati più profondi dei miti. Tra queste citiamo le sculture di Ludovica Battisti, Contatto (terracotta patinata, 30x15x10 cm) e Francesca Finocchi, Inerzia vitalità (argilla cruda lucidata, terracotta con inserto in mosaico in marmo, 35x20x15 cm / 35x45x10 cm). Tra le opere pittoriche troviamo quelle di Alessia Pavia, Eros e Thanatos (olio su tavola, 52x36 cm) e Lorenzo Dei Lombardi, Notte infuocata, (acrilico su tela, 50x70 cm).
Significative, anche per la tecnica utilizzata (lastra di acciaio trattata con fiamma ossidrica), sono le opere di Angelica Maria Luciani, Cosmogenesi (50x50 cm) la quale realizza un albero che produce note musicali e Anastasia Maria Luciani, Metamorfosi umana (50x50 cm) che trasforma alcuni uomini in uccelli, pesci e animali.
Non mancano inoltre opere di design, come i lavori di Andrea Terracino ed Erica Senuca dal titolo Kronos (legno e plexiglas, 50x60 cm) e il lavoro di gruppo della V A dal titolo Distorsione (plexiglass, 20x40 cm). Le opere di grafica annoverano Arianna Galdi, Il filo di Arianna (50x70 cm), Samuel Scaramella, Apollo e Dafne (30x40 cm), Caterina De Petris, Narciso (30x40 cm).
Questo importante evento è un riconoscimento doveroso ai giovani che ripercorrono l’anamnesi del lungo anno trascorso nei laboratori dell’Istituto, come in una rivisitazione, alla scoperta di quella filigrana che circola nelle singole fasi della creatività artistica; oltre che operazione di verifica è anche un’appassionante scoperta della verità e delle esperienze.
All’estremo del loro percorso scolastico annuale, dopo aver solcato i sentieri della pittura, della scultura, del design, della grafica, le opere degli allievi esposte oggi si sono rese autonome, liberando le potenzialità infinite dell’anima e propagando il messaggio che soltanto l’arte taumaturgica e sapiente riesce a diffondere: sono diventate rifugio e redenzione per l’umanità.