Io: Dantes era appena tornato da un lungo viaggio!
Tu: Era un marinaio?
Io: Il secondo del capitano, ma in quel viaggio lo sostituiva!
Tu: Perché?
Io: Perché il capitano era morto durante quel viaggio!
Tu: Morto? Per cosa?
Io: A causa di una febbre cerebrale!
Tu: Capisco!
Io: Sai che aspetto aveva Dantes?
Tu: No!
Io: Occhi neri, capelli color dell’ebano!
Tu: Perciò?
Io: Potrebbe essere un misto tra un africano e un francese?
Tu: Il padre dello scrittore era un mezzo sangue, no?
Io: Sì!
Tu: Magari è una coincidenza!
Io: Ci sono altre somiglianze, sai!
Tu: Pagina?
Io: 36!
''In nome della legge!'' Gridò una voce a cui nessuno rispose. [...] ''Chi di voi si chiama Edmondo Dantes?'' Tutti gli sguardi si voltarono verso il giovane, che, molto commosso ma conservando la sua dignità, fece un passo avanti e disse: ''Sono io, signore. Che si vuole da me?'' ''Edmondo Dantes'' riprese il commissario, ''in nome della legge voi siete in arresto''.
Io: Entrambi sono arrestati e conosceranno l’interno di una prigione!
Tu: Il padre di Dumas per insubordinazione nei confronti di Napoleone, no?
Io: Già e Dantes per il sospettato di essere un Bonapartista!
Tu: Pagina?
Io: 68!
''I quattro soldati s’impadronirono di Dantes che cadendo in una specie di atonia, li seguì senza resistenza; gli furono fatti scendere quindici scalini, dopo i quali fu aperta una segreta in cui entrò. […] La porta fu chiusa, e Dantes camminò con le mani stese innanzi a sé fino a che urtò nel muro; allora si sedette in un angolo e restò immobile, mentre i suoi occhi, abituandosi un poco per volta all’oscurità cominciarono a distinguere gli oggetti''.
Io: Inoltre esiste un’altra similitudine tra i due!
Tu: Quale?
Io: Cosa soffrono tutti i carcerati?
Tu: La fame? Il freddo?
Io: Che altro?
Tu: Boh!
Io: Vai a pagina 105!
''Dantes passò per tutti i gradi d’infelicità che subiscono i prigionieri dimenticati in una prigione. […] ''Pregò affinché lo togliessero da quel carcere, per metterlo in un altro. […] Pregò che gli venisse accordata una passeggiata, dell’aria, dei libri, degli strumenti. Niente di tutto ciò gli venne accordato; ma non importa, domandava sempre''.
Io: Hai capito?
Tu: La solitudine e la noia!
Io: Esatto. Dantes e il padre dello scrittore si annoiavano terribilmente!
Tu: E cosa fecero per combatterla?
Io: Il generale Dumas tenne un diario!
Tu: E Dantes?
Io: Pagina 105!
''Supplicò un giorno il carceriere di domandare per lui un compagno qualunque, fosse pur anche stato lo scienziato pazzo di cui aveva inteso parlare''.
Tu: Lo scienziato pazzo?
Io: Un altro condannato che in realtà si chiamava Faria!
Tu: Ed era pazzo?
Io: Faceva la parte del pazzo, ma non lo era per niente!
Tu: Cioè?
Io: Cioè quello che diceva erano tutte verità, ma sembravano pure pazzie!
Tu: Ironico!
Io: Già!
... È noto, inoltre, che Alexandre Dumas si avvalesse dell’aiuto di alcuni collaboratori per scrivere i suoi romanzi e ne Il Conte di Montecristo si nota quello che forse può essere l’elemento indicativo del fatto...
Io: Nel romanzo Dumas usa il plurale maiestatico!
Tu: Una semplice moda descrittiva, no?
Io: Certo, potrebbe essere!
Tu: Molti scrittori usavano questa formula!
Io: Certo, infatti!
Tu: ''Alessandro Manzoni'' nei ''Promessi Sposi''!
Io: ''Ugo Foscolo'' in ''A Zacinto''!
Tu: E allora?
Io: E allora sia il ''Manzoni'' sia il ''Foscolo'' possedevano uno stile assai più raffinato!
Tu: In che senso?
Io: Dumas è considerato da molti intellettuali uno scrittore di secondo ordine!
Tu: Ah, e perché?
Io: A causa del suo stile di prosa eccessivo!
... Tutte quante le sue opere hanno in comune, sia il contesto storico vivace; sia la condizione romantica dei personaggi; ma non sono prive di difetti. I periodi lunghissimi; le ripetizioni frequenti; le descrizioni eccessive. I suoi romanzi, quindi, non hanno...
Io: Né una profondità psicologica, né un’accurata ricerca storica!
Tu: Ma le sue opere non sono dei classici della letteratura francese?
Io: Certo che lo sono!
