Il più grande mosaico contemporaneo mai realizzato a Ravenna, è in mostra a Chartres all'Incontro Internazionale del Mosaico. Il gemellaggio tra Ravenna e Chartres viene così rafforzato grazie a questa opera che rappresenta uno dei simboli che uniscono le due città: il labirinto.
Il mosaico, formato da 169 triangoli, è stato realizzato da ex allieve e allievi delle scuole d'Arte di Ravenna che ora operano nel mondo. Non solo. Questo lavoro, come un fiume che va verso il mare ha preso, nel suo cammino, vie diverse e ha toccato improbabili dimore che hanno rivelato poi passioni impreviste: sono giovani carcerati, sono ragazze e ragazzi portatori di handicap, sono monaci tibetani, sono bambine e bambini nelle scuole di ogni ordine e grado.
Tutta la strada "in atto" è stata orientata soprattutto dal lavoro, dalla passione, dalla sapienza delle mani e dall'intelligenza di Elena Pagani e di Edoardo Missiroli e la città intera, incuriosita, ne è stata coinvolta in modi diversi. Simile a una eco l'idea iniziale si allarga si espande, si dilata, anche lontana dai luoghi prestabiliti. Anzi, con l'Associazione del Dis-ORDINE, luoghi prestabiliti non ce ne sono mai stati: dalla sede nella Sacrestia del Convento dei Cappuccini, alle Carceri, alle scuole e ora, in un ambiente nella sede del Villaggio Globale. Una città attenta alla propria crescita culturale e artistica dovrebbe creare condizioni di agio per chi, come il Dis-ORDINE aggrega a sé giovani e realizza opere di richiamo internazionale. È così. Mi vien da dire che in una città di provincia a volte accadono cose che "voi umani neanche immaginate". Lo so. Sto esagerando per eccesso. Ma oggi è una giornata particolare.
Questa mattina in via lV novembre hanno smantellato la nostra storia in bicicletta, la Street art più fotografata in città e la reazione è stata un fiorire continuo di testimonianze delle ragazze, dei ragazzi e degli artisti che hanno collaborato alla realizzazione dei triangoli del labirinto e hanno fatto parte della delegazione dell'Associazione Dis-ORDINE in rappresentanza di Ravenna Capitale del Mosaico. Lo smarrimento e il vuoto del primo momento sono stati riempiti dal desiderio di condividere la bellezza dell'esperienza vissuta a Chartres: una risonanza etica collettiva, un richiamo all'autenticità di un lavoro che procede 'a lato' per pura passione e amore per questa città,
E siccome qui si parla di mosaici ecco alcune tessere.
"L’esperienza che ci ha condotto a Chartres con il Dis-ORDINE è stata entusiasmante. La città parlava di arte ad ogni angolo e si mostrava senza paura. Ravenna, città del mosaico, non riconosce del tutto la bellezza che conserva e a volte si presenta a porte chiuse quando invece dovrebbe parlare da sola, senza bisogno di manifesti o volantini, perché la migliore pubblicità è l’arte stessa. Il mosaico deve essere considerato il suo biglietto da visita. “L’arte non dorme mai” deve rimanere viva nella città per essere tramandata alle generazioni future che avranno il compito di conservare il nostro presente, come noi cerchiamo di conservare e integrare il nostro passato" (Chiara Sansoni, laureanda Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna).
"...I soci Dis-Ordinati mettono a completa disposizione le loro valide competenze, al fine di creare una rete, sempre più estesa, di contatti fra persone motivate e disposte a condividere solidarietà; rafforzando lo spirito musivo ravennate..." (Giorgia Baroncelli, allieva Accademia di Belle Arti di Ravenna).
"L'esperienza vissuta a Chartres è stata meravigliosa, una di quelle dove puoi imparare qualcosa, portarla a casa e custodirla per sempre" (Clarissa Nuzzi, allieva di Belle Arti di Ravenna).
"Dell'esperienza a Chartres, oltre alle meraviglie che ho visto, mi porto a casa la consapevolezza che non sono importanti le parole, ma le relazioni.. Sarebbe bello che l'associazione Dis-Ordine, in una città come Ravenna, avesse la possibilità di far conoscere al maggior numero di persone di tutte le generazioni, l'arte del mosaico. Io ci sono!" (Gabriela Rigoni, ex allieva del Liceo Artistico "Nervi Severini" Ravenna).
"Solo grazie all'associazione Dis-Ordine ho potuto partecipare a eventi estremamente educativi sia a livello artistico che umano. Di questo può essere d'esempio la bellissima esperienza vissuta a Chartres, dove ho potuto condividere pensieri su opere d'arte e luoghi stupendi! Penso, dunque, che sia un dovere della città sostenere questa associazione, dove l'arte del mosaico è motivo di aggregazione, socializzazione e scambi interpersonali!" (Cristian Sansavini, ex allievo del Liceo Artistico "Nervi Severini" Ravenna).
