Loving Pirandello rappresenta la XII edizione del Festival Nazionale Luigi Pirandello. L'edizione di quest'anno, oltre a presentarsi in una veste grafica differente grazie al tocco di Ugo Nespolo, ha suggellato il legame letterario e culturale tra la regione Piemonte, ideatrice del Festival, e la regione Sicilia, che ha dato i natali a Pirandello. L'organizzazione culturale del Festival, diretto da Giulio Graglia, ha visto l'unione del filone teatrale con l'amore per il territorio e l'arte nella persona di Pirandello.
Ed è proprio dal teatro che vorrei partire per parlare di alcuni tratti salienti dell'opera pirandelliana che sono emersi da questa edizione del Festival: mi riferisco sia alla componente umoristica, che getta una luce dissacrante e disillusa sulla realtà descritta da Pirandello, sia alle atmosfere surreali evidenti soprattutto nell'ultimo Pirandello.
La lezione umoristica dell'arte viene esplicitata nel saggio dei primi del Novecento, L'Umorismo: nell'opera umoristica la riflessione anticipa il sentimento, analizzandolo criticamente. È da questo processo di "scomposizione letteraria" del concepimento artistico che ha origine il sentimento del contrario, caratteristica dell'umorismo. Ecco il dualismo pirandelliano comico/umoristico che incontriamo tanto nelle novelle quanto nelle opere teatrali.
A questo proposito l'umorismo pirandelliano pone l'attenzione sull'interpretazione del reale e sul rapporto tra la conoscenza umana e l'oggettività del quotidiano. Emerge l'ambiguità e la provvisorietà dei vari aspetti della conoscenza, del quotidiano stesso e della realtà in cui l'uomo vive. Si avverte l'impossibilità e l'incapacità di cogliere il senso dell'esistenza. Lo smarrimento è un sentimento comune ai personaggi di Pirandello e il lettore (o spettatore) viene trascinato in un turbinio di emozioni nel quale è difficile, a tratti impossibile, distinguere tra realtà e finzione.
"Dentro le sue storie il lettore può perdersi in quei vicoli che tanto assomigliano alla vita, può partire verso luoghi inaspettati o misteriosi, per decidere poi alla fine se restare intrappolato dentro l’illusione, oppure tornare indietro e affrontare l’amara verità" (Eris Rusi, L’uomo, l’artista e lo spettatore nell’opera di Pirandello).
Si legge nel saggio di Rusi: "Tutto questo crea un’atmosfera quasi surreale nella sua scrittura. La sensazione che si percepisce, assomiglia a un sentimento di smarrimento, si può intuire una sofferenza psicologica in Pirandello, una lotta progressiva dentro di lui fra l’uomo – con le proprie smanie – e l’artista, specialmente quando simili confronti diventano insistenti, quasi ossessivi nella lettura delle sue opere. Il lettore, lo spettatore si trova così di fronte a titoli di opere, che racchiudono questo comune senso di smarrimento: Così è se vi pare; Uno, nessuno e centomila; La ragione degli altri; Il gioco delle parti; Sei personaggi in cerca d’autore".
Da questo senso di smarrimento e da questo continuo conflitto tra interiorità ed esteriorità, tra essere e apparenza, che Pirandello (uomo e artista) approda a un surrealismo dove è possibile l'intesa tra la condizione umana e la realtà circostante: un'esistenza senza identità e maschere. Un surrealismo accentuato anche da un linguaggio traboccante di figure retoriche. Bontempelli riprenderà gli elementi propri del Pirandello surrealista (le maschere, lo specchio, le personalità) usandoli a suo piacimento per creare le famose atmosfere tipiche del realismo magico bontempelliano.
La dodicesima edizione del Festival di Pirandello, quest'anno riconosciuta come Loving Pirandello, è stata una contaminazione di forme artistiche, teatrali e cinematografiche, dove non sono mancati reading e dibattiti, un continuo omaggio all'umorismo dissacrante di Pirandello, alla crisi d'identità anticipata da Pirandello stesso e ripresa, ampliata e dilatata da tantissimi scrittori a lui successivi, un omaggio a temi come la follia e il gioco che vengono rilanciati e riascoltati con una nota di grande attualità. E poi il grande omaggio all'opera pirandelliana Il Viaggio riproposto da Sabrina Gonzatto. Non sono mancati, inoltre, gli echi di Pirandello nel mondo: da San Paolo del Brasile a New York, da Parigi a Copenaghen.