Il Maniero, con l’unito borgo rurale di San Castrese, ha una peculiarità rispetto agli usi del medioevo, sono ubicati nella curva del percorso fluviale del Volturno prima di sboccare nel mar Tirreno, in contrasto con l’antico cardine costruttivo di porli su un rilievo del territorio per motivi strategici e difensivi, ma la massiccia costruzione è collocata al centro della piana campana. Studi archeologici hanno approfondito e spiegato tale stato dei luoghi: la colonia romana di Volturnum subì un periodo di crisi economico e di migrazione e venne evacuato intorno al VI secolo, seguì l’impantanarsi del litorale, ma la zona conservò un interesse difensivo militare.
Nell'806 il porto di Volturnum fu donato da Grimoaldo, principe di Benevento all'abate di Monte Cassino, Teodomaro, anche per la custodia dei depositi romani, la fortificazione ebbe anche un legame spirituale per proteggere la reliquia sacra di San Castrese, in seguito il centro Domizio soggiacque distruzioni per azione dei Pagani e fu negletto abbandonata. Alla fine del IX° il patriarca Radiperto, su una volta scampata del ponte, edificò una fortezza e riedificò la chiesa con le reliquie di San Castrese (N.d.R. Vescovo di Castel Volturno e\o Sessa Aurunca).
Dal XI secolo e successivamente (Seicento e del Settecento) altre costruzioni sono state addossate a quella preesistente con rimaneggiamenti che hanno impresso, con il passare del tempo, non un singolo stile architettonico, ma una combinazione di stili che riflette il corso degli avvenimenti e le metamorfosi che ha subito nel flusso dei secoli succedutesi.
Per rappresentare questa struttura, bisogna considerare diversi aspetti, da quelli medievali a quelli più moderni, che uniscono forme e abilità di edificazione originati da diverse età. Un'architettura caratterizzata da una forte sovrapposizione, riconosciuta attraverso l'analisi stratigrafica delle strutture verticali e la caratterizzazione metrologica degli elementi costruttivi tradizionali, come muri, solai, infissi, strutture in ferro e pavimentazioni. Il sistema difensivo, nel suo complesso, manifesta una stratificazione complessa, definita anch'essa mediante l'analisi delle strutture elevanti e la descrizione dettagliata dei principali componenti costruttivi tradizionali.
Nella fase rinascimentale, caratterizzata da un’influenza verso il passato antico e gli ordini classici, la piazzaforte perse molto della mansione di difesa e iniziò a essere usufruita come magione, soprattutto durante le fasi aragonese e dopo spagnola; la struttura subì allargamenti e cambiamenti costruttivi che aumentarono l’aspetto abitativo con spaziose sale, corti e parchi; le finestre ottennero lineamenti eleganti e decorate a differenza dei pertugi delle inferriate. Furono mantenute le torri rotonde e i “bastioni angolari. Nel XVI e XVII nel corso dell’età del rococò, la fortezza subì una ristrutturazione più circoscritta rispetto ai precedenti, e l’influenza barocca si nota in diversi ornamenti e nella raffinatezza degli interni, negli archi tondi a balconi e finestre, che preconizzava il declino dell’ex fortezza a uno stile di vita più casalingo e domestico.
Per comprendere appieno la stratificazione storico archeologica è utile una sintesi dei vari passaggi di possesso, Grimoaldo III donò il porto di Volturnum all'Abbazia di Montecassino nell'806, nel 856 circa il longobardo vescovo Radiperto costruì una fortezza e riedificò una basilica sulle rovine del ponte sulla Domiziana. Successivamente il castello transitò sotto vari signori: i conti longobardi Daoferi e Daoferio nel 988, Riccardo I di Aversa nel 1062, nel 1128 fu acquisito di nuovo al Monastero di Montecassino con tutti i privilegi grazie a Roberto II.
Nel XIII e XIV secolo fu assodato ai beni da Federico II di Svevia e Carlo d’Angiò, come piazzaforte di difesa della zona costiera militare, Giovanna II restituì il bene alla corona, che Alfonso I d'Aragona donò alla figlia Eleonora. Il feudo passò al marito di Eleonora, Marino di Marzano, ma fu perso a causa della sua ribellione contro Ferrante I d'Aragona. Dopo un assedio con bombarde nel 1460, Ferrante lo riconquistò e lo vendette alla città di Capua nel 1461, che lo tenne fino all'abolizione della feudalità nel 1810.
Il comune di Castel Volturno è divenuto autonomo nel 1812, da fortezza e borgata rurale agricolo, fu trasformato dagli appoderamenti fascisti e dopo la metà degli anni Cinquanta, conobbe un incremento costruttivo caotico.
Castel Volturno (Ce), borgo di San Castrese, rilievo planimetrico, (Guerriero & Miraglia, 2010) tratte da.
Lo stato attuale
Ai nostri giorni il Castello ubicato in Terra di Lavoro si mostra come un coacervo di diverse strutture appendici e rimanipolazioni, come le antiche botteghe degli scultori e artisti le cui opere risentivano la mano dei vari allievi, che confermano i vari tempi storici e le impronte antropologiche ed artistiche lasciate. Si possono ancora nei suoi resti contemplare le torri medievali e le mura merlate, che tesaurizzano a tutto oggi una foggia imponente e affascinante. Il Maniero purtroppo è in rovina e necessita di urgente restauro per preservarlo dalla perdita del suo valore storico.
Età contemporanea
Divenuto comune autonomo nel 1812, Castel Volturno si trasformò nel XX secolo con le bonifiche fasciste e le infrastrutture degli anni Cinquanta, favorendo uno sviluppo edilizio disordinato e la nascita di località turistiche.
Negli anni Settanta e Ottanta furono istituite riserve naturali, ma l’area, rinomata come meta balneare, iniziò a degradarsi per abusivismo edilizio, con l’arrivo di sfollati del terremoto in Irpinia e le infiltrazioni del clan dei Casalesi. A fine anni Ottanta, migliaia di immigrati africani occuparono le abitazioni abbandonate, accentuando la marginalità economica e sociale.
Riflessione finale
Il Castello di Castel Volturno, purtroppo, è un esempio di come molte nostre ricchezze storiche rischiano di andare perdute se non si investe nel loro restauro e nella loro tutela. Tuttavia, ogni visita al castello è un piccolo passo verso la consapevolezza dell'importanza di conservare queste testimonianze del nostro passato, affinché possano continuare a raccontare la loro storia anche alle generazioni future.
Immagine d'epoca del Castello di Castel Volturno, in provincia di Caserta. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento.
La Torre di Patria: tra storia e architettura
La Torre di Patria è ubicata al km 43 della strada Domiziana, situata nel comune di Castel Volturno, è un edificio storico di origine medievale, costruito durante il periodo normanno-svevo, sia ebbene ha un merito storico documentato per l'area circostante; la sagoma piramide tronca con base quadrata, rievoca la situazione di un epoca distante, edificata su tre livelli, con al piano terra un deposito con serbatoio con acqua meteorica, al I° livello piano una dimora , e III° una unità d'artiglieria.