-Sicuro che c’è la magia nera qui in paese! - gridava Pino a Giovanni, che era sempre il solito scettico - Perché te non sai le cose del paese, ecco! La sai la storia di Fililberta, per esempio? Sì, quella che viene in classe con te. Sai quel che successe a lei e ai suoi genitori, Adelaide e Brunello?
E gli altri ragazzi assentivano in silenzio, riandando pensierosi a quella storia ancora in parte rimasta nell'ombra.Si raccontava che la storia cominciò prima della nascita di Filiberta, in una giornata di tempesta, con un vento forte e gelido e raffiche di pioggia che crepitavano contro le case. L' Adelaide, che era incinta, con quel temporale se ne stava vicino al camino, e teneva le mani in grembo, come per riscaldare la nascitura. Tra due lune, aveva detto la levatrice - il parto, e sarebbe stata una bambina dagli occhi neri e tutta nera di capelli.
-Io ho avuto sempre così paura dei lampi e dei tuoni! - avrebbe poi raccontato Adelaide - e allora figuratevi il mi’ spavento quando alla luce d’un fulmine vidi quella figura nera stampata dal di fuori contro il vetro della finestra! E poi ci fu un colpo alla porta, e una voce cattiva disse: "Aprite, aprite!... ". Io allora chiamai il mi’ marito Brunello con quanto fiato avevo in gola. Lui corse giù per le scale, e arrivò che l'uomo bussava di nuovo. Il marito andó alla porta, e senza aprire chiese:
-Chi siete? Che volete?
-Ho freddo e ho fame! - rispose l'uomo, e senza mezzi termini ingiunse: - Fatemi entra’ per una ciotola di minestra calda!
- Mi’ moglie è incinta e non può prende spaventi. Andate via!
-Ma io sono un cristiano come voi! Vengo a piedi da Marciana! Sono fradicio e ho tanto freddo! Apritemi!
Ci fu un altro fulmine, e la casa rintronò da cima a fondo. La figura nera del viandante si stagliò di nuovo contro il chiaro della finestra. Adelaide emise un altro urlo di spavento.
-Mandalo via! Mandalo via!- gridò.
-Andate via o prendo il fucile! - gridò allora Brunello con voce dura.
Non ci fu risposta. La pioggia si calmò un po', e anche il vento. Moglie e marito rimasero a lungo così, impalati, e avevano paura di guardarsi negli occhi. Pensavano che l'uomo se ne fosse andato, ma non si sentivano affatto sollevati dalla paura. Dopo un po’ Brunello aprì la porta e aguzzando gli occhi nello scuro del maltempo, credè di intravedere una figura nera e lontana che li malediva. Ma non disse niente alla moglie.
Era il primo giorno di scuola, un mite giorno di ottobre, e nell'aria c'era ancora il profumo dell'estate che non voleva morire. Adelaide aveva preparato il vestitino nuovo per la Filiberta, e le scarpette rosse che erano costate una settimana di lavoro al marito. Erano le prime scarpe della bambina, e lei e il marito avevano discusso a lungo tra di loro, e poi con don Mario, se questo non fosse un po' troppo, a sei anni già le scarpe, che i bimbi magari si avvezzano al lusso e alla vita facile, invece si sa, la vita è dura e piena di sacrifici. Il prete aveva detto che era giusto avere le scarpe nuove per il primo giorno di scuola, che poi magari quelle scarpe così care dovevano essere riposte nel baule e usate solo nelle occasioni particolari, come per venire in chiesa la domenica e nelle feste comandate.
Poi il babbo mise la bimba in groppa all'asino, prese per mano la moglie e insieme, guidando l'asino, camminarono verso la scuola, che era a una buona mezz'ora di strada. La gente del paese li vide arrivare così.
-Adelaide! Brunello! Che bella bimba! E com’è grande! Oh Dio, come passa il tempo!- e così via.
Molti altri genitori erano venuti ad accompagnare i figlioli e così lì fuori dalla scuola c'era un gran gruppo di persone allegre e rumorose.
Fu a questo punto, si dice, che avvenne l'episodio del gabbiano. Chissà se ha a che fare con la storia di Filiberta o no, Adelaide è convinta tutt'ora di sì, che anzi sia stato un messaggio importante. Successe che un gabbiano arrivato dal mare si fermò sopra la chiesa e prese a starnazzare sopra il gruppo dei bimbi. Ora, la cosa è davvero un po' strana perché i gabbiani in genere se ne stanno sulla costa e non arrivano nel mezzo del paese. Lo fanno solo quando sono affamati, quando a causa del maltempo non trovano pesci in mare, ma questo non era proprio il caso in quel bel mese d’ottobre.