"Dis-ORDINE esprime già nel nome il movimento, l'impeto e quella spinta creativa che l'associazione ha portato con sé in rappresentanza a Chartres. Sono grata di essere stata una dei portavoce della mia città in uno scambio artistico e culturale così importante, un'esperienza in cui ognuno ha dato il proprio contributo. Si è creato un legame forte con una città altrettanto ricca di persone che amano l'arte del mosaico e se ne prendono cura. Il nostro progetto sostiene il valore e la qualità di quest'arte e delle città che la ospitano... " (Serena Saporetti, laureanda Scienze della Formazione Primaria).
"Si va a Chartres coi triangoli... Non ho esitato: "Io ci sono!" Mi dicevo: "So che mi divertirò, sarà una sfacchinata, ma tornerò felice e motivata!" Conosco gli insegnanti, ho con loro un rapporto amichevole. L'unico dubbio che mi tormenta è la convivenza con i più giovani, che ho sfatato alla prima stretta di mano. Ragazzi estroversi con una gran voglia di fare e di stare insieme per arricchire le loro conoscenze. Un'esperienza che mi ha arricchito il bagaglio e il cuore" (Jessica Mongiusti, ex allieva Istituto d'Arte per il mosaico Gino Severini).
Dopo le tessere, l'origine del labirinto nelle parole del nostro grafico.
"Pensavo al calvario psicologico di chi, in prigione, colpevole o innocente che sia, conta i giorni che lo separano dalla libertà, m'è subito apparsa l'immagine del labirinto, del gioco dell'oca, del percorso virtuoso che conduce alla redenzione! L'analogia col Labirinto di San Vitale, coi suoi triangoli che indicano la via verso la conchiglia di Saint Jacques, con le sue simbologie legate al pellegrinaggio sulla strada della grazia divina, è stata automatica e inerente con Ravenna. Tutto si è come presentato perfetto: un triangolo a ciascun mosaicista, il luogo in cui sarebbe stato collocato, il dialogo con gli stessi carcerati che avrebbero potuto collaborare (come poi hanno fatto)... Ho poi notato che tutte le fasi di questo lungo lavoro di difficilissima realizzazione, si sono incastrate magicamente come vi fosse una volontà fuori dalla realtà... Tutto s'è incastrato, quindi, alla perfezione e tutti hanno collaborato con fervore e fiducia di fare una cosa meritoria è importante! A me è sembrata una vera magia, per non dire un miracolo" (Fulvio Fiorentini, ex insegnante di Discipline Geometriche e Architettoniche dell'ex Istituto d'Arte per il mosaico e dell'ex Liceo Artistico "Pier Luigi Nervi" di Ravenna).
E infine alcuni brani del Presidente dell'associazione Dis-ORDINE all'inaugurazione della mostra internazionale del mosaico di Chartres.
"...Il mosaico, voi siete tutti mosaicisti, e quindi sapete benissimo che come ha detto qualcuno 'il mosaico è la scandalosa volontà di catturare la luce'. Cosa quasi impossibile. E l'uomo 'questa cosa', improvvisamente, ha deciso di farla e ha deciso di farla partendo dai pavimenti. È salita poi sui muri coi famosi cicli ravennati e la storia dell'arte musiva, testimonianza e origine di tutta l'iconografia e l'immaginario del mondo occidentale. Questo mosaico che sale sulle pareti poi, sei secoli dopo, attraverso la cattedrale, attraverso Chartres, con le sue stupende vetrate, diventerà un ulteriore tentativo di catturare la luce. Qualche cosa accomuna Chartres a Ravenna; qui avete una grande lezione esoterica: nella vetrata con le storie di S. Apollinare che non a caso è nato e sepolto a Ravenna, nel solstizio d'estate, a mezzogiorno, un raggio di luce colpisce una pietra. Così, noi a Ravenna abbiamo una basilica di S. Apollinare in Classe dov'è rappresentato il santo con 204 api sulla stola. Credo ci siano riferimenti e legami che andrebbero studiati e approfonditi partendo proprio da S. Apollinare scomparso a Ravenna, ma che ha lasciato tracce importanti anche qui da voi attraverso questa immagine della vetrata. Quindi credo sia importante mantenere quello che il passato ci ha suggerito e in qualche modo servito; a voi attraverso la vetrata, a noi attraverso il mosaico. Per questo si potrebbero aumentare i rapporti creando una scuola internazionale nella quale noi ospitiamo mosaicisti e vetrai per poi realizzare scambi. L'anno prossimo ci sarà a Ravenna la biennale del mosaico e credo quella possa essere l'occasione per iniziare a preparare e a lavorare a un progetto del genere, facendo una scuola in grado di collegare questi due grandi esercizi di una manualità che sta per scomparire e che invece è importante mantenere viva. Quindi il labirinto di Chartres e quello della basilica di San Vitale a Ravenna potrebbe essere il simbolo che ci accomuna perché come dice Borges il labirinto ormai è diventato tecnologico..." (Marcello Landi, ex Dirigente Scolastico dell'ex Istituto d'Arte per il Mosaico "Gino Severini" e del Liceo Artistico "Nervi Severini" di Ravenna).
Sempre secondo Borges il labirinto è anche il simbolo naturale della perplessità e allegoria della complessità del mondo. Credo perciò non sia un caso che il labirinto abbia trovato in una Ravenna lontana e in questa qui di oggi, così imprevedibile, una sicura dimora, tanto sicura che stiamo pensando di trasformarlo in figura errante.