Prima giacca, cravatta e penna stilografica, adesso abiti da lavoro di campagna e un progetto in testa da sempre anelato: l’accoglienza!
Fabrizio Privitera, dopo essersi laureato in Economia e Commercio all’Università Statale La Sapienza di Roma, ha iniziato la sua attività professionale in Arthur Andersen Consulting & Co. e poi è diventato uno dei più giovani manager di un’importante società italiana quotata in borsa, l’Acqua Marcia, a quel tempo dell’imprenditore milanese Vincenzo Romagnoli. In seguito si è occupato dell’azienda di costruzioni e realizzazioni di impianti tecnologici di famiglia, la ITER Costruzioni ed Impianti Tecnologici. Una famiglia a Roma molto conosciuta nell'ambiente imprenditoriale, basti pensare alle opere realizzate all’estero, nel territorio romano e in particolare intorno al Grande Raccordo Anulare: edifici in gran parte pubblici, di notevole importanza.
''Mi piaceva dirigere la mia azienda - spiega Fabrizio - ma con il passare degli anni mi sono accorto di aver perso l’entusiasmo degli anni precedenti e quella voglia di continuare a mantenere un’azienda che aveva dato alla nostra famiglia notevoli soddisfazioni e a me la voglia di cercare sempre di superarmi. Non so... c'era qualcosa che non andava più come nei tempi passati! Forse il mondo dell’imprenditoria nel campo delle costruzioni era cambiato, ma sicuramente la mia voglia di continuare quel lavoro era finita.
La mia famiglia possedeva un vecchio podere, con un casale, a Monterotondo, sin dal 1928 circa, acquistato da mio nonno, persona lungimirante e amante della terra e della cultura del buon vino. Nonostante fosse un personaggio importante e un famoso avvocato fiscalista del tempo, il suo vero orgoglio era la tenuta di Monterotondo, che dirigeva con amore e signorilità, riconosciuta da tutto il paese fino ad oggi. In molti si ricordano di lui e di mio padre, che mi ha trasmesso l’amore nel ricevere le persone e soddisfarle con ogni tipo di pietanza, l’immancabile bottiglia di vino scelto per l’occasione e ricercatezze che possano soddisfare e rendere felici ospiti e amici.
Ho passato momenti molto felici nella mia infanzia nella tenuta di Monterotondo, ma il più bel giorno è stato quando, in un giorno di festa, per il compleanno di mia sorella Antonella, incontrai per la prima volta mia moglie Barbara. Siamo tornati moltissime volte insieme a Monterotondo, fino al giorno in cui, dopo l’ennesima giornata stressante in ufficio, abbiamo goduto del tramonto che si apprezza in modo particolare dalla posizione soprelevata della tenuta e abbiamo iniziato a guardarci intorno, e abbiamo cominciato a pensare e cercare di capire cosa poteva nascere da quel casale e da quel podere che tanto abbiamo sempre amato. Gli alberi di ulivo, gli alberi da frutta e i verdi pascoli per i nostri animali che scorrazzano lungo il pendio della collina sono il contorno ideale tra i colori del sole che tramonta per rilassare ogni parte del corpo e della mente e con il classico calice di vino rosso in mano, la decisione di restare a vivere in questo posto unico e tanto amato è stata tanto naturale quanto presa all’unisono da tutti e due.
Decidiamo di investire e ristrutturiamo parte degli edifici esistenti, cambiamo la destinazione di altri, adattiamo vecchi locali in comode suite, grazie al buongusto e alla notevole professionalità di mia moglie Barbara Margherita, che mi ha sempre supportato sia nelle scelte che nelle decisioni più difficili. Insomma riusciamo a farne un agriturismo di lusso, un business che ci potrà dare tante soddisfazioni”.