I bambini eccitati cercarono di acchiapparlo, ma ne avevano anche paura, perché era una bestia grossa. E voi sapete come i gabbiani starnazzino: con quelle grida forti e querule che assomigliano a volte all'abbaiare di un cane, qualche altra volta alle risa di un pazzo. A un tratto, il gabbiano si avventò contro Filiberta: questa cominciò a gridare come una pazza e si aggrappo' al padre, cominciando a piangere a dirotto. Il gabbiano tentò ancora di assalirla, ma Brunello si tolse la cinghia dei calzoni e cominciò a menar delle grandi frustate contro la bestia, che infine si alzò verso il cielo, scomparendo verso il mare.
Quando tutto fu tranquillo, Brunello se n’andò a lavoro portando via l'asino, e prese lentamente la via di casa. Trovò Adelaide che si sentiva ancora commossa, le veniva quasi da piangere, pensando alla sua bimba così piccina ma anche così grande da andare a scuola. Eppoi aveva quel presagio di tristezza che le attanagliava il cuore. E dopo pochi minuti, ecco quel battito alla porta.
-Adelaide, aprite, aprite!
Era il custode della scuola, il nano Giuseppino, che era tutto eccitato.
-La vostra bimba si sente male. No, non vi preoccupate, non è nulla. Solo un malessere passeggero, forse a causa di quella bestiaccia, quel gabbiano, oppure è l'emozione del primo giorno di scuola, succede, ma dovete venì a prenderla e portarla a letto.
Figuratevi l'Adelaide! Corse in paese piangendo, e seppe d’un colpo che una sciagura calava su di loro - lo aveva già capito dal presentimento del gabbiano! Misero la Fililberta a letto, e venne il dottore. La visitò a lungo, senza dire una parola, poi scosse la testa e disse:
-Non trovo proprio nulla, non capisco. Sì, il cuore è un po' debole, come dopo uno spavento. Aspettiamo un po' senza far nulla, vedrete che tra qualche ora starà meglio. Almeno credo...
Filiberta si alzò da letto solo verso sera e disse di sentirsi molto stanca. Camminò un po' per la casa e si rimise a letto. Non volle mangiare, e da quel momento non volle mangiare più niente, eccezion fatta per un po' di brodo alla sera, che bastava appena a mantenerla in vita. Cominciò a deperire a vista d'occhio. Vani furono tutti i tentativi di Brunello e Adelaide per convincerla a mangiare. I brodini pù saporiti, i manicaretti più golosi, non servivano a nulla. La bimba scuoteva debolmente la testa e quando proprio la forzavano a inghiottire qualche boccone, rimetteva tutto. In una settimana, perse il suo colorito e divenne bianca e smunta.
Il dottore veniva ogni giorno, ma non riusciva a capirci niente. Prelevò del sangue che fece analizzare a Porto Ferraio con dei metodi moderni. La risposta, attesa con ansia e trepidazione, arrivò dopo una lunga settimana: era tutto in ordine. Tuttavia la bimba deperiva sempre di più e Adelaide e Brunello erano disperati e passavano la maggior parte del giorno a piangere. Quell’unica figlia, che era venuta così tardi nel loro matrimonio, si stava spengendo! Il dottore disse che forse conveniva di ricoverarla all'ospedale di Livorno - sarebbe stato un viaggio lungo e costoso, e Adelaide a Brunello erano al colmo della disperazione.
Fu una vicina di casa, la Celestina, che a quei tempi aveva quasi cent'anni, che dette l'idea che quella malattia della bimba fosse semplicemente un malocchio.
-Il malocchio, sì! Qualcuno che vi vuol male, che forse era invidioso di questa bella bimba... Forse un mago cattivo le ha messo una figura nera dentro il materasso. Bisogna guardare nel materasso!
Brunello dapprima rispose con adirazione a quell’idea. Quella dei materassi era una di quelle superstizioni stupide cui credevano le vecchie del paese. Brunello non ci credeva: naturalmente - diceva lui - i batuffoli di lana dei materassi sotto il peso del corpo e con il passare del tempo, formano figure strane, che a prima vista possono sembrare fatte apposta. La Filomena di San Piero, che era materassaia di professione, - ma una di quelle donne sane che alla superstizione non ci crede - glielo aveva raccontato una volta, che i batuffoli potevano trasformarsi nelle figure più diverse, crocifissi, diavoli, figure di donne e di cavalieri, uomini a cavallo e in divisa, insomma bastava un po' di fantasia, e si poteva vedere di tutto…
Brunello bestemmiò a lungo contro la Celestina che insisteva e insisteva con la storia del malocchio, tuttavia quando la moglie disse:
-Faccio chiamare la fattucchiera di Capoliveri, la Mora...