Tu: Nonostante questi difetti?
Io: Possedeva delle capacità in grado di farli dimenticare!
Tu: Quali?
Io: Riusciva a mantenere una profonda scorrevolezza nei suoi testi!
Tu: Uhm!
Io: Inoltre, sapeva creare nel lettore l’attesa, l’aspettativa!
... E grazie a tali capacità, che riesce a trasformare i suoi personaggi in personaggi emblematici, con un’indiscutibile capacità di penetrazione nell’immaginario del lettore, catapultandolo di diritto nella classifica della letteratura dei classici...
Tu: Ma cosa intendi per capacità di penetrazione?
Io: Sai di Sherlock Holmes?
Tu: Certamente!
Io: Amleto?
Tu: Ovvio!
Io: Dracula?
Tu: Sicuro!
Io: Ecco, intendo questo per capacità di penetrazione!
Tu: Cioè quando un personaggio riesce a rimanere nel ricordo del lettore?
Io: Già, quando riesce a diventare un cliché!
Tu: Stiamo divagando!
Io: Già, si discuteva del fatto che lui usava il plurale maiestatico!
Tu: Dici che il ''noi'' poteva significare che si avvaleva di uno stuolo di collaboratori?
Io: Potrebbe essere!
Tu: Scommetto che hai sottolineato le frasi in cui si usa quella formula, vero?
Io: Ho fatto di meglio, mi sono appuntato la lista!
1- Tutto il resto della persona di Eugenia corrispondeva alla testa che abbiamo cercato di descrivere (pag 490);
2- È necessario che i nostri lettori ci permettano di ricondurli a quel recinto che confina coll’abitazione del signor Villefort (pag 525);
3- Ecco ciò che accade nella casa del procuratore del re dopo la partenza della signora Danglars e di sua figlia durante la conversazione che abbiamo riferita (pag 534);
4- Non abbiamo bisogno di dire qual fosse la parte di giardino favorita di Valentina (pag 644);
5- Le cose erano quindi a tal punto presso il mondo parigino, dove abbiamo introdotto i nostri lettori (pag 684);
6- Montecristo entrò dunque nel salotto, ove noi abbiamo già una volta introdotto i nostri lettori (pag 684);
7- L’indomani del giorno in cui ebbe luogo il dialogo che abbiamo scritto, il conte Montecristo partì per Auteuil (pag 751)
8- Noi conosciamo il conte, non ci occorre quindi dire ch’era pieno d’audacia e di vigore, e che non si sarebbe ritirato (pag 752);
9- Beauchamp raccontò all’amico tutto ciò che fin qui abbiamo narrato, tranne che il suo racconto aveva sul nostro il vantaggio che hanno le cose vive sulle morte (pag 785);
10- Una parola di spiegazione su questa visita, attesa forse da Montecristo, ma inaspettata senza dubbio ai nostri lettori (pag 829);
11- Nel precedente capitolo abbiamo veduto la signora Danglars venire ad annunciare ufficialmente alla signora Villefort il prossimo matrimonio (pag 848);
12- Affrettiamoci a dire che, nell’intimità, la maggior parte delle volte, la bonomia scompariva per dar posto al marito brutale (pag 849);
13- In mezzo a questi differenti personaggi, angosciati ognuno per diversi motivi, due soli meritano che ce ne occupiamo (pag 864);
14- Una circostanza che abbiamo dimenticato di menzionare, e che non va omessa, è che in una di quelle due stanze che doveva attraversare era esposto il corredo della sposa (pag 868);
15- Ora noi siamo costretti a confessare che Andrea doveva avere dei rimorsi, ma che non ne aveva (pag 872);
16- Allora si aprì la porta della camera di Edoardo, e una testa, che abbiamo già riconosciuta, comparve sullo specchio opposto alla porta (pag 895);
17- C’era un’altra stanza popolata ugualmente di abitanti di nostra conoscenza, che hanno rappresentato una parte importantissima negli avvenimenti da noi raccontati e avremmo piacere di ritrovarli (pag 932);
18- Una sola volta, ed era l’indomani del giorno in cui Bertuccio era andato a trovare Benedetto per una seconda volta, dicevamo, Villefort aveva veduto Noirtier (pag 945);
19- Discese la scaletta che conosciamo, ed entrò nella camera di Noirtier (pag 967);
20- Montecristo lasciò allontanarsi Massimiliano quindi si incamminò verso i viali di Meillan, in cerca della casuccia già nota ai nostri lettori (pag 975);
21- Peppino si era installato sopra una panca posta contro un muro vicino alla porta, dopo aver detto alcune parole all’orecchio di uno di quei discendenti di Mario e dei Gracchi che abbiamo segnalato al principio di questo capitolo (pag 992);
22- Ci sarebbe voluto un miracolo per passare in mezzo alle scolte che in quel punto custodivano le catacombe di San Sebastiano, e che erano accampate intorno al loro capo, nel quale i nostri lettori avranno certamente riconosciuto il famoso Luigi Vampa (pag 977);
23- Erano in quella meravigliosa sala da pranzo che abbiamo già descritta, e dove statue di marmo portavano sulle loro teste cofani sempre piene di fiori e di frutti (pag 1012).