Oggi Fabrizio è un ''contadino urbano'' che coltiva sette ettari di terreno in quel fazzoletto di campagna che erge maestoso sopra la piana tra Monterotondo e Castelnuovo di Porto, con in fondo la splendida veduta del Monte Soratte. “Un dipinto quando il sole sorge e tramonta e la sera - ci spiega Barbara - tutto un luccichio che ci cattura e spero catturi anche tanti turisti che vogliono passare delle belle giornate con noi, tra una visita e l'altra a Roma”. Eh sì, perché appena sotto la 'Tenuta Lisetta' (è questo il nome della Country House o agriturismo che dir si voglia, in onore della nonna di Fabrizio), oltre la via Salaria, transita il treno che da Orte arriva a Roma ogni 15/20 minuti, comodo per chi vuole soggiornare nella tranquillità fuori dal caos romano, ma nello stesso tempo essere turista della città eterna.
Fabrizio ogni mattina si sveglia intorno alle cinque e mezzo, poi è indaffarato fino all’imbrunire tra lavori di manutenzione, controllo della costruzione per la nuova piscina, accudimento degli animali, preparazione del terreno per eventuali nuove coltivazioni e l’orto, “Insomma - sottolinea Fabrizio - un paradiso, non rimpiango assolutamente la mia prima vita e così anche mia moglie, esperta di architettura d'interni, ed è lei che ha sradicato l'antico per renderlo più funzionale, conservando l'alone del passato”. Un bell’impegno, ma parla del suo lavoro con un gran sorriso. “Mi dà tante soddisfazioni - continua Fabrizio - perché ho costruito qualcosa di mio: è stato uno stimolo per superare quei momenti bui in cui ti senti perso e in cui ogni cosa sembra perdere senso”, racconta.
Fabrizio ha rispolverato una passione che gli hanno lasciato in eredità i suoi avi: la terra dell'agro romano come sapevano far valere i Privitera. Fabrizio si ritrova a 59 anni a cambiare il suo orizzonte. “Ho deciso di far rinascere questa azienda agricola storica, che esiste dall’inizio del Novecento ed è radicata nella mia famiglia. Aprirò sicuramente una vendita diretta dei prodotti di questo orto e di questo uliveto, anche se già ora produciamo un eccellente olio. I progetti che aleggiano nelle nostre menti sono tanti e speriamo di riuscire a realizzarne il più possibile, ma soprattutto nel migliore dei modi, con la serenità e l’amore che solo Tenuta Lisetta ci può trasmette con tanta naturalezza”.
Fabrizio non rinuncia però al suo sport preferito, il golf, che lo mantiene in forma anche nel cuore e nella mente. “È uno sport che mi rilassa. Non potrei mai farne a meno. Mi piace colpire la palla e vederla raggiungere gli obiettivi di giuoco che mi sono proposto. Come i progetti che io, mia moglie e i nostri figli vogliamo realizzare nella tenuta, che ho chiamato con il nome di mia nonna, donna molto importante nella mia vita. Devo a lei e al suo meraviglioso marito, nonno Antonino, la possibilità di realizzare questo sogno”. “Vogliamo realizzare un punto di incontro e di cultura del vino”, ci confida Fabrizio, e ci mostra la cantina ereditata dal papà e dal nonno, con vini d’eccellenza, anche di oltre 100 anni, di svariate nazionalità, in particolar modo italiani e francesi.
“Sono convinto che i clienti della nostra Country House apprezzino la qualità del tempo che trascorrono nella tenuta, che personalmente mi impegno a mantenere di buon livello. Li lascio nel silenzio di questo posto a contemplare, tra un bagno in piscina, una passeggiata nel podere, una visita ai cavalli e alle pecore. Metto a loro disposizione libri e ogni sorta di passatempo culturale e/o goliardico”.
Insomma Lisetta è pronta ad accogliere. Ogni tanto in questi campi mettono piede anche degli ospiti speciali: ex dirigenti di aziende che cercano di fare come Fabrizio e Barbara, secondo il motto: Ripartire dalla terra.