Brunello non si oppose. Che altro potevano fare?
Mora la fattucchiera arrivò una mattina all'alba. Si era a gennaio inoltrato e lei arrivò tutta intabarrata nel suo scialle nero di lana pesante. Puzzava di pecora e si trascinava dietro un sacco nero pieno di cose di metallo. Mentre camminava, il sacco sbatteva o contro le sue gambe secche e risuonava di timbri acidi. La fecero entrare senza dirsi una parola. La Mora volle un piatto bianco con dell'olio d'oliva e un ramoscello di salvia. Entrò poi nella camera di Filiberta e cominciò a recitare delle litanie in una lingua strana, con una voce cupa e profonda che sembrava venire dall’aldilà. Adelaide tremava di spavento, E Brunello le mise una mano sulla spalla senza dire niente.
-Alzatela dal letto! - gridò poi la Mora. Così fecero, trasportando la bimba quasi di peso in una seggiola in cucina.
-È un malocchio forte! - disse la Mora che aveva seguito con i suoi occhietti rossastri di topo ogni movimento della Filiberta - Bisogna cercare nel materasso! Aprite il materasso, e spargete la lana nel pavimento, in modo che si veda bene quello che c'è dentro!
Sparsero tutta la lana sul pavimento di camera e la Mora, sedutasi poi per terra, palpava i batuffoli di lana e li esaminava attentamente uno a uno bofonchiando parole incomprensibili. La lana aveva formato tutta una serie di semplici riccioli ma a volte anche costruzioni complicate, che la Mora metteva delicatamente da parte. Si potevano distinguere figure diverse, ora una gallina, ora una barca, o una lancia aguzza insanguinata. La Mora apparve stranamente eccitata e Adelaide, che le stava vicina, continuava a tremare.
-Ma che fate? Ma che fate? - gemeva la Filiberta dalla sua seggiola, e la sua era una voce stanca, senza forza. -Ah, mamma mia! - gridò a un tratto la Mora- Mamma mia che vedo! Guardate qui, guardate qui, una doppia croce di Lorena!
Con il dito indicava una figura di lana: era un cerchio quasi perfetto, molto compresso e rigido, e nel mezzo c'era una croce a due braccia.
-Guardate come è perfetta! Bella! Bella e potente! Non ne ho mai visto una così bella! - disse la Mora.
Dopo quell'entusiasmo iniziale, si fece seria, e si vedeva che era un po' turbata.
-Che vuol dire? Che vuol dire? – aveva cominciato a gridare Adelaide.
La Mora alzò la sua grossa mole da terra e toccò la croce di lana con il suo bastone.
-Dobbiamo provare a bruciarla - disse poi la Mora. - Presto, in cucina, fate un bel fuoco aperto, e portatemi dello spirito da bruciare!
Brunello corse in cucina, e cominciò a sventolare il fornello per alimentare il fuoco. Poi prese l'olio che gli serviva per la lampada e lo porse alla Mora. La Mora dispose il cerchio di lana con la croce sulla stufa della cucina, e ci versò lentamente dell'olio cantando una nenia spaventosa, che diceva pressappoco:
-Cinci, cinci, biribalocchio, te brucio col foco con tutto il malocchio!
Poi prese il pezzo di carta cui Brunello aveva appiccato fuoco e tentò di appiccare il fuoco alla lana. Ci fu un'alta fiammata e un puzzo terribile si sparse nell'aria.
-Non brucia! Non brucia! E puzza di zolfo! - gridò la Mora tutta agitata.
Poi si allontanò facendo segni di corna con le mani.
-Non brucia, non brucia! È troppo potente per me. Avete offeso qualcuno di grosso, qualche maligno potentissimo... Io non ce la faccio!
Adelaide e Brunello guardarono con terrore il cerchio di lana, che si era un po' annerito, ma che era rimasto quasi intatto. Poi si addossarono alla Mora che si era rifugiata vicino alla finestra di cucina.
-Ma che possiamo fare? - gridò Adelaide disperata.
- C'è una sola soluzione! - gridò la Mora, e la sua voce ora era alta e forte, come per coprire la sua stessa paura - Dovete trovare quello che vi ha fatto il malocchio. Solo lui, o lei, può salvare la bimba. Questa è la legge, solo quello che ha fatto il malocchio può bruciare la croce doppia di Lorena! - e mentre si allontanava, di fretta, per la stradina ripida, ripetè ancora:
-Trovate quello a cui avete fatto del male. Trovate quello che vi ha fatto il malocchio...
