Ljubljana, così vicina ma così profondamente diversa. Basta attraversare quella che una volta era la frontiera tra Italia e Slovenia - nell’Unione Europea dal 2004 - per ritrovarsi, dopo pochi chilometri, circondati da un paesaggio bucolico. Un succedersi di villaggi, prati e boschi. In poco più di un’ora, da Trieste, si giunge in questa città dall’eleganza mitteleuropea ma dallo sprint giovane, curata in modo impeccabile. In quell’ora del pomeriggio in cui è troppo tardi per un caffè e troppo presto per un aperitivo, seduta nella luminosa caffetteria del Museo della città di Ljubljana, ho chiesto una coca-cola, incrociando lo sguardo di riprovazione della giovane cameriera. «Non l’abbiamo, se vuole c’è la Fever Tree Premium Cola, con vaniglia del Madagascar». Vada dunque per questa bevanda senza conservanti né dolcificanti artificiali, promessa di freschezza bio.
Traspare anche da questi dettagli la vocazione ambientale della città, già Capitale Verde d’Europa nel 2016. Qui l’acqua è così pura da non aver bisogno di trattamenti, come spiega Blaž Peršin, direttore del Museo e Gallerie di Ljubljana (MGML) e ideatore della Museum Water Bottle, una bottiglia di design in vetro, da riempire nelle fontane della città. Non è l’unico pregio “verde” della capitale slovena, a questo aggiungete qualità dell’aria, inquinamento acustico e traffico inesistenti, aree pedonali e ciclabili (220 km di piste), immacolata pulizia delle strade, sofisticati sistemi di riciclo dei rifiuti, giardini. Cultura, natura e buon vivere si fondono lungo il fiume Ljubljanica.
L’una e l’altra sponda, collegate da ponti, sono un’ininterrotta promenade di locali e caffè, frequentati a tutte le ore (attenzione, le cucine dei ristoranti chiudono senza appello alle dieci). In alternativa, festival, musei e concerti. L’istruzione musicale è molto sentita ed è gratuita fino ai 16 anni. Note e canti si espandono nelle strade dalle varie scuole di musica. Anche le arti visive sono molto amate: oltre alla Galleria Nazionale, con un’importante collezione dell’artista Zoran Mušič, la Moderna Galerija e il Museo di Arte contemporanea (MG+MSUM) sono sempre in fermento tra mostre e iniziative. Poco distante c’è spazio anche per gli artisti alternativi e i loro murales colorati, che fanno cerchio intorno alla galleria Alkatraz.
Al mercato, opera di Jože Plečnik, il più importante architetto sloveno del XX secolo, non si compra al chilo solo frutta e verdura. La galleria DobraVaga vende infatti opere d’arte a peso. Lo spazio, prestato dal comune, è nato per dare visibilità a giovani artisti sloveni. A pochi passi vale la pena di fare una sosta da Lolita, il caffè-pasticceria firmato dalla designer slovena di fama internazionale Nika Zupanc.
Percorrendo le vie centrali, ampia scelta di ristoranti come il Güjžina-The Soul of Pannonia, il Valvas’Or e il Julija o il nuovo Sveti Florijan. La gastronomia è presa molto sul serio da queste parti, tanto che lo scorso luglio l’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism (IGCAT) ha nominato la Slovenia Regione Europea della Gastronomia 2021. Per lo shopping, piccole boutique offrono la possibilità di acquisti originali. Per esempio le porcellane artigianali Catbriyur o le foto d’autore della galleria di Barbara Čef. Sull’altro lato del fiume, Cliché, di Jelena Pirkmajert, è invece un brand sloveno di moda dai capi essenziali. È d’obbligo infine, visitare l’abitazione del già menzionato architetto Jože Plečnik. Ambienti ricchi frutto di una personalità originale, che si riconosce in molti edifici del centro storico. Il recente restauro magistrale e filologico della casa ha valso a Ljubljana il premio 2018 dell’Unione Europea/Europa Nostra per il Patrimonio Culturale, nella categoria Education, training and raising awareness.