Vini fatti con amore, inventiva e dedizione, in funzione del territorio in cui crescono le viti. Territorio che, a sua volta, è definito dal tipo di suolo, dal clima e dal microclima. E in ciascun territorio si applicano diverse modalità di produzione e di fermentazione dell’uva. Un enorme numero di variabili che spiegano il perché delle tante iniziative, raggruppate in un breve arco di tempo per venire incontro a visitatori e addetti ai lavori, che si tengono a Firenze e in Toscana nel mese di febbraio, volte a far conoscere a italiani e stranieri un prodotto, declinato in un’amplissima varietà. Parliamo del “BuyWine” e delle due fiere “Chianti Lovers”, seguita da “Gallo Nero e Chianti Classico Collection”.
BuyWine
BuyWine è il più importante evento B2B in cui si incontrano venditori e compratori di vini a denominazione della Toscana. Sotto gli auspici dell’Associazione Italiana Sommelier e con l’ideazione congiunta di Marzia Morganti Tempestini, Regione Toscana e PromoFirenze, la manifestazione ha esordito con una conferenza stampa in cui sono stati celebrati cinque sommelier toscani vincitori del premio “Miglior Sommelier d’Italia”. In quella sede, essi hanno offerto alla stampa una masterclass su “Le anime toscane del Sangiovese”, illustrando ciascun vino in degustazione ai giornalisti presenti e collegandolo alle caratteristiche salienti del territorio. Una interessante anteprima di quello che BuyWine avrebbe offerto, giorni dopo, ai tanti buyer stranieri, provenienti da tutto il mondo, durante la loro visita alla fiera Chianti Lovers.
Chianti Lovers
Chianti Lovers, l’Anteprima del Consorzio Vino Chianti, ha riempito il padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze. Sorprendenti i numeri: 4000 visitatori, 150 aziende, 400 fra giornalisti, blogger e influencer accreditati. Registrata una crescita di partecipazione delle aziende, passate in un anno da 100 a 150. A queste si è aggiunto il Consorzio Tutela del Vino Morellino di Scansano, che dallo scorso anno presenta in questa fiera la propria Anteprima, con le etichette di venticinque cantine maremmane. Oltre al Morellino di Scansano, tanti i vini protagonisti delle aziende del Consorzio Vino Chianti e dei Consorzi di Sottozona: Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colli Aretini, Montalbano, Colline Pisane, Montespertoli.
I buyer sono stati coinvolti in un seminario dedicato agli aspetti storici e produttivi della denominazione Vino Chianti DOCG, a cui è seguita la degustazione con l’illustrazione del territorio di provenienza. È stato questo il primo Consorzio in Toscana a decidere di aprire al grande pubblico la fiera. Scelta vincente perché importantissima occasione di promozione per la denominazione. Segnali positivi arrivano dal mercato nazionale e si rafforza l’attenzione degli operatori internazionali. Una scelta strategica in vista degli appuntamenti promozionali nel mondo. La partenza per Cuba e l’America Latina, ad esempio, è prevista poco dopo la chiusura della fiera.
Per creare un vino di grande qualità si può arrivare a una forma di spregiudicatezza, al punto da tagliare il 45% dei grappoli acerbi in aprile, come fa la tenuta Pietramora per il Morellino di Scansano, per consentire ai grappoli risparmiati di inturgidire in un clima molto secco. Per sentire il ruolo che il mare gioca nella produzione del vino si possono assaggiare vini dell’Azienda Santa Lucia, situata dove il mare è più vicino alla zona di produzione del Morellino di Scansano. Un vino giovane il 2018, che viene affinato in acciaio per preservare il gusto inalterato del Sangiovese. Mentre Torre del Moro riserva 2017, dopo la fermentazione malolattica, prosegue l’affinamento in barriques, perché, se si lascia in acciaio troppo a lungo, il vino perde qualsiasi tipo di proprietà olfattiva, diventando un vino ridotto.
Gallo Nero e Chianti Classico Collection
La fiera Gallo Nero e Chianti Classico Collection, è relativa ad altri territori ben definiti, fra cui Radda, Panzano, Lamole, Gaiole, San Casciano, Greve, per un totale di 70 mila ettari. Dal 2013, l’assemblea dei soci ha esteso le denominazioni Riserva e Annata, aggiungendo Gran Selezione, cui il disciplinare impone un invecchiamento minimo di 30 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia, e caratteristiche chimiche e organolettiche di eccellenza.
All’assaggio di un Chianti Classico come il Belvedere Campoli, fermentato in tini di acciaio e cemento e affinato per 12 mesi in botti di rovere, si rimane colpiti dal colore, rosso rubino, e dai tannini eleganti e ben bilanciati. Elemento da valutare, quando si acquista una bottiglia, è proprio il bilanciamento, più che il titolo alcolometrico (gradazione alcolica). Da vigneti situati ad altitudini variabili fino a 600 m s.l.m. provengono i vini dell’Azienda Buccia Nera, considerati fra i migliori rappresentanti del Chianti Classico.
La Fiera, in cui sono presenti quest’anno 197 produttori, si è svolta alla Stazione Leopolda, includendo anche l’esposizione di prodotti di contorno, come la vasta gamma di prodotti a marchio Pulltex (famoso l’apribottiglie a leva di lunghezza modificabile) o il bellissimo libro dell’Editore Carlo Cambi Giacomo Tachis- Mescolavin, celebrazione del grande enologo e dei produttori di oggi, dei quali sono magistralmente fotografati i territori, paesaggi spettacolari d’Italia. Anche questa Fiera ha deciso dal 2019 di aprirsi al pubblico e non più solo a produttori, sommelier, esercenti e informatori.
Oggi il Consorzio rappresenta circa il 96% dei produttori della DOCG e si conferma come uno dei principali referenti delle istituzioni nazionali e comunitarie per il settore vitivinicolo. È dotato di un suo ufficio legale per la salvaguardia e i servizi e di un ufficio marketing e comunicazione per la valorizzazione del marchio. Riesce effettivamente a creare in fiera un’atmosfera esclusiva, aggiungendo, alla presentazione di vini preziosi e accessori vinicoli, prodotti alimentari toscani di alto livello, a cominciare dall’olio, proseguendo con insaccati come la Finocchiona IGP, che merita questa denominazione solo se fatta con un severo protocollo. Il risultato è un salume di consistenza morbida, dal profumo caratteristico, ottenuto con fiori e/o semi di finocchio e con le migliori carni di genealogia italiana, che accende la fantasia degli chef e di chi ama essere creativo in cucina.
La grande versatilità del Chianti Classico, che ha alle spalle trecento anni di esperienza, consente l’abbinamento di questo vino con una ricca varietà di cibi. Se le ricette della tradizione toscana si prestano da sempre ad essere gustate a tavola con un “buon bicchiere” di Chianti Classico, nel corso degli anni è stato sperimentato con successo l’abbinamento con piatti di molte altre cucine internazionali. Ottimo per accompagnare carni rosse cotte alla griglia, piatti di selvaggina, arrosti, brasati o formaggi stagionati, il Chianti Classico ha superato brillantemente la prova con piatti etnici, anche molto speziati, della cucina cinese e indiana, o con il sushi giapponese, entrato ormai a far parte delle nostre abitudini gastronomiche.
Per degustare al meglio il Chianti Classico, la bottiglia deve essere aperta qualche ora prima, permettendo al vino di ossigenarsi e sprigionare tutti i suoi profumi. La temperatura ideale di servizio è di 16-18 gradi; se più elevata si rischia di soffocare nell’alcolicità ogni bouquet, se inferiore si accentua la percezione della componente acida. È, inoltre, importante, quale che sia l’abbinamento, scegliere il bicchiere giusto: per valorizzare un Chianti Classico è necessario servire il vino in un calice a tulipano, con la bocca leggermente a restringersi, per esaltarne il bouquet.
Recita l’Azienda Santa Lucia: “Il vino è arte in bottiglia”. Avvicinarsi al mondo del vino e trovare giusta questa massima è un attimo. In un momento storico in cui molti giovani fanno del bere una pratica nociva, perché usano bibite alcoliche di basso valore, una cultura del vino, intesa come la conoscenza dei processi e delle differenze fra un vino e l’altro, dei tempi e della cura che comporta la sua produzione, li trasformerebbe in intenditori che gustano a piccoli sorsi una bevanda preziosa, la scelgono con cura per rendere più piacevole il gusto del cibo, prassi del tutto diversa dal tracannare un liquido alcolico zuccherato per cercare di annebbiarsi la mente.