Nel panorama dei Festival di Danza “Bolzano Danza” rappresenta di certo una delle realtà più interessanti, dinamiche e innovative del panorama nazionale. E in prima assoluta, nel capoluogo altoatesino, giovedì 19 luglio nel cartellone avanguardistico del festival è andato in scena al Teatro Comunale Bermudas_Tequila Sunrise, una creazione di Michele Di Stefano (Leone d’Argento per l’innovazione coreografica nel 2014 alla Biennale di Venezia), guest curator della sezione Outdoor del Festival stesso, per la sua compagnia romana mk.
Bermudas è l’ultima creazione del coreografo Michele Di Stefano. Il progetto Bermudas nasce nel 2017 come lavoro performativo sul moto perpetuo e sul movimento puro, ed è costruito per un folto numero intercambiabile di performers. A Bolzano Danza lo spettacolo coreutico ha trovato la sua forma compiuta ed estesa per le dimensioni del palcoscenico ed è diventato Bermudas_Tequila Sunrise. Infatti, ritmo, forza ed espressione coreutica dei danzatori si sviluppano da subito nel palcoscenico attraverso una sequenza di azioni, vortici, sinestesie, forme in movimento dai connotati intensi, diretti e immediati. Un lavoro che in sostanza è ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni elementari al fine di costruire un luogo carico di tensione relazionale, e Di Stefano traduce così nella stesura coreutica un grande campo energetico (è da qui che nasce il nome ironicamente ispirato all’arcipelago di isole che ha fatto sparire molte navi nel nulla).
Ma, come visibile sulla scena teatrale, è affidato ai singoli performer la gestione del campo e dell’attrazione magnetica sprigionata dagli altri corpi attraverso un rituale collettivo avvolto in un tramonto ai tropici. E “In effetti lo spettacolo è immerso – come ci ricorda Di Stefano – in un’atmosfera serena e avvolgente, da drink di benvenuto ai tropici. La luce durata che bagna le figure ha le stesse nuances calde del cocktail citato nel titolo: Tequila Sunrise. Un paio di sorsi robusti e si è pronti per scivolare nella tempesta”. Ed è proprio nella regia coreutica di Di Stefano che si manifesta tutta la forza ininterrotta delle azioni, le performances che via via assumono sempre più ritmo e movimento, con accelerazioni e variazioni di percorso dai risvolti sorprendenti. I colori di un sfondo, tenui e caldi, alimentano questo ritmo e lo rendono motivo di ulteriori digressioni e riflessioni. Anche così la partitura coreografica diventa una ‘variazione sul tema’: accumulo e stratificazione, reazione alle forze energetiche abbinata alla capacità di abbondono al moto esterno da parte di ciascun performer. Un progredire verso sistemi sempre più articolati e cambiamenti improvvisi di ritmo all’interno di un gioco esotico e un po’ pericoloso su suadenti musiche caraibiche.
In palcoscenico e nei performer vive un forte e intenso piacere di danzare, un flusso puro di movimento in un’atmosfera da isola tropicale. E se lo schema è riassumibile in quello della clessidra: con un lungo inizio seguito da una sorta di breve svuotamento e poi la cavalcata finale, l’atmosfera invece, è serena e avvolgente. Una sorta di immersione tropicale che diventa anche un viaggio esistenziale, un'idea travolgente, che il corpo assorbe e rende agli occhi dello spettatore come il segno di una forma e di un'azione, quale possibilità di sognare o, meglio ancora, di vedere tanti corpi all'opera che costruiscono con efficacia e realtà uno spazio scenico tutto da vivere e dentro cui si è immersi e si resta fortemente attratti.
Il gruppo romano guidato da Michele Di Stefano si occupa sin dalla fondazione di coreografia e performance. Punto di riferimento nel territorio nazionale, è anche compagnia d’esportazione tra le più gettonate: mk si è esibita in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Francia, Perù e ha all’attivo diverse produzioni di successo tra cui Il giro del mondo in 80 giorni (con due danzatori della William Forsythe Company e diversi artisti italiani), Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour, indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro e ricostruzione tormentata dell'esotico. Il lavoro Impressions d’Afrique è stato presentato nel 2013 al Museo Nazionale Etnografico Pigorini di Roma, alla Biennale Danza di Venezia (dove Michele Di Stefano ha inoltre ricevuto il Leone d’Argento per l’innovazione coreografica nel 2014) e al festival Short Theatre di Roma. Nel 2014 debutta Robinson, in collaborazione con l’artista visivo Luca Trevisani, una produzione del Teatro di Roma ospitata al Teatro Argentina e al Museion di Bolzano in versione site specific per Bolzano Danza. Nel 2016 con Veduta, il gruppo inizia un’indagine immersiva sul paesaggio e la prospettiva adattabile a qualsiasi orizzonte urbano.