Fino a quando il denaro sarà la prima tra le merci il Dollaro sarà la prima fra le monete.
(Anonimo Spartano)
Se mistero è ciò che va oltre la comprensione umana, se mistero è ciò che sfugge al ragionamento e all’esigenza di un fondamento altro da se stesso, allora oggi il maggior mistero è il denaro e, per eccellenza, il predominio mondiale del denaro massimo: il Dollaro. Lo scrivo con la D maiuscola proprio per sottolinearne l’aspetto fantasmatico, numinoso, extra-umano. Ogni giudizio/realtà di valore rinvia infatti a un altro giudizio/realtà che ne sia di fondamento. Ogni sistema cioè presuppone dei fondamenti e un ordine gerarchico. Altrimenti non si può parlare di “sistema”, e , quindi, non si può proprio parlare perché il primo “sistema” è il linguaggio stesso.
Così è per la logica umana, fondata sul nesso causale e sul principio di identità. Così si passa dal regolamento di un circolo privato fino alla Carta Costituzionale, salendo di grado in grado. Già oltre la Costituzione ci si deve inventare la “Costituzione materiale”, cioè vissuta nel tempo, ridicolo fantasma giuridico, per fingere che vi sia un qualcosa oltre la consuetudine dell’obbedienza sociale, primo dogma di ogni umana società. E se poi i valori e i principi della Carta Costituzionale restano appunto poco più che carta, si finge di non accorgersene. Una società fondata sull’omertà e sul rifiuto della vera discussione!
Per il denaro il salto nel buio dell’assenza di un reale fondamento di legittimazione, anche solo ideale, virtuale, è ancora più veloce e imbarazzante di quanto accada per il Diritto. È facile notare infatti come ogni forma di denaro si fondi oggi sulla prevalenza del Dollaro quale principale moneta sia di commercio internazionale che di riserva monetaria. Tutti i principali Stati conservano notevoli quantità di dollari e sono le variazioni nel prezzo del dollaro, deciso dalla Federal Reserve, a condizionare l’andamento dell’economia mondiale con una velocità e un impatto assai potente. A senso di logica quindi è impossibile non chiedersi: su cosa si fonda il valore (non il prezzo, equilibrio instabile di mercato) del Dollaro?
Bretton Wood aveva, pur artificiosamente, sancita la connessione tra oro e Dollaro, in una logica di astratta convertibilità a 35 dollari all’oncia, valore ancora oggi sostanzialmente sopravvivente. Ma Nixon nel 1971 annullò autoritariamente la convertibilità aurea del dollaro. Non a caso poco dopo accaddero artificiose crisi petrolifere antieuropee date da un’indotta e temporanea scarsità di petrolio. Era nato il “petrodollaro”, nuova formula egemonica mondiale che prevedeva nei fatti la convertibilità dollaro/petrolio/dollaro.
La moneta statunitense ne usciva rafforzata quale moneta-merce mondiale, in quanto nessuna società industriale poteva fare a meno del petrolio, e, quindi, del dollaro! Oggi questo fondamento politico-economico-simbolico del Dollaro sembra incrinarsi, ma questo aspetto non ha ancora scalfito il predominio mondiale del biglietto verde che ancora oggi rappresenta l’unica moneta con cui si può comprare qualsiasi merce in qualsiasi nazione del mondo.
Il Dollaro come moneta-merce sembra oggi potersi indebolire per due ordini di ragioni. La prima è l’emergere di nuove possibilità energetiche (fonti rinnovabili, motori elettrici, nuove tecnologie) insieme ai timori dell’avvicinarsi al tempo storico dell’esaurimento definitivo della risorsa petrolifera. L’altro tipo di novità geopolitica è data dal diffondersi di situazioni di “non uso” del Dollaro quale moneta internazionale.
Nazioni come l’Iran, la Cina, la Russia iniziano a non utilizzare il dollaro nel commercio del petrolio e nei loro scambi internazionali. Parallelamente ritorna una corsa mondiale all’oro da parte degli Stati e degli investitori privati. Su cosa si fonda allora oggi la forza-valore del Dollaro? La risposta di Giacinto Auriti non basta e appare peccare di sofistica: la prassi dell’accettazione. Non basta perché ogni consuetudine, come quella dell’accettazione monetaria, consta di due aspetti: la reiterazione di un comportamento (diuturnitas) unita alla convinzione della doverosità di tale reiterazione (opinio iuris ac necessitatis).
Il domandare non può fermarsi quindi e deve così interpellare: su cosa si fonda allora il valore della prassi di accettazione sociale-economica del Dollaro? Troppo facile rispondere: sul predominio militare statunitense. Certo anche questo aspetto ha un peso e un’efficacia. Ma non basta a spiegare il perché ancora si accetti il Dollaro quale prima moneta, quale “moneta delle monete”. La risposta più logica, più semplice e più profonda penso che si trovi nel pensare il Dollaro quale prima moneta di massa, cioè quale prima moneta legata a un modello sociale e di linguaggio.
L’attuale modello sociale si fonda sul criterio quantitativo-massivo del consumo. Ebbene il Dollaro è la Moneta del consumo, dello scambio, della massificazione. Il valore del Dollaro può fondarsi su se stesso, può quasi misticamente auto-legittimarsi semplicemente perché si tratta della moneta: 1) più prodotta 2) più scambiata 3) di cui vi è più debito. Possiamo vederlo anche in negativo: non possiamo rinunciare al Dollaro perché in dollari è misurato il più grande debito pubblico, quello del più ricco Stato: gli Usa, con i loro 21.000 miliardi di debito pubblico e con i loro 300 milioni di fedeli super-consumatori manderebbero in rovina l’economia mondiale se crollasse il prezzo del Dollaro!
Questa “solidarietà forzosa” porta a ritenere affidabile e non sostituibile il Dollaro quale moneta totemica, idolica. Già Renè Guenòn aveva intuito il tema del Novecento quale “Regno della Quantità”. Chi domina la quantità domina il mondo! Per questo motivo la vera minaccia al predominio del Dollaro è data non solo e non tanto da una crescente borghesia cinese quanto dall’Europa. Al massimo l’aumento dei consumi interni cinesi genera guerre mondiali nell’accaparramento delle fonti di energia. Ma la crescita economica di un’Europa che fosse unita in una politica fiscale-monetaria di sviluppo metterebbe in crisi in pochi anni la predominanza mondiale statunitense in quanto l’Europa è un mercato di 500 milioni di consumatori, 200 milioni più degli Usa. L’euro, che oggi è un dollaro di serie B, diventerebbe ben presto la nuova valuta di riserva e di scambio mondiale.
Questo passaggio è fortemente ostacolato da molteplici fattori: la crisi demografica europea, l’immigrazione di massa con il suo peso sociale e la sua dissipazione economica (a favore dei paesi di origine) e la divisione tra le nazioni europee, tanto che non possiamo ancora parlare di una politica estera europea, né di una politica economica europea. Abbiamo per ora solo un dirigismo burocratico mosso da uno spirito di standardizzazione che si sta allontanando sempre di più dal reale e dalla logica. Ulteriore fattore di regresso e di disintegrazione.
Questi “freni a mano” potenti che impediscono alla UE di essere veramente Europa ci permettono di capire un’ulteriore fattore di valore-potenza proprio del Dollaro: cioè il suo porsi quale Moneta-Sistema, anche grazie al fatto che le banche più potenti al mondo sono private e sono statunitensi, e quale “Moneta bifronte”, sia privata che pubblica, sfruttante abilmente i vantaggi di entrambi gli status. In questo senso questo attuale Dollaro appare quale realtà rivoluzionaria: la prima moneta senza riserve, non garantita altro che dalla sua maggior e più diffusa presenza quantitativa.
La prima moneta che si fonda su se stessa. Denaro puramente imperiale. Perché il mondo ha bisogno dell’idea di un Impero. La quantità in questo caso genera e sostiene la qualità. L’attuale dollaro si rivela la prima moneta veramente di massa nella storia umana, nel senso che è la sua vita massiva che ne rigenera continuamente il valore di accettazione e di scambio. Il dollaro continuerà nel suo dominio massivo-massmediale fino a quando continuerà questo modello di società di massa. Non vi è per ora alternativa. La massa per sua natura non sa e non può autoriformarsi. Sarebbe come se uno o due consumatori tentassero di vendere in proprio in un supermercato le merci che hanno appena acquistato nel medesimo supermercato.
Il Dollaro quale Moneta-Supermercato.