Da quel giorno, Adelaide e Brunello cominciarono a rinvangare il loro passato, cercando di ricordare a chi mai potessero aver fatto torto nella loro vita.
-Avevamo preso l’abitudine - avrebbe poi raccontato l'Adelaide - di metterci vicino al fuoco e passare al setaccio la nostra vita degli ultimi anni, da quando la bimba era nata. Se non fosse stato per la bimba che languiva nella stanza accanto, sarebbe state anche bello, perché venivano fuori ricordi sepolti, anche cose importanti di cui ci eravamo dimenticati. E sempre ci chiedevamo con chi fossimo stati sgarbati, e quando ci veniva in mente qualcuno, gli chiedevamo scusa, anche piangendo, e le cose sgarbate che avevamo fatto erano tante, sapete. Sì, tutte piccolezze, ma ci chiedevamo ogni volta perché non fossimo stati più buoni con il prossimo, che costa così poco… È proprio così, anche per gente buona come noi c'è sempre il pericolo di fare cose meschine...
Ma di offese gravi non ne vennero fuori. Filiberta era ridotta pelle e ossa, Adelaide a Brunello erano anche loro agli stremi delle loro forze.
-Cosa devo fare? - chiedeva Adelaide piangendo alla vecchia Celestina. - Non trovo nulla, non trovo nulla nei miei ricordi…
-La verità devi ricercarla nel sogno - rispose la vecchia dopo un po’- Le memorie dimenticate si accovacciano nel cervello insieme a tante cose inutili, ed è per questo che non le ritrovi più. Solo quando sogni le memorie vengono fuori libere. Quando vai a letto stasera, fatti un tè di foglie di salvia, ma dentro mettici anche bucce di peperoncino rosso, poco poco, che si deve sentire ancora il sapore di salvia. Allora farai dei sogni magari un po' cattivi, ma stai bene attenta a quel che vedi in sogno, perché i sogni evocati in questo modo portano sempre la verità!
Dopo aver preso il tè, Adelaide si mise a letto con la febbre. Chissà se fosse stato davvero il tè a darle la febbre, oppure qualche altra cosa. Ebbe una notte agitata, piena di sogni paurosi: figure nere con braccia lunghe che si muovevano e volevano ghermirla; erano bestie simili a gatti, ma molto più grandi, e la guardavano con occhi gialli e lucenti. Brunello raccontò poi che la moglie a un tratto si era drizzata a sedere sul letto cominciando a gridare:
-Il viandante di Marciana! Sì, è lui! Quando pioveva e non lo facemmo entra’! Eccolo lì, lo vedo ancora fuori dalla porta! Perché non gli abbiamo aperto, Brunello? Pover’omo, magari aveva freddo e fame davvero!
Il viandante di Marciana! Strano che non ci avessero pensato prima!
Raccontarono la cosa ai vicini pregandoli di aiutarli a cercarlo. Ma sono anni che non lo si vede! Sarà morto, no? No, l'hanno visto l'altro mese al mercato di Poggio. Vive solo con le capre, su in montagna, un brutto tipo, quel viandante di Marciana. Si diceva che avesse ammazzato un uomo col fucile da caccia e avesse fatto per questo tanti anni di prigione. E da allora viveva solo con le capre, facendo un po' di formaggio e vendendolo in paese, ma la gente aveva paura di lui e non voleva comprare niente...
E il prete, a cui si erano anche rivolti, li sconsigliò di aver a che fare con un tal peccatore.
-Vedrete che Dio vi farà presto la grazia. - disse, e aggiunse:
-Dovete sapere che lo chiamano il Diavolo perché ha gli orecchi piccoli e appuntiti proprio come il diavolo. Sapete cosa raccontano di lui? Sentite questa! Una volta lo sorprese un acquazzone, e pioveva così forte che il suo stradello era interrotto e lui non poteva più ritornare all'ovile con le pecore. E allora lui si mise a bestemmiare, ma forte forte, vere bestemmie e maledizioni contro Dio e tutti i Santi. E allora, come raccontò lui stesso, ecco che il Maligno in persona gli venne in aiuto! Lui si sentì tirare per gli orecchi e sospendere da terra, e portare così al di là dell'acqua. Il Maligno, capite? Per ricompensarlo di tutte quelle bestemmie, il Diavolo in persona lo aveva aiutato a passare al di là dell'acqua...
Figuratevi l'Adelaide! A sentire queste cose, le si accapponava la pelle e le si stringeva il cuore, e anche Brunello, a dir la verità, non era più quell'uomo forte e sicuro che era sempre stato.
Un giorno, il nano custode della scuola venne trafelato alla loro casa a dire che avevano visto il viandante di Marciana al mercato. Era vicino alla fontana e vendeva il pecorino. Ma dovevano sbrigarsi, perché se ne sarebbe andato presto, visto che non vendeva niente.
-Tu resta qui! - disse Brunello alla moglie - Vado io.
E ando', e lo trovò vicino alla fontana. Era intabarrato in un manto di lana, così come la Mora, ma non sembrava aver freddo, e se ne stava immobile vicino a un tavoletto pieno di forme di formaggio che aveva messo per terra. Brunello prese una forma e offrì una lira. L'uomo disse, senza guardarlo in viso:
-Sono due lire e mezzo!
Brunello non oso' protestare, ma non aveva così tanti soldi in tasca. Allora prese tutto il coraggio che aveva e disse:
-Non ci ho soldi con me. Non volete venire a casa mia, così vi pago per intero, e poi vi mangiate una zuppa calda, e si discute un po'?
Intanto intorno a loro si era fatta un po' di gente, ma a debita distanza. Tutti sapevano della storia di Filiberta e volevano vedere come sarebbe andata a finire. Il viandante apparve innervosito da tutta quella curiosità e alzò gli occhi lanciando uno sguardo pieno di disprezzo a tutti quei paesani. A quel movimento rapido della testa, come raccontò poi Brunello, gli cadde il mantello dalla fronte scoprendo quei suoi orecchi appuntiti.
-Erano orecchi rossi, ti giuro, rossi, e perfino io cominciai a aver paura! - disse poi Brunello.
Il viandante mise il formaggio dentro un sacco e fece per andarsene. Brunello gli andò dietro e lo invitò di nuovo ad andare a casa sua.
-Ma che c'è? Perché mi vuoi a casa? - chiese l'uomo con fare scontroso.
-È per via della mia bimba. È malata di malocchio, e ci hanno detto che voi sapete guarire il malocchio.
-Il malocchio! Che stupidaggini! - l'uomo scosse la testa in disgusto, ma fece un cenno a Brunello di mostrargli la via verso casa.
L'Adelaide, quando si vide quella figura nera davanti alla porta, per poco non svenne. L'uomo sedette al loro tavolo e mangiò la zuppa calda senza nemmeno levarsi il mantello. Poi accondiscese ad ascoltare la loro storia, e infine si fece portare la doppia croce di lana. La prese in mano, bruciacchiata com'era, e la guardò a lungo, ma molto a lungo, senza dire niente. Durante quel tempo interminabile, né Brunello né Adelaide ebbero il coraggio di aprire bocca.
-Nessuno può bruciarla - disse poi l'Adelaide raccogliendo tutte le sue forze - Se voi ce la bruciate vi regaliamo una damigiana d'olio.
L'uomo rimase ancora in silenzio, e i due credettero che non avesse sentito. Poi il viandante disse, con la sua voce greve:
-Sì, ma anche l'asino per portarmela via...
Brunello fece per protestare ma la moglie lo tirò per un braccio e gridò rapida:
-Sì, sì, anche l'asino, ma bruciate questa cosa di lana!
-Non vedo cosa ci sia di difficile a bruciare della lana. Perché non l'avete fatto da voi? - disse l'uomo con una risata cattiva. Si fece dare dell'olio, con cui riempì una tazza, ci mise dentro la figura di lana, e ci dette fuoco. La lana cominciò a bruciare lentamente, come una candela. In pochi minuti, della doppia croce di Lorena non era rimasta traccia.
-Avete visto come è facile? Ora datemi l'olio e l'asino, che devo andarmene via!
Gli dettero l'olio e l'asino, e rimasero sulla porta a guardarlo mentre si allontanava per la stradina in salita. Il viandante di Marciana scomparì così. La bimba da quel giorno cominciò a star meglio, e dopo qualche giorno era completamente ristabilita. Il dottore disse che era per via di quella sua nuova cura ricostituente, il prete disse che Dio aveva finalmente dato la grazia, secondo Adelaide invece era tutto dovuto al viandante che aveva tolto il malocchio. Non si saprà mai chi ha ragione. In quanto a Brunello, ora che è un vecchietto, quando glielo chiedi, scuote le spalle e bestemmia. In cuor suo, rimugina ancora il sospetto di essere stato buggerato di una damigiana d'olio e d'un asino ancora giovane e forte.