Pittore e scultore molto attivo, Salvo Maria Fortuna ha una produzione cinquantennale vasta ed eclettica, comprendente esperienze che spaziano dal linguaggio figurativo fino all’astratto. In entrambe le manifestazioni la chiarezza delle forme e la compostezza dei dialoghi cromatici si pongono in un felice contrasto di distensioni e tensioni dagli avvolgenti segni e straordinari risultati.
Da qualche anno tuttavia, questo artista ormai riconosciuto come autorità nel campo dell’arte, per essere maestro del tridimensionale con le sue vigorose ed intense opere plastiche e contemporaneamente di eterei paesaggi acquerellati, esce dal figurativo lasciandosi andare esclusivamente e vivacemente all'astratto.
Si tratta di linee seducenti che si inseguono sulla tela convergendo direttamente agli occhi e all’anima dell’osservatore: esili o compatte, manifestate esclusivamente dai colori primari, sono capaci di evocare la luce quando si schiariscono e così intense da scurirsi quando si sovrappongono. Il colore si trasforma in casuali movimenti geometrici sciogliendosi in macchie, passando dai toni gravi a quelli acuti, così i colori vibranti e luminosi, diventano fluorescenti oppure si incupiscono repentinamente, creando un incessante movimento di rispondenze ritmiche, enunciando la tensione dinamica ed il succedersi ordinato dell'eterno movimento della vita. È quanto accade ad esempio nelle numerose Composizioni (acrilico su tela) realizzate nel biennio 2017-2018, nei Piatti (acrilico su ceramica) Mariposa (2015) e Anemone (2016), in Tango (acrilico su legno) del 2018.
Uscendo liberamente dai contorni del quadro, i colori stesi da Fortuna si organizzano in ampie fasce di linee di forza che partendo dall’interiore risonanza arrivano ad esprimere una tensione dinamica e il ritmo stesso dell’universo. Per il nostro pittore l’opera d’arte, con la sua materialità, altro non è che il frammento di uno spazio più ampio dove le linee e i segni rivelano il contatto diretto con il divino, una sorta di pseudo grafia astrale, che tende verso l’alto, alla ricerca di Dio. Con finissime qualità tecniche e straordinario calore pittorico, i dipinti di Fortuna possono così suggerire un’immagine del trascendente, pur se laica, dell’arte come trascendenza.
Nato a Vibo Valentia nel 1952, Salvo Maria Fortuna si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze per diventare ben presto Docente di Discipline Plastiche presso i Licei Artistici (incarico in essere). Molte sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, ma la più significativa è la scultura raffigurante una Maternità donata a Sua Santità Giovanni Paolo II in occasione del cinquantenario della fondazione della città di Pomezia (1988).
Nelle opere esposte in collettive e/o personali Salvo Maria Fortuna ha sempre reinterpreto poeticamente la sua istanza spirituale inaugurando nuove stagioni della sua produzione artistico - pittorica, che tuttavia trova nel “segno che seduce l’anima” la rappresentazione simbolica di un’intensa esperienza interiore. L’artista calabrese insegue spasmodicamente un dialogo con lo spazio e la forma, dove tutto è avvolto in un tripudio di colori caldi e vivaci.
Le più interessanti mostre sono state curate da Eleonora Calbucci, Patrizia Favorini, Rosa Traversi. Nei loro testi critici si mette in risalto il “concerto di segni e colori” dell’artista capace di comunicare un universo interiore non traducibile, ma fruibile solo empaticamente, per suggestione, arrivando a proporre nelle opere più recenti, dove il maestro lascia ogni legame con la rappresentazione della realtà, per essere ispirato liberamente dalle “emozioni musicali”. L’idea è portata dalla sensazione dello stato d’animo destato dall’ascolto di un brano musicale che si esprime in percorsi dinamici e vibranti esaltati dai contrasti e dagli accordi cromatici proprio come un brano di musica. “Il senso ritmico dei suoni viene trasposto sulla tela con sensibilità attraverso la creazione di 'linee mandamentali' che dinamizzano fortemente la composizione, mentre l’armonia musicale è esaltata dal contrasto dinamico di luci e colori, dalla qualità stessa della materia cromatica, dal suo diverso grado di saturazione e di luminosità intensamente espressiva. E come la musica che passa dai toni acuti ai toni gravi, così i suoi colori vibranti e luminosi diventano evanescenti oppure si incupiscono improvvisamente creando un movimento continuo di rispondenze ritmiche” (Eleonora Calbucci).
Con il mito e la memoria, la musica ha un posto non marginale nella pittura di Fortuna, unitamente alla magia di una sapienza antica ed ermetica. Linee e forme astratte realizzano un’alchimia di forme e colore, dinamici cromatismi che tuttavia ricercano l’armonia e la bellezza, la evocano con le loro mille sfumature, con le infinite direzioni, danzando al ritmo ardente di una musica interna eppure sconosciuta che improvvisamente dialoga col subconscio.
La produzione artistica di Fortuna si risolve in un esito pittorico di sapiente modulazione depositando un’eco fiabesca, avvolgente, eclettica e travolgente: l’impatto magico e sensoriale che si scatena davanti alle sue opere è infatti notevole. I dipinti trascinano l’osservatore in un mondo in bilico tra il paradisiaco e l’infernale, dove idonee scelte cromatiche e formali si materializzano in spirali impudiche che ballano sotto i suoi occhi, entusiasmandoli in battiti dell’anima.
È la dimensione onirica della mente e del corpo che accorda il ritmo eterno della vita e della morte. La tricotomia forma-vita-morte si realizza nelle curve che si stagliano sull’opera ancorando le fattezze del divenire: scorrere senza fine della realtà, perenne nascere e morire, sconfitta e rivincita dell’essere. Le sue linee essenziali lasciano intravedere l’inquietudine, la forza demiurgica che Salvo ricrea per trasmettere la tensione emotiva che ha dentro. Le opere recenti del maestro hanno infatti nella genetica una componente intellettualistica, di speculazione mentale e culturale, affiorante in assunti indefinitamente formulati, impiantata a livello “concettuale” in un’analisi che si estende alle proprietà spaziali e geometriche.
L’importanza di Salvo Maria Fortuna risiede soprattutto nell’aver mutato diverse regole del gioco modernista, aprendo ai linguaggi artistici contemporanei prospettive che vanno al di là della sua ideologia, verso un nuovo sentimento e un nuovo linguaggio della bellezza, verso la musica dell’anima, verso cromatici dinamismi.