L’arte cammina,
e il costruttivismo di cui faccio parte
è il movimento più importante del secolo.
E il Museo di Calasetta
offre l’arte di questo secolo.
(Ermanno Leinardi)
Ermanno Leinardi amava l’opera degli altri almeno quanto la propria ellisse, quella “magnifica intuizione” che lo condusse verso un percorso originale all’interno del movimento astratto-concreto. Parallelamente alla propria attività artistica, ai lunghi soggiorni nella penisola e nelle
principali capitali europee, Leinardi diede vita infatti a una raccolta d’arte contemporanea di grande coerenza e unicità, esclusivamente dedicata al fenomeno internazionale dell’astrattismo e del concretismo di cui egli fu un degnissimo rappresentante.
La Raccolta Leinardi, costituita dalle 110 opere donate nel 2000 al Comune di Calasetta più quelle ancora di proprietà degli eredi, si è costituita in circa quarant’anni d’incontri e scambi tra l’artista e i suoi contemporanei. Le principali modalità d’acquisizione adottate da Leinardi furono quindi il dono da parte di amici/colleghi che con lui condivisero un progetto di modernità in senso astratto-concreto, gli scambi con gli stampatori d’arte per quanto riguarda molte delle opere grafiche della raccolta, l’acquisto in pochissimi casi, la donazione di terzi, non propriamente dell’autore dell’opera ma da parte dei suoi eredi o di altri artisti. A queste occasioni si aggiunsero poi le varie iniziative editoriali ed espositive di Leinardi che portarono nella Raccolta le opere degli artisti coinvolti nei suoi progetti: dal calendario del 1973 con Nino Calos e Christian Peschke, alle mostre dal 1976 al 1978 alla Galleria Contini di Roma di Philippe Morisson, Ngoc Phan Tuan, Maryse Eloy, Stefano Ruta e Wladimiro Tulli, fino alle numerose personali e alle collettive dell’Associazione Culturale “Concreto” a Calasetta dal 1993 al 2000.
La nascita della Raccolta risale alla prima metà degli anni ’60, in Sardegna, laddove Leinardi mosse i suoi primi passi sia in campo artistico che collezionistico. Le prime opere acquisite si riferiscono quindi ai suoi sodali di percorso nell’isola, a Mauro Manca innanzitutto, che lo introdusse nel 1961 nella prima personale cagliaritana, e ad Antonio Atza, la cui Pittura del 1963 fu una delle prime acquisizioni di Leinardi. Con il suo arrivo a Roma nel 1966, quando l’artista stabilì nella capitale la propria residenza, i doni e gli scambi con gli artisti e gli stampatori per tutta la prima metà degli anni ’70 si intensificarono notevolmente in concomitanza con i numerosi incontri di Leinardi: basti pensare alle acquisizioni mediante dono delle opere di Gastone Biggi e Nicola Carrino, membri del Gruppo Uno, Lia Drei e Lucia Di Luciano per il Gruppo 63, al dono di Remo Remotti, Mario Molli, Claudio D’Angelo, Vincenzo Arena, Mario Surbone, fino ai conterranei Nino Dore e Ausonio Tanda, al calasettano
Pino Passeroni e, sul fronte internazionale, all’irlandese Eddie Plunkett e al francese Charles Piquois, tra i primi incontri parigini.
Nelle stamperie d’arte, invece, frequentatissime da Leinardi per la sua naturale predisposizione alla grafica e alle pratiche incisorie, l’artista scambiò nei primi anni ’70 le proprie opere con le incisioni di Giorgio Bompadre, Arturo Bonfanti, Piero Dorazio e Lucio Fontana, pezzi unici
della sua raccolta insieme in questi anni alle serigrafie di Josef Albers ed Henry Goetz ugualmente acquisite in stamperia. Nella seconda metà degli anni ’70, un periodo particolarmente intenso dal punto di vista professionale perché scandito da numerose esposizioni di Leinardi in territorio
nazionale e internazionale, anche la Raccolta si giovò di un momento così proficuo.
Le nuove acquisizioni di questi anni riguardarono così le opere degli amici di sempre, come Antonio Calderara, Tonino Casula, Renato Fascetti, Gino Gorza, Enrico Sirello e il grande Giulio Turcato, e i nuovi incontri con Ettore Sordini e Hsiao Chin a Milano e con Ferruccio Bortoluzzi a Venezia. Dalle stamperie d’arte invece giunsero le incisioni di Atanasio Soldati e Arturo Vermi e dalle mostre alla Galleria Contini di Roma le acquisizioni già citate di Morisson e gli altri che vi esposero. Dal 1980 al 1992 Leinardi risiedette quasi stabilmente a Parigi ed espose
principalmente in Svizzera. Da qui derivarono quindi anche le principali acquisizioni d’oltralpe della propria Raccolta, avvenute mediante dono dell’autore per quanto riguarda le opere di Yvan Contreras-Brunet, René Tal-Coat, Ines Blumenwejg, Jean Leppien, Aurelie Nemours, Alcopley, Luc Peire, Bernard Mandeville, André Evrard, Gunther Kirchberger, Keshav Prasad Malla e soprattutto Michel Seuphor.
Dallo scambio con gli stampatori d’arte provennero invece le acquisizioni fondamentali delle opere di Giuseppe Capogrossi e Antonio Scordia in Italia, Mario Tozzi a Parigi, Serge Poliakoff, Nelly Rudin e Anton Stankowsky in Svizzera. Anche l’unico acquisto di Leinardi si riferisce a questi anni, alla prima metà degli anni ’80, e si tratta della stampa acquerellata di Sonia Delaunay a decorazione del vinile con le musiche di
Igor Stravinsky. L’ultimo periodo nella ricostruzione della storia della Raccolta Leinardi, dal 1993 al 2000, è quello del ritorno a Calasetta dell’artista e delle mostre con l’Associazione Culturale “Concreto” che permisero a Leinardi le acquisizioni delle opere di molti dei costruttivisti francesi, da Ode Bertrand a Gottfried Honegger, Jean Francois Dubreuil, Claude Pasquer e Charles Bezie, fino a Yves Popet, Henry Prosi e Torsten Ridell, passando quindi per i connazionali Antonino Virduzzo, Vincenzo Satta, Sara Campesan, Virginia Fagini, Paolo Minoli e Beppe Bonetti.
L’imminente esposizione al pubblico della Raccolta portò inoltre alle donazioni dei colleghi e amici ritrovati, come Gaetano Brundu, Zaza Calzia, Mirella Mibelli, Rosanna Rossi, Italo Utzeri, Lucio Battaglia, Mauro Salvi, Gianni Maesano, Achille Pace, Carlo Nangeroni, Franco Bruzzone, Sandro Cortesogno, Rocco Borella, Marcolino Gandini, Horacio Garcia Rossi, Jacques Servant, Vera Molnar e Giovanni Campus. Dalle collezioni private di Paolo Minoli e Beppe Bonetti giunsero invece a Leinardi tra il 1999 e il 2000 le opere di Edoardo Jonquieres, Hugo Demarco e soprattutto Carla Badiali, Mauro Reggiani, Mario Radice, Bruno Munari, Mario Nigro, Max Huber e Luigi Veronesi. La nipote di Bice Lazzari donò infine negli stessi anni un’opera della grande artista veneziana che fu tra le ultime acquisizioni di Leinardi insieme alla tela di Pasquale Di Fabio e al grande acrilico di Maura Saddi del 2003.
L’esposizione al pubblico di questa parte della Raccolta e la nascita nel 2000 del civico Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta hanno permesso all’amministrazione comunale e a Leinardi di compiere fino in fondo quella che l’artista-collezionista definì la propria “missione progressista”: provocare nell’isola, attraverso un’istituzione viva e attiva, un risveglio culturale a fini educativi, proponendo uno sguardo il più esaustivo possibile sull’arte concreta a livello internazionale. Il Museo di Calasetta deve quindi continuare a vivere nel segno di Leinardi e oltre
Leinardi, verso nuove prospettive, nuove letture, nuovi possibili percorsi che possano vivacizzare le opere qui raccolte e il dialogo tra le stesse e i visitatori, trasmettendo come sempre quel messaggio di modernità che contraddistinse dal principio la Raccolta Leinardi e il progetto collezionistico del suo mentore.
Testo a cura di Pinuccia Flore, Storica dell’Arte
La Fondazione MACC è una nuova organizzazione non-profit, fondata dal Comune di Calasetta in collaborazione con Beyond Entropy Ltd. La Fondazione mira a diventare un epicentro per la produzione culturale e l'arte contemporanea per l’intero territorio del Mediterraneo, con mostre, residenze d'artista e attività educative durante tutto l’arco dell'anno. Il museo si trova a Calasetta, nell'Isola di Sant'Antioco, al largo della
costa sud-occidentale della Sardegna.
Fondazione MACC Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta
Via Savoia, 2
Calasetta (CI)
Tel +39 0781 887219
fondazionemacc@beyondentropy.com
www.fondazionemacc.com
Orari di apertura:
Sabato 17 - 20
Domenica 10 - 13
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Beyond Entropy