In questa dettagliata intervista, l’autrice ci parla del nuovo lustro che da qualche tempo si è impegnata a ridonare al Cimitero Monumentale di Torino. Una tafofila esperta che vuole accompagnarci non soltanto alla riscoperta di personaggi illustri – con i suoi scritti – ma anche volgere il nostro sguardo verso storie inusuali e, fino ad ora, dimenticate.
Partirei col chiederle com’è nata l’idea di portare a termine una ricerca così accurata e minuziosa sul Cimitero Monumentale di Torino.
Era il 2011 e passeggiando all’interno della parte più antica del Cimitero Monumentale di Torino mi sono trovata circondata da stupende opere d’arte e da nomi importanti della nostra storia. Allora mi sono domandata come mai non ci fosse anima viva oltre a me. Superstizione? Paura? Ho pensato che sarebbe stato bello far conoscere agli altri questo luogo così ricco e importante. Ho iniziato a cercare libri e documenti che contenessero informazioni sul Monumentale e ho passato molte ore nel cimitero a osservare e censire tombe e monumenti. Ho accumulato così molto materiale che mi ha consentito di aprire il mio blog, di proporre visite guidate al pubblico e di scrivere anche un libro.
Ci sono state storie che ha toccato per prima e che l’hanno particolarmente colpita?
Le storie che mi hanno colpito di più riguardano personaggi pressoché sconosciuti. Quella della giovane Virginia Bordino, per cui il padre costruì la carrozza a vapore che oggi è esposta al Museo dell’Automobile. Oppure quella di Giuseppe Gentil, il proprietario di un caffè in via Po durante il Risorgimento. Oppure la storia delle sorelle Bollito (non presente all’interno del libro perché scoperta quando era già in stampa) che furono campionesse internazionali di dattilografia a metà del secolo scorso. Ma anche le vicende dei personaggi illustri non sono da meno… che dire delle vite del tenore Francesco Tamagno, della soubrette Isa Bluette o della poetessa Annie Vivanti? Ricordare queste persone proprio davanti alla loro tomba per me è come riportarle in vita.
Lei organizza svariati tipi di visite guidate all’interno del Monumentale. Quali sono i percorsi che risultano più amati e perché, a suo parere?
“Curiosità e personaggi illustri”: si tratta del percorso più richiesto e dedicato a chi non conosce il Monumentale o a chi non l’ha mai considerato dal punto di vista “turistico” o culturale. Nomi come Silvio Pellico, Fred Buscaglione, Erminio Macario o Edmondo De Amicis, sono molto conosciuti e le persone sono curiose di vedere come siano le ultime dimore di queste personalità famose. “Memorie di Donne”: è uno degli itinerari tematici a cui sono più legata e sono contenta che abbia un buon riscontro da parte del pubblico. La storia femminile interessa molto, forse perché purtroppo non viene messa in primo piano troppo spesso.
Suppongo il suo interesse l’abbia portata a visitare diversi siti cimiteriali in Italia e all’estero. Quali luoghi ritiene maggiormente degni di nota e da considerarsi come il Monumentale, musei a cielo aperto?
Ogni volta che parto per un viaggio, cerco sempre di visitare un cimitero. Ogni cimitero, sia esso Monumentale o no, merita la visita. Anche il più piccolo camposanto di montagna custodisce memorie preziose. Sono rimasta particolarmente colpita dai cimiteri inglesi: scure lapidi e croci, senza fotografie e con pochi monumenti, immerse nel verde. Lì le persone ci passeggiano con i loro cani, li attraversano facendo footing, ci passano il tempo seduti su una panchina a leggere un libro… Il cimitero di Highgate a Londra mi è rimasto nel cuore e anche l’Acattolico di Roma, una sorta di giardino delle fate che accoglie le spoglie di poeti immortali come Keats e Shelley… E poi ci sono i cimiteri nostrani: importantissimi sono il cimitero di Staglieno a Genova, quello di Milano, il Verano a Roma, la Certosa di Bologna… spero un giorno di riuscire a visitarli tutti.
Ci sono altri aspetti che vorrebbe ancora approfondire e ha in programma di scrivere altri volumi?
Mentre scrivevo Torino silenziosa a un certo punto mi sono imposta di fermarmi, avrei continuato a scrivere ancora molto volentieri! Perciò mi piacerebbe scrivere una seconda parte del libro, il materiale non manca (nel frattempo continuo a scriverle sul blog). A me interessa soprattutto ricostruire la vicenda della persona a cui la tomba appartiene. La tomba è per me un punto di partenza per ricostruire una vita che nella maggior parte dei casi è coinvolta nella storia della città. Sto lavorando a un altro volume legato ai luoghi e ai personaggi di Torino affrontati dal mio punto di vista “funerario”, o “dark” che dir si voglia. E poi ci sono gli articoli che escono periodicamente sul mio blog e sulla Rivista Savej della Fondazione Enrico Eandi.