Tu: Caspita!
Io: Lista chilometrica, eh?
Tu: Già, quindi Dumas aveva dei collaboratori?
Io: Quattro!
Tu: Chi?
Io: Auguste Maquette; Pier Angelo Fiorentino; Gerard de Nerval; George Sand!
Tu: Ma per collaboratori cosa intendi?
Io: Quelli che aiutano Dumas in vari lavori!
Tu: Quali lavori?
Io: Elaborare il piano dell’opera; ricercare le fonti storiche; redigere la prima bozza.
Tu: E poi?
Io: Poi da quella prima bozza, Dumas traeva i testi che oggi conosciamo!
Tu: Ma i loro nomi, allora, non dovrebbero essere in copertina?
Io: Domanda lecita!
... Risponderò con un certo ordine, vale a dire dal collaboratore più importante a quello meno importante. Il più importante tra i quattro fu certamente Alexandre Maquet. Lui ha avuto senz’altro il ruolo più fondamentale nella stesura dei principali capolavori di Dumas: I tre moschettieri (1844); Il conte di Montecristo (1844); Vent’anni dopo (1845); La regina Margot (1845); Il visconte di Bragelonne (1847)…
Io: Tra i due, da un certo momento in poi, però nacquero alterchi e processi legali!
Tu: Per la rivendicazione dei diritti delle opere?
Io: Già!
Tu: Maquet cosa asseriva?
Io: Quelle opere sono mie quanto lo sono di Dumas!
Tu: E invece Dumas?
Io: Quelle opere sono di Maquet quanto lo possono essere di chi le legge!
Tu: E come si concluse il fatto?
Io: Con la sentenza di un giudice!
... Nel 1858 un giudice decretò che per risolvere definitivamente la questione, Dumas dovesse corrispondere a Maquette un rimborso di una cifra pari a ventiduemila euro di oggi, e Maquette (da quel momento in poi) non avrebbe avuto più alcun diritto sulle opere scritte assieme a Dumas...
Tu: Invece per gli altri collaboratori?
Io: Loro svolsero un ruolo meno importante!
Tu: Quanto, meno importante?
Io: Vanno dal frequente, dall’occasionale, al raro!
Tu: Pier Angelo Fiorentino?
Io: Lui collaborò di frequente con Dumas!
Tu: Perché allora, non leggiamo sulla copertina Dumas & Fiorentino?
Io: Dumas pagava Fiorentino con un compenso già pattuito!
Tu: E invece Gerard de Nerval?
Io: Lui era un amico di Dumas e lavorarono assieme in poche occasioni!
Tu: E George Sand?
Io: Lei ebbe una breve relazione sentimentale con lo scrittore!
Tu: Dalla quale nacque il sodalizio?
Io: L’affiancò in rari momenti!
... Ad ogni modo tutte le opere di Alexandre Dumas sono in assoluto le opere che hanno ispirato il maggio numero di riduzioni cinematografiche; di ispirazioni televisive; di adattamenti radiofonici...
Tu: Grazie alla sua incisività?
Io: Già, ma non solo!
Tu: No?
Io: Era abilissimo nel creare colpi di scena, l’attesa della ''puntata'' successiva!
Tu: Puntata? Intendi il capitolo successivo?
Io: No, no, intendo proprio quello che ho detto!
Tu: Non capisco!
Io: Hai presente i romanzi d’appendice?
Tu: Ah, il Feuilleton?
... Alexandre Dumas oggi è considerato da tutti come il precursore dei moderni teleromanzi, l’anticipatore delle odierne soap opera. Lui pubblicò a puntate, su alcuni quotidiani o riviste (in genere la domenica) episodi di poche pagine dei propri romanzi, due esempi per tutti: I tre moschettieri; Il conte di Montecristo...
Io: La rivista ''Le Siecle'' pubblicò ''I tre moschettieri'' in 18 parti!
Tu: Ah!
Io: E ''Il conte di Montecristo'' in una serie di 24 parti sul ''Journal des Debats''!
Tu: Capisco!
Io: Convinto? Vuoi leggerlo?
Tu: Ne hai altre di storie?
Io: Ti ho detto tutto, non c’è altro!
Tu: Sul romanzo sì, ma non su Alexandre Dumas, no!
Io: Ieri ho proprio finito la sua biografia!
Tu: Hai finito di leggere il libro della sua biografia?
Io: No, ho finito io di scriverne una su di lui!
Tu: Non sapevo fossi uno scrittore!
Io: Eccola, qua!
Tu: Pagina 1!
Continua l’8 giugno...
Leggi anche la Prima parte e la Seconda